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www.ildialogo.org NON IN MIO NOME LA GUERRA E’ FOLLIA,di Raffaello Saffioti

ANNIVERSARI DA RICORDARE
NON IN MIO NOME LA GUERRA E’ FOLLIA

di Raffaello Saffioti

IL GIORNO IN CUI IL MONDO DISSE ‘NO’ ALLA GUERRA
E LA LETTERA AI CAPPELLANI MILITARI DI DON LORENZO MILANI
Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente:
lo sciopero e il voto.
Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani,
per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù,
ma la più subdola delle tentazioni,
che non credano di potersene far scudo
né davanti agli uomini né davanti a Dio,
che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto.
DON LORENZO MILANI
Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio.
Sortirne tutti insieme è la politica.
Sortirne da soli è l’avarizia.
SCUOLA DI BARBIANA, Lettera a una professoressa
Ricordiamo il 15 febbraio del 2003.
Tra cronaca e storia.
Continuano a soffiare venti di guerra e la “terza guerra mondiale si combatte a pezzi” in varie parti del mondo. Intanto gli italiani, mentre restano prigionieri della crisi economica, sono sedotti e addormentati da spettacoli televisivi che registrano record di ascolti, e, d’altra parte, sono distratti da notizie di scarsa o nulla importanza.
Hanno fatto notizia le parole del Ministro della Difesa Paolo Gentiloni, dopo l’avanzata dei jihadisti in Libia: “L’Italia è pronta a combattere nel quadro della legalità internazionale”. Ora l’Italia è considerato nemico dell’Isis e Gentiloni definito “Ministro dell’Italia crociata”.
Queste notizie sono motivo di preoccupazione, se non di allarme, e ci inducono a proseguire la riflessione avviata con il mio “Piccolo breviario della nonviolenza”, pubblicato da “il dialogo” il 24 gennaio scorso (vedi link).
La riflessione prosegue con il richiamo all’Appello “No ad una seconda guerra in Libia!”, di Angelo del Boca e Alex Zanotelli, pubblicato pure da “il dialogo” l’11 febbraio scorso.
Immersi come siamo nelle gravi difficoltà dell’oggi, dobbiamo coltivare la memoria storica e ricordare avvenimenti storici del passato, anche cogliendo le occasioni degli anniversari che ci aiutano a comprendere meglio i fatti contemporanei. Pensiamo ad avvenimenti che vengono spesso ignorati o dimenticati.
Proprio oggi ricorre l’anniversario del 15 febbraio del 2003.
Quanti lo ricordano?
Lo ricordiamo con le parole di FRANCESCO PUGLIESE:
2003, il mondo contro la guerra di Bush
No alla guerra senza se e senza ma’
Un sussulto pacifista di dimensioni mai viste nel mondo quello del 2003 contro la guerra di Bush all’Irak dell’ex amico Saddam. Un sussulto poderoso che però non riuscì ad impedire la guerra e le stragi indicibili di civili iracheni e militari Usa. Ma è un errore pensare sia fallito; significherebbe non tener conto delle forze dei guerrafondai e delle enormi difficoltà verso l’obiettivo di estirpare la guerra dalla storia.
Nel 2003 il movimento ha dimostrato ancora l’esistenza di coscienze diffuse contro la guerra affatto sopite in Italia e nel mondo. Si è battuto in modo pacifico , ha urlato fino all’ultimo fiato contro l’ingiustizia di quella guerra, ha creato coscienza e consensi; ha sottratto ai signori della guerra il piacere del consenso popolare e le passerelle trionfali.
Ha smascherato le loro orride bugie. E’ stato un inno alla vita e alla gioia della pace contro la morte della guerra e delle culture belliciste.
Ed ha creato pensiero alternativo a quello delle armi e della guerra per risolvere problemi e controversie internazionali.
Il 15 febbraio 2003 è il giorno della prima manifestazione globale contro la guerra. Saranno oltre 30 milioni nel mondo a scendere in piazza. La più grande manifestazione contro la guerra della storia dell’umanità.
La giornata era stata decisa al Forum sociale di Firenze del 2002 chiuso proprio con la gigantesca manifestazione contro la guerra del 9 novembre.
Ma già il primo Forum sociale mondiale di Porto Alegre nel gennaio 2001 aveva denunciato la guerra e aveva posto l’impegno contro di essa come prioritario e centrale dopo aver analizzato i legami tra guerra e neoliberismo e globalizzazione neoliberista”.
(da FRANCESCO PUGLIESE, Abbasso la guerra. Persone e Movimenti per la Pace dall’800 ad oggi, Grafiche Futura Helios, 2013) 1
Sabato 15 febbraio 2003
E’ la storica giornata della prima mobilitazione mondiale contro la guerra. Mai nella storia era accaduta cosa simile.
Oltre 600 manifestazioni lungo le vie e le piazze di 70 Paesi. Un NO alla guerra planetario mai visto. Oltre 110 milioni di persone nelle piazze secondo la valutazione della Cnn. E’ la nuova superpotenza come l’ha definita il New York Times.
Sicuramente molti di più del numero della Cnn se consideriamo i tantissimi appuntamenti, anche in piccoli paesi, ‘sfuggiti’ al censimento della stampa e degli stessi organizzatori”.
(da FRANCESCO PUGLIESE, I giorni dell’arcobaleno. Diario-Cronologia del movimento per la pace – Settembre 2002-Maggio 2003, Editore Grafica Futura, 2004)
In questo mese ricorre un altro anniversario: il cinquantesimo della Lettera ai Cappellani Militari della Toscana, di Don LORENZO MILANI.
La Lettera è del 23 febbraio 1965, pubblicata dal periodico Rinascita il 6 marzo 1965.
Si può presumere che anche questo anniversario sia ignorato da molti. Per questo motivo merita di essere ricordato.
Ormai Don Milani è considerato un profeta, e, in particolare, “profeta contro la guerra”.
Ricordiamo che Don Milani per la sua Lettera fu denunciato da alcuni veterani di guerra e processato. Essendo gravemente malato, non poté presentarsi al processo e inviò la Lettera ai Giudici (18 ottobre 1965). Don Milani fu assolto nel processo di primo grado, ma il contenuto della Lettera fu condannato in appello, dopo che il Priore di Barbiana era morto il 26 giugno 1967.
La Lettera ai Cappellani Militari e la Lettera ai Giudici sono considerati dei classici, tra i più alti documenti del secolo scorso, per il loro valore educativo e sono di straordinaria attualità.
Dovrebbero essere studiati in tutte le scuole e far parte dei programmi di educazione alla pace.
Molto discusso da tempo e contestato è l’istituto dei Cappellani Militari.
E’ un istituto della Chiesa concordataria, ma insostenibile da una Chiesa che voglia essere evangelica.
Papa Francesco vorrà accogliere la richiesta dell’abolizione di questo istituto palesemente antievangelico? Sarebbe un gesto di straordinaria efficacia che si aggiungerebbe ai tanti altri segni che va compiendo nella direzione di una riforma della Chiesa in senso evangelico.
Questo cinquantesimo anniversario della Lettera di Don Milani potrebbe servire da spinta.
Per concludere.
Questo testo sui due anniversari intende porsi in linea con l’editoriale odierno del Direttore de “il dialogo”, Giovanni Sarubbi, col titolo “Nessun razzismo e nessuna guerra potranno mai sconfiggerci”.
Ne condivido spirito e contenuto.
Nel tempo difficile che viviamo continuiamo a impegnarci e scriviamo per smuovere verifica, ricerca e discutere fecondo, creativo.
Palmi, 15 febbraio 2015
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi
raffaello.saffioti@gmail.com
1 Il volume da cui è tratto il testo citato è un lavoro monumentale, frutto della ricerca appassionata dell’Autore.
E’ una sorta di enciclopedia del movimento pacifista in Italia.
Perché il libro? Lo spiega lo stesso Autore: “Ci sono almeno cinque buone ragioni. Sostenere la memoria storica dell’opposizione e degli oppositori alla guerra (‘pazzia bestialissima’, Leonardo), in primis il movimento operaio e sindacale. Sensibilizzare sui temi della pace e della educazione alla pace, per un sapere e una scuola impegnati per la pace. Sostenere la diffusione di coscienze e pratiche pacifiste e nonviolente a tutti i livelli. Riflettere sul principio del ripudio della guerra scolpito nell’articolo 11 della Costituzione italiana e sulla Carta delle Nazioni Unite. Riaffermare le finalità di pace del processo di costruzione europea proprio quando si avvicina il centenario della ‘inutile strage’ come ebbe a dire Benedetto XV”.
Per tutte queste ragioni il libro merita di essere segnalato e raccomandato agli educatori, alle scuole, a quanti sono impegnati nella promozione della cultura della pace.



Domenica 15 Febbraio,2015 Ore: 21:27
 
 
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Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 17/2/2015 15.10
Titolo:Saffioti e Don Milani
Quando leggo Saffioti che ricorda Don Milani la mia mente ed il mio cuore ritornano agli anni '70 ,periodo in cui fraquentavo il Magistrale e il mio professore di filosofia era appunto Saffioti.Lui ci ha fatto "incontrare"con Don Mliani ,ce lo ha fatto amare,è diventato per noi un punto di riferimento costante,un grande esempio di scuola rivoluzionaria,che sta dalla parte degli svantaggiati e da grande valore all'istruzione.Lettera ad una Professoressa e Lettera ai Cappellani Militari erano per noi pane quotidiano.Ci siamo formati anche grazie a Don Milani e ai suoi grandi insegnamenti.Penso che Saffioti abbia fatto molto bene a ricordarci queste significative lettere di Don MIlani.Tutti i giovani dovrebbero leggerle e discuterle insieme agli insegnanti.Sono attualissime e di grande valore educativo.Grazie amato professore Raffaello per averci ricordato le due importanti date del 15 Febbraio 2003 e del 23 febbraio 1965.Anche oggi,più che mai, sarebbe di grande utilità organizzare una manifestazione globale contro la guerra considerato che il pericolo di una terza guerra mondiale forse è imminente .La seconda guerra in Libia dovrebbe scuotere le coscienze e far prendere posizione.Concordo pienamente sul fatto che la guerra è follia e va ripudiata fermamente.

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