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www.ildialogo.org Quale futuro per un PD di Sinistra?,di Aldo Antonelli

Editoriale
Quale futuro per un PD di Sinistra?

di Aldo Antonelli

Si va verso le Primarie con Renzi in polel-position, un PD diviso e un flop di partecipazione in vista.
Nel caso di vittoria del sindaco, poi, si paventa anche una spostamento a destra di un partito che sembra aver perso ormai da tempo la propria vocazione di partito di sinistra, tentato dai giochi di governabilità e dai ricatti dei sedicenti ex-berlusconiani che non hanno mai smesso di essere berlusconiani.
Il vero problema del PD non è solo quello della sua classe dirigente, divisa tra Dalemiani, Bersaniani, Lettiani, Cuperliani, Civatiani e altri “iani” che un domani non lontano potrebbero presentarsi a far ressa nelle stanze grigie la cui ombra sembra più buia della rimpiante Botteghe Oscure.
Il vero problema del PD è la sua base, desertificata dalla scomparsa della classe operaia, isterilita dal praticume de ideologizzato, inficiata da infiltrazioni di gente interessata ed opportunista.
Sì, il problema è la Base, materia prima di ogni Partito che non accetti di ridursi a semplice “macchina di potere e di clientela", come già denunciava con chiara preveggenza Enrico Berlinguer.
E il panorama è desolante.
«Vedo una folla innumerevole di uomini simili ed uguali che non fanno che ruotare su se stessi, per procurarsi piccoli e volgari piaceri con cui saziano il loro animo... Al di sopra di costoro si erge un potere immenso e tutelare, che si incarica da solo di assicurare il godimento dei beni e di vegliare sulla loro sorte. E' assoluto, minuzioso, sistematico, previdente e mite».
Questo era il panorama, a dire il vero, romantico e paternalisticamente caritativo, che prevedeva Alexis de Tocqueville già per l’America dell’800 (Cfr: La democrazia in America, 1840).
Oggi la situazione è ben più grave e desolante. Oggi, noi tutti siamo sottoposti in tutti i campi ad un progetto globale di omogeneizzazione, ad assistere al trionfo di una superficialità becera, di una violenza dissimulata, di una arroganza pseudointellettuale e di una condanna del razionale come aspetto ingenuo del non saper vivere, tali da mettere paura.
Abbiamo spalancato porte e finestre ad un individualismo esasperato e alla sua ragione strumentale, il liberalismo, a tal punto da annullare, senza che noi ce ne accorgessimo, la libertà politica, non solo, ma la Politica stessa, asservita in tutto alla dittatura di una economia onnivora, miope ed autocrate.
Se una delle conquiste della modernità è stata la Democrazia, essa viene lentamente distrutta, nonostante restino i suoi istituti, ma con un valore puramente formale, da forme di dispotismo che oggi si chiamano 'morbide' per distinguerle da quelle del passato fondate solo sul terrore.
C’è troppa gente, ammutinata dentro il trito ritornello del “malcostume politico”, che non si rende conto che il vero pericolo e il vero nemico sono altrove. Si soffre di uno strabismo generale che ti fa vedere il nemico dove non c’è e ti fa passare per amico il tuo assassino.
L’Economia Finanziaria e la Tecnocrazia che essa ha prodotto, sono i carnefici dei popoli. Affamano i popoli e vanificano la loro rappresentatività. Ci si sveglia la mattina e ci si domanda non cosa vogliono la persone, uomini e donne che cercano lavoro, così come si dovrebbe in democrazia…; ma ci si domanda cosa vogliono i Mercati!
«Nel quadro dell'attuale democrazia dei sondaggi d'opinione si dà vita a un circolo vizioso tra governo e cittadinanza che, attraverso la neutralizzazione del consenso e la riduzione della comunicazione alla sua dimensione ricettiva e consumistica, svuota la rappresentanza, mette fuori gioco la responsabilità, umilia la competenza». Così P.P. Portinaro sul primo numero di MicroMega 1995.
Secondo John Stuart Mills, tre sono i contrassegni propri della Democrazia Rappresentativa: la Rappresentanza, la Responsabilità e la Competenza. Tutti e tre affogati nel gran pantano della Cooptazione del Porcellum, della Incoscienza di gran parte della classe politica e della Ignoranza programmata del popolo bue. Una sola resurrezione, ormai, non è più sufficiente.
Aldo Antonelli



Martedì 03 Dicembre,2013 Ore: 18:52
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
ALDO ANTONELLI AVEZZANO 05/12/2013 09.35
Titolo:Primarie? No Grazie!
Condivido la risposta dell'amico Mauro al mio articolo, pubblicato su Huffingtonpost e, come editoriale, su Il Dialogo, e lo diffondo a tutte le amiche e gli amici della mia lunga lista.......
Voi che ne dite?
Se volete potete inviare una risposta all'amico Mauro al seguente indirizzo: bettibettio@gmail.com
Un abbraccio
Aldo

Carissimo Aldo,

di nuovo mi trovo ad essere perfettamente in linea con te...

...Ma purtroppo questa stessa cosa l'avevo detta (e la pensavo veramente) anche in occasione delle ultime elezioni politiche, quando ti scrissi che "sottoscrivevo parola per parola il tuo appello motivato ad un voto per il PD"!!

Proprio per questo, dopo quello che per me è stato il passaggio decisivo (la "non-vittoria", l'assoluta supponenza e noncuranza verso eletti ed elettori del M5S, i 101 schifosi e l'affossamento della candidatura presidenziale di Prodi ed infine, ca va sans dire, il governo con la peggior feccia berlusconiana), ti (ri)scrissi qualche mese fa chiedendoti cosa aspettavamo a dir basta a questo giochino?

Per questo, ti scrivevo che - per quanto mi riguarda - quello del 24-25 febbraio 2013 è stato senz'altro l'ultimo voto per il PD della mia vita, sia nel senso di rappresentanza politico-istituzionale (elezioni politiche ed amministrative), che nel senso di partecipazione diretta (elezioni primarie, iscrizione et similia).

Torno quindi a riproporti se non ti sembra giunto il momento che - nel nostro piccolo, cioè per il giro di persone che possiamo raggiungere personalmente e con la nostra voce (anche se amplificata dalla tecnologia elettronica) - si prenda nuovamente posizione, questa volta per dichiarare e invitare a non partecipare alle primarie farsa dell'8 dicembre e a non offrire un altra volta supinamente il nostro consenso elettorale al PD in occasione delle prossime consultazioni elettorali alle quali saremo chiamati.

Alla mail precedente, tu mi rispondesti che non ti convincevano mai posizioni astensioniste: non ti chiedo pertanto di condividere un appello di questo genere, ma solo di fare quello che stanno facendo migliaia di (ex) elettori di sinistra e centro-sinistra che, a differenza di me, sanno usare i social networks per far arrivare la loro voce alla burocrazia partitica: dire e gridare con forza che la misura è colma, che il giochino ormai è stato scoperto (anche quello per esempio di mandare avanti il Civati di turno per rastrellare un po' di scontenti!) e che questa gente non ci avrà più!

Mi piacerebbe quindi dichiarare (insieme a te?), alle persone che conosciamo e con cui abbiamo condiviso passione politica, che non voteremo alle imminenti primarie del PD e che ci riserviamo di non votare per quel partito stante la perdurante scandalosa situazione. Ti sembra troppo?

Immagino che questa sia oggi anche la tua posizione.

Se così non fosse, mi piacerebbe comunque che - come spesso fai con i dialoghi che intessi con amici - tu avessi la gentilezza di inoltrare questa mia mail al tuo corposo e attento indirizzario di interlocutori (nel caso specificando che non condividi queste conclusioni, ovviamente), giusto per raccogliere riflessioni e confronti al riguardo. Posso chiederti questa cortesia?

Grazie, un abbraccio, sperando di rivederti presto

Mauro Pellegrino

(Mail to: bettibettio@gmail.com)


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