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www.ildialogo.org LETTERA APERTA al vice-presidente del Senato ROBERTO CALDEROLI,di Assunta Daniela Veruschka Zini

Editoriale
LETTERA APERTA al vice-presidente del Senato ROBERTO CALDEROLI

di Assunta Daniela Veruschka Zini

Solo due cose sono infinite, l'Universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.”

Albert Einstein

Roma, 21 luglio 2013

Si racconta che, quando, nel 1933, Albert Einstein si trasferì in America, a causa delle persecuzioni antisemite, che imperversavano in Germania e in Europa, allo sbarco, come tutti gli emigrati, avesse ricevuto un modulo da compilare e alla voce “razza” avesse risposto:

“UMANA”.

Che l’aneddoto sia vero o no poco importa, la moderna genetica umana è, ormai, concorde che la suddivisione in razze, in base ai caratteri somatici, è superficiale e, biologicamente, infondata.

Tuttavia, il termine resta.

Il razzismo anche.

Perché gli Uomini sono dotati di ragione solo se obbligati.

Ma vi sono obblighi che non possono essere codificati con leggi o decreti, perché non dipendono che dalle disposizioni interiori degli stessi Uomini.

Nessun codice ha mai obbligato un padre ad amare i propri figli. Il tribunale può obbligarlo a procurare pane per la sua famiglia, ma non può costringerlo a provare amore.”,

ammoniva Martin Luther King Jr.

Se le leggi, che vietano la segregazione etnica, sono un presupposto necessario, non possono da sole assicurare la coesione sociale.

È necessario accompagnare il lavoro legislativo con un lungo lavoro socio-educativo, perché le comunità possano esplorare vie di fraternizzazione.

Io desidero ringraziarla, senatore Calderoli.

Sì, ringraziarla.

Perché, grazie a lei, io ho aperto gli occhi ancora di più.

Senatore Calderoli, lei rappresenta per me l’“ignoranza”di questo Paese, la sua volontà a stagnare, rifiutare ogni cambiamento, respingere la possibilità di una fusione di colori.

Il razzismo è la sua radice potente e bene ancorata.

La paura dell’Altro.

Io ho paura di lei, senatore Calderoli [youtube.com].

Io ho vergogna di essere italiana, senatore Calderoli.

Parlare ancora di integrazione, nella nostra epoca, mi addolora.

Io non faccio parte di alcun gruppo.

Lei è riuscito a disgustarmi del mondo politico, in cui credevo.

Debbo, tuttavia, riconoscere che non spetta a lei l’esclusività di questo merito.

Io volevo cambiare le cose, nel mio piccolo.

Mi sono interessata alla politica, facendo della parola di Martin Luther King Jr. il mio Vangelo.

Molte lotte hanno accompagnato la mia vita.

Ho anche creduto al cambiamento, quando in un Paese dal passato così recente, gli americani sono riusciti a eleggere un presidente nero.

Il danaro, il potere e il riconoscimento mediatico sono divenuti dei risultati e non dei mezzi per tendere la mano.

Questo Paese del disamore, della gelosia, senza ambizione collettiva, io vorrei lasciarlo.

Questo Paese, al cui declino lei contribuisce.

Questo Paese, dove alcuni si arricchiscono e decidono della vita di milioni di Uomini, dove fondi di investimento capitalizzano sulla morte di una impresa, dove si sfruttano i bassi salari dei Paesi emergenti, dove si spargono briciole a Uomini affamati, facendo loro credere che è una fortuna riceverle, dove si lasciano operare manipolatori di coscienza nelle alte sfere, che siano imprenditoriali, politiche o mediatiche.

Io vorrei migrare, senatore Calderoli, libera come l’aria, lasciandomi portare, preferibilmente, dalle correnti ascensionali.

Io vorrei, semplicemente, arricchirmi, senatore Calderoli, della cultura degli Altri e sognare, anche se lei si ostina a cacciare il mercante di sabbia dal mio cielo.

irrispettosamente sua

Assunta Daniela Veruschka Zini

Copyright © 21 luglio 2013 ADZ




Lunedì 22 Luglio,2013 Ore: 06:49
 
 
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