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www.ildialogo.org Dal credere, all' imparare a vivere,di Mario Mariotti

Editoriale
Dal credere, all' imparare a vivere

di Mario Mariotti

Quando io dico che l'intervento di Dio nella storia degli uomini passa per le mani dell'uomo, per la sua sensibilità, la sua capacità di capire, la sua razionalità, il suo impegno, la sua coerenza, la sua determinazione ad incarnare amore e condivisione nei propri rapporti col prossimo e con le altre creature della terra dei viventi, questa tesi viene confermata dalla storia della Chiesa, da tutte le manifestazioni del Cristianesimo storico, reale. Invece di porsi alla sequela del Signore, il che significa cercare di fare propri i giudizi, le scelte, i comportamenti del laico Gesù, e agire di conseguenza,(e questa è la logica dell'Incarnazione, di cui Lui è paradigma) essa Chiesa l'ha tradotto nella logica religiosa, l'ha trasformato da Paradigma a Salvatore, ne ha fatto l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo attraverso i sacramenti amministrati da lei; in sostanza, alla fine, lei l'ha usato, trasformandolo in potere ed in ricchezza per lei stessa, e promettendo ai fedeli un futuro positivo nell'al di là.
Seguendo questa seconda logica di strumentalizzazione ai danni di quella dell'imitazione, della sequela, compiendo errori, tanti anche in buona fede pensando di essere nel giusto. Acquisizione di potere temporale, formazione dello Stato Pontificio, collateralità e benedizione dei ricchi e dei potenti, guerre di conquista, e quindi massacri di nemici in nome di Dio, cristianizzazione forzata, e quindi genocidio dei popoli nativi delle Americhe; torture e roghi per i dissidenti, chiamati eretici, ecc..
Tutto questo, senza nominare il resto che non è certo da meno, compiuto in nome di Dio, e per presunta volontà di Lui, con in mano lo stesso Vangelo che noi oggi abbiamo in mano, e che ci fa apparire tutta la precedente fenomenologia storica una sequenza di bestemmie della Parola stessa, messe in atto proprio da coloro che se ne proclamavano, e se ne proclamano, custodi. Il Vangelo è sempre quello, la Parola ci è stata rivelata da Dio attraverso Gesù, e noi, attraverso i secoli, l'abbiamo incarnata nei modi sopradescritti, riuscendo a dare di Dio un'immagine ed una traduzione nella concretezza storica non posso dire neppure blasfema, perché l'aggettivo pecca per difetto!
A parte i primi tempi, nei quali i Cristiani prendevano sul serio la Parola, determinandosi come gli atei del loro tempo rispetto alla religione ufficiale dell'Impero, e come i comunisti del loro tempo, dato che la condivisione dei beni che essi praticavano appianava le differenze fra i ricchi ed i poveri, e questo probabilmente perché si aspettavano un ritorno imminente del Signore, che avrebbe messo a posto le cose, dopo, la logica di questo mondo si è impadronita anche di loro e della Parola; la sequela è diventata religione; i figli sono tornati ad essere sudditi; il Padre buono è tornato l'Altissimo; la casta sacerdotale si è trasformata nella banca dei meriti infiniti dell'Agnello, nella detentrice del potere della transustanziazione e della forza salvifica dei sacramenti; ed ecco che è riuscita ad accreditarsi, davanti al mondo, quale detentrice delle chiavi del Regno, quale detentrice del potere di salvare o di dannare quei poveri disgraziati dei credenti per l'eternità.
È difficile dire quanta buona, o quanta malafede ci fosse in questa blasfema traduzione storica della Parola. Nel Vangelo Gesù ci dice che Dio è il Padre buono del figliuol prodigo; nella Sua traduzione storica il Padre diventa l'Altissimo, una specie di superimperatore che dispone di tutto e di tutti. Chi non crede in Lui e nella sua Chiesa, o è un eretico, o un bestemmiatore, e la casta sacerdotale, che è Sua vicaria in terra, si ritiene autorizzata a trattare questi soggetti come il potere tratta i dissidenti, coloro che si oppongono e resistono: prigione, tortura, morte sul rogo.
A parte il vertice, al quale è difficile attribuire la buona fede, sia perché traduceva il credere in ricchezza e potere per sé stesso, e sia perché teneva la Parola blindata in una lingua sconosciuta alla quasi totalità dei credenti, in modo che nessuno potesse accorgersi della Sua malatraduzione, del Suo radicale travisamento, si vede che la base dei credenti accettava in modo acritico gli errori del vertice, e continuava ad ubbidirgli nonostante l'assurdità blasfema di torturare ed arrostire delle creature di Dio proprio in Suo nome e per Sua presunta volontà. Tutto questo, oggi sembra assurdo, ma è un dato storico inconfutabile.
La sensibilità, la maturità, il grado di consapevolezza e di comprensione della Parola di quel tempo portavano nella concretezza storica i precedenti allucinanti frutti! La minaccia dell'inferno, l'invenzione del purgatorio per fare incetta di sesterzi e concorrenza a mammona, l'autoattribuzione del potere delle Chiavi, la focalizzazione del 6° Comandamento come determinante per la salvezza dell'animaccia propria, il che rendeva strutturale la presenza dei fedeli peccatori nei confessionali, tutto questo veniva spacciato per Fede cristiana, e veniva digerito dai fedeli, ai quali venivano richieste ubbidienza, umiltà, rassegnazione.
E d'altra parte, come meravigliarsi di tutto questo, della traduzione blasfema della Parola nei secoli passati, se anche oggi noi riusciamo a farla convivere col Maligno, che oggi si determina come capitalismo, mercato e competizione? Solo ieri Benito era l'uomo della Provvidenza; Adolfo lo seguiva a ruota, perché perseguitava i comunisti, con qualche effetto collaterale sugli Ebrei; Ante Pavelic era fratello di entrambi, ai quali si aggiungeva Francisco Franco: il complesso nazifascista era completo, e con la benedizione della Chiesa veniva messo in condizione di esercitare la propria catechesi a livello planetario, essendo la causa prima del 2° Conflitto mondiale!
E oggi? Ne sentite voi delle omelie anatematiche contro il capitalismo, il mercato e la competizione? Tuttalpiù viene denunciato il dio-denaro, si auspica che la finanza diventi etica, che la Chiesa diventi Chiesa dei poveri. Tutto questo, pur essendo già un progresso rispetto alla benedizione degli uomini della Provvidenza e delle "dentiere sorridenti", che hanno messo in crisi di invidia lo stesso mammona, non basta; non va ancora alla radice, non dà il nome preciso e netto al cancro dello spirito, che è il "beati i ricchi", tradotto in capitalismo soggettivo e strutturale. Non viene detto che il mercato bestemmia la fraternità, che la competizione ugualmente la soffoca, perché il Fratello diventa un concorrente. Il diritto umano al lavoro, alla stessa salute, vengono lasciati alla logica di mercato, ostaggi della competitività, e poi ci si meraviglia se i meno competitivi restano senza lavoro, e se i piccini poveri della grande favela del Sud vengono lasciati morire.
Come nei secoli passati i credenti digerivano le Crociate, e persino la tratta dei negri, così noi oggi troviamo fisiologico e normale che esistano i fratelli occupati e quelli disoccupati, e che i ricchi abbiano accesso alle cure quando si ammalano, e che i poveri abbiano accesso a quei due metri quadrati che i Comuni riservano loro nei campisanti, quando non hanno soldi per farsi curare.
La nostra condizione di cristiani virtuali e di alienati reali è ben rappresentata dalle messe domenicali, coi ricchi ed i poveri entrambi credenti in Dio-Condivisione. Inoltre troviamo fisiologico che la Destra abbia da secoli accalappiato Nostro Signore, e si presenti oggi come colei che difende i valori non negoziabili! Per questo, cari credenti, bisogna che finalmente apriamo gli occhi, che ci rendiamo conto che siamo noi l'unica possibilità di intervento di Dio nella storia, e se noi non cambiamo noi stessi il mondo resterà quello di oggi.
È Dio che ha “bisogno” di noi, e noi siamo la Sua risposta alle nostre preghiere, altrimenti non avremo futuro.
Mario Mariotti



Sabato 29 Marzo,2014 Ore: 16:08
 
 
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