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www.ildialogo.org DALLA SIGNORIA DEI MEDICI ALLA SIGNORIA DEI BERLUSCONI? “ Chi vuol esser lieto sia”! …. LA LIBERTA’ DEI SERVI!,di Nino Lanzetta

LA RIFLESSIONE:
DALLA SIGNORIA DEI MEDICI ALLA SIGNORIA DEI BERLUSCONI? “ Chi vuol esser lieto sia”! …. LA LIBERTA’ DEI SERVI!

di Nino Lanzetta

Chi aveva creduto che il berlusconismo fosse finito con le dimissioni di Berlusconi nel novembre 2011 si è dovuto ricredere, e chi ancora pensa che ormai il fenomeno sia al tramonto dovrà ricredersi perché il sistema di potere instaurato, la tenacia e la spregiudicatezza del grande comunicatore e proprietario di un impero mediatico e finanziario è talmente forte che non si scioglierà tanto facilmente come neve al sole. Dopo il tonfo, e non per motivi giudiziari, ma per assoluta incapacità di governo ( “unfit” inidoneo, lo aveva giudicato il Financial Times), la resurrezione e il ritorno in gioco. Sullo sfondo, evocata ormai apertamente, già compare Marina, la giovane figlia ed erede che i fedelissimi cortigiani già vedono contrapporsi al Renzi in un’appassionata gara elettorale, nella quale anche il femminismo sarà utilizzato come merce elettorale. Sarà il trionfo della teoria berlusconiana della donna come oggetto in un’enorme campagna elettorale del più raffinato marketing!

Nel novembre 2011 i giochi sembravano ormai fatti con la caduta, senza attenuanti, del governo Berlusconi, costretto a dimettersi abbastanza ignominiosamente. La sinistra già preparava, per la seconda volta, la “gioiosa macchina da guerra”, dopo l’intermezzo del governo Monti, che avrebbe dovuto fare, nell’intenzione dei partiti, il “lavoro sporco” di mettere a posto i conti che il centro destra aveva, in larga parte, contribuito a dissestare. Berlusconi aveva sottoscritto un pesantissimo accordo con L’Europa per evitare il default, che ora – che è tornato in pista- non vuole più onorare. Era sembrato a tutti una trovata d’ingegno l’invenzione del Presidente Napolitano del Governo Monti, nominato apposta senatore a vita. E in una nazione “normale” lo sarebbe stato. Ma l’Italia, purtroppo, una nazione normale non lo è, ormai, da tempo. La sinistra ha sottovalutato il pericolo di Berlusconi, che forte di un potere mediatico senza precedenti nella storia, e usando sapientemente e spregiudicatamente, 24 ore su 24, tutte le televisioni ed i giornali di proprietà e di area, con una regia accorta e cinica e con tutti i “personaggi” ubbidienti al posto giusto, che recitavano copioni ben scritti e di effetto con un tam tam demagogico e populista ha dominato una campagna elettorale, arte nella quale non ha rivali, e nella quale gli avversari non hanno individuato a tempo gli effetti. Tutti i suoi cortigiani: attivisti, meteorine e vallette, giornalisti, presentatori televisivi, uomini d’affari e tutto l’apparato economico-finanziario affaristico che ha ruotato e ruota, con lucrosi interessi, attorno a lui, hanno fatto gli straordinari.

Il presidente Napolitano ha pensato che, in un momento di estrema crisi economico finanziaria, bisognasse innanzitutto evitare la bancarotta, poi, tornata la normalità democratica i partiti avrebbero ripreso la loro libertà d’azione. Il Partito democratico c’ è cascato in pieno pensando che ormai Berlusconi fosse finito politicamente dopo i plateali fallimenti della sua politica ed i fischi e le derisioni che aveva raccolto in Europa. Monti era apparso subito un gigante rispetto a suo predecessore, uno studioso, uno che si muoveva bene, conosceva l’entourage e la finanza internazionale, parlava correntemente l’inglese ed era rispettato non solo dai colleghi capi di governo e di stati europei, dalla Merkel ad Hollande, ma anche da Obama. L’Italia sembrava, finalmente uscita dal buio dal provincialismo del berlusconismo e avviarsi a conquistare, nella Comunità europea, il posto che gli spettava di diritto quale cofondatore. Monti aveva riconquistato la fiducia internazionale per aver messo a posto i conti dopo gli anni allegri della finanza creativa e delle acrobazie ragionieristiche tremontiane. Però a costo di duri sacrifici e a caro prezzo sulle spalle dei lavoratori dipendenti ( moltissimi dei quali hanno perso il posto di lavoro per la chiusura o la dislocazione delle aziende), del ceto medio che ha visto crescere il suo impoverimento, e soprattutto dei giovani e delle donne. Monti non ha potuto fare nulla o quasi per lo sviluppo e la crescita, per la quale la strategia ed i mezzi sono, in gran parte, nelle mani della Comunità europea, dei poteri economici nazionali e delle caste, ben protette dai precedenti governi. Non ha fatto nulla per attuare una più equa redistribuzione delle ricchezze e per un sostegno all’economia , cui avrebbe dovuto destinare i proventi prodotti da un’efficace lotta all’evasione fiscale ( che il PDL non gli ha fatto fare), da un abbattimento delle spese per il mantenimento di un apparato politico- burocratico elefantiaco e inefficiente : province, comuni, regioni, parlamentari, finanziamento pubblico dei partiti, loro corruzione ecc. ( che il PD ed il PDL non gli hanno fatto fare) ed in ultimo da un ammodernamento in senso più economicamente produttivo, con la creazione di una maggiore concorrenza tra categorie di privilegiati che agiscono in situazione dominante : sindacati, ordini professionali, consulenti, avvocati, farmacisti, notai e giù per li rami, persino tassisti ( che i poteri forti , trasversali ai partiti) non gli hanno fatto fare.

Quando il lavoro sporco era stato fatto ed i conti erano tornati a posto, peraltro, attuando provvedimenti già indicati dal Governo precedente nella famosa lettera dell’agosto 2011 concordata dal duo Berlusconi Tremonti con l’Europa, tra i quali, l’aumento dell’iva, Berlusconi, ripresosi dallo show down per lo scampato pericolo della bancarotta, e in presenza di uno sfilacciamento del PDL e di un sicuro tracollo elettorale, da grande giocatore di poker, ha deciso di giocarsi, ancora una volta, il tutto per tutto e ritornare in campo, riprendendo una campagna di manipolazione della verità e di una descrizione della situazione da reality televisiva. Ha staccato la spina, fatto cadere il governo, lasciato in piedi la “sua” legge elettorale, chiamato a raccolta l’esercito di assoldati al quale ha imposto, senza mezzi termini, la sua presenza sul campo, con tutti gli annessi e connessi, riprendendo alla grande, la mistificazione della realtà e spandendo a piene mani populismo e demagogia anche se su temi fritti e rifritti come la riduzione delle tasse ( mai fatta negli anni del suo governo !) addirittura con l’imbroglio della restituzione dell’IMU con lettera modello Agenzia delle Entrate. L’opposizione, lo ha lasciato fare anche stavolta, senza opporgli la resistenza che sarebbe stata necessaria e con il PD che, con l’onesto Bersani, ha cominciato a sbagliare tutto.

IIl resto è storia recente! La mancata vittoria elettorale del PD- per aver inseguito un Monti, anche lui obnubilato dal Berlusconi tornato in campo perché aveva creduto di ereditarne l’esercito senza avere né soldi né poterei per farlo- ha fatto letteralmente andare in tilt un partito che pure si è dimostrato poi, nelle successive elezioni amministrative, in netta ripresa e ben radicato sul territorio, che con l’elezione del Presidente della Repubblica ha fatto errori colossali e non ha tenuto. Il Governo delle larghe intese è stato il capolavoro di un Berlusconi risorto la cui mancata elezione di un Prodi, di un Rodotà e, forse dello stesso Marini, avrebbe sicuramente ridotto se non azzerato le sue possibilità. Le elezioni, con la legge porcata e con le posizioni date, non ha risolto i problemi che sono ormai strutturali. Anzi li ha aggravati. Infatti, ad un’anomalia Berlusconi, se ne è aggiunta un’altra ancora più grave, quelle di Grillo che vuole solo “scassare” quello che ancora regge. Non si possono spiegare diversamente i suoi atteggiamenti e quelli dei suoi inconcludenti “grillini”. Fatto fallire il generoso tentativo di un Governo Bersani di cambiamento che avrebbe facilmente controllato e condizionato, ha creato il premesso di riportare il paese nelle mani di Berlusconi. Bella operazione di rinnovamento “rivoluzionario”! Grillo grande comico che fa prima ridere e poi piangere!

La ciliegia sulla torta ora è quella di dover aggiornare le nostre conoscenze sul berlusconismo: dobbiamo imparare a conoscere il Berlusconi statista. Dopo tanti anni di governo, ha scoperto di essere uno Statista e vuole rappresentarlo al Paese. I suoi trombettieri si sono scesi in campo e … la musica è cominciata. Chi ricorda più la lavagna di Vespa, con le innumerevoli opere pubbliche che avrebbero cambiato il volto dell’Italia? La scrivania di ciliegio sulla quale fu firmato il contratto con gli italiani e le innumerevoli altre bufale? La protezione civile di Bertolaso, la ricostruzione dell’Aquila, il ponte sullo stretto, le leggi obbiettivo, i lavori della Maddalena e le innumerevoli altre balle che gli italiani si sono facilmente bevute, perché, tanto non si sa , e se fossero vere? La verità, invece, è stata molto più prosaica e crudele: un diffuso sistema di corruttele, una profonda divisione del paese, una volontà di sfuggire ai processi con le prescrizioni e le leggi ad personal e, sempre, l’interesse personale che prevale su quello generale. La stagione dello statista è miseramente finita un minuto dopo la decisione della Cassazione di anticipare la sentenza per evitare la prescrizione. Le schermaglie erano cominciate già dopo la sentenza della Consulta, che rigettava il ricorso sul negato legittimo impedimento. L’esercito di Berlusconi era sceso in campo, massiccio, con un gioco delle parti degno del miglior Pirandello! Berlusconi che si atteggia a fare lo statista e i suoi colonnelli a fare gli sfasciacarrozze. I suoi ministri hanno abbandonato il C. d. M. e si sono precipitati a corte, Capezzone, l’intellettuale del gruppo, ha qualificato politica la decisione della corte, Gasparri, rinverdendo il suo passato d’azione, ha minacciato le dimissioni in massa di tutti i parlamentari PDL, Cicchitto ha detto che la pazienza ha un limite e Sandro Bondi che lo Stato non c’è più, la Biancofiore sta preparando il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’Uomo, la Santanchè che il governo può cadere per l’Iva, Brunetta ha messo il suo sigillo di professore alla teoria della magistratura che vuol far fuori Berlusconi dalla politica per via giudiziaria! La stampa e la televisione di corte hanno fatto a gara a sbracarsi nella difesa del Signore. Tutti gli altri, fuori dal PDL, più o meno corrivi al sistema mediatico, e più o meno liberi, hanno rimasticato i soliti sofismi, distingui teorie, garanzie e previsioni sulla tenuta del governo e sulla “bontà” di Berlusconi. Adesso, poi, dopo la decisione della Cassazione, la sommossa è deflagrata con tutto il potenziale sovversivo possibile. Sono stati sospesi i lavori parlamentari e il popolo “delle libertà ( !?), in assemblea permanente, decide le possibili azioni. Ci sarà il richiamo alla piazza? Il finale del Caimano di Nanni Moretti si attualizza? La fiction diventa reality?

A tanto strombazzamento, Il desiderio di riprendere nelle mani il trattato del prof. Maurizio Viroli “ La libertà dei servi” edito da Laterza nel 2010, è stato forte. E’ una lettura interessante, che si consiglia a chi non lo avesse ancora fatto ed ai tanti politici ”distratti”, perché il berlusconismo nel nostro Paese non è ancora finito e, fino a che il Signore di Arcore conserva l’immenso potere e il controllo mediatico che si ritrova e perdura l’incapacità di una classe dirigente e politica imbelle, minaccia un finale doloroso e traumatico. Ma perché in Italia è potuto succedere tutto questo? Ha potuto mettere radici e diffondersi così facilmente il fenomeno del berlusconismo dopo l’amara esperienza fascista e la lotta della resistenza? In tutte le società – sosteneva Gaetano Mosca, illustre studioso di scienze politiche, già alla fine dell’ottocento – predomina una minoranza sopra la maggioranza se la minoranza è più organizzata e coesa intorno al Capo. “ Questo è esattamente ciò che è avvenuto in Italia – scrive Viroli – agli inizi degli anni ’90. Un uomo che dispone di grandi ricchezze raccoglie intorno a sé un piccolo gruppo di seguaci scelti fra i dipendenti delle sue aziende e a lui particolarmente devoti; impiega con grande mestiere le televisioni e i giornali che possiede; si presenta agli elettori e la maggioranza lo vota dandogli in tal modo di accedere al governo”. Sentite ancora Viroli: “ In Italia si è instaurato un vero e proprio sistema di corte per il quale … gli italiani non possono dirsi liberi; ossia sono sì liberi, ma liberi nel senso della libertà dei sudditi o dei servi. Si è affermato un potere che non è né arbitrario, né autoritario, né dispotico, né illegittimo, ma è enorme e con la sua stessa esistenza distrugge la libertà dei cittadini”. E ancora: “ Quando in un paese si afferma un potere enorme o arbitrario, nasce il sistema della corte”. Il sistema di corte si regge sul denaro e sulla corruzione, su una mentalità servile, di persone fedeli al Capo e non agli ideali o ai valori e assume forme assolute E in Italia non siamo nuovi a situazioni del genere e ad una propensione al servilismo, connaturata alla nostra indole.

La storia è stata per secoli storia di servitù, a cominciare da quelle feudali dei Medici, per finire all’ideologia fascista ed al berlusconismo. Ne scriveva già Baldassarre Castiglione ne “Il libro del cortegiano” molti secoli fa e Leopardi nelle Operette morali: “Gli italiani ridono come le prostitute, consapevoli del loro degrado, sanno di non poterne uscire”. E Silos Sabini: “ L’incompetenza e la scarsa attenzione alla legalità sono intrecciate: Berlusconi per mantenersi al potere ha bisogno di camerieri, i quali possiedono la peculiarità di obbedire, ma quasi mai di essere colti. La loro abilità è servire. Chi possiede un qualche valore o una qualche competenza non può essere servo fino in fondo, quindi con Berlusconi non dura”. Citiamo ancora Viroli: “Se in uno stato c’è un uomo che è più forte delle leggi non esiste libertà dei cittadini”. In Italia la dignità è scomparsa con l’arrivo di Berlusconi. Ha comprato tutto, anche le persone creando un sistema di corte senza precedenti. Una persona sana in un sistema malato può poco. Nel sistema di corte esiste una mentalità servile. Le persone sono fedeli al Capo non agli ideali o ai valori. Si crea perfino l’obbligo di ridere alle sue barzellette e di applaudire comunque. Il servilismo, poi, nelle persone “semplici” assume vette assolute: un consigliere comunale di Roma voleva dedicare una via persino alla mamma di Berlusconi! “ Essere liberi non vuol dire non essere ostacolati o oppressi, quanto non essere dipendenti da un uomo o alcuni uomini che hanno sopra di noi un potere arbitrario o enorme”. E ancora: “ Se siamo sottoposti al potere arbitrario o enorme di un uomo possiamo essere liberi di fare più o meno quello che vogliamo, ma siamo servi”.

Il potere di Berlusconi non è di tipo tirannico o dispotico “ più che impaurire vuole persuadere, oltre che compare con i favori, vuole essere amato più che temuto…” Sentite Bondi: “ I miei sentimenti sono autentici e non sono macchiati né dall’ipocrisia né dalla piaggeria. Il fatto di voler bene a Berlusconi non significa non avere una propria autonomia politica…. Il partito deve supportarsi ma non sostituirsi al leader…. Io non dico mai no a Berlusconi.” Vi è una profonda identificazione interiore ed una disponibilità al sacrificio. Gli esempi di adulazione e piaggeria sono infiniti. E lui non è da meno: si sa autocelebrare. Con la caduta del suo Governo sembrava che tutta l’impalcatura stesse per cadere ed il tonfo sembrava sconvolgente e irrimediabile e con gravissime ripercussioni sui suoi interessi aziendali e sui suoi processi. Ha deciso di scendere nuovamente in campo perché è un lottatore di razza irriducibile e tenterà di salvare il salvabile e, poiché è anche un grande giocatore affascinato dal rischio, rilancia nel tentativo di ricostruire – magari per interposta persona, naturalmente familiare- l’impero che sembra sfuggirgli di mano. Perciò il rilancio, oltre che azzardato, è denso di incognite e di pericoli. La classe politica che ancora esiste in Italia, e soprattutto il PD, deve capire che bisogna, talvolta, anche saper correre dei rischi quando in gioco sono i valori della democrazia e non cedere mai sulle questioni dei diritti, come ha fatto sulla sospensione dei lavori del parlamento chiesta per ovvi motivi di minaccia e facendo spaccare il partito: quella parte del partito che sente di più la volontà della sua base. Ci auguriamo che il PD non concorra a metterci un’ennesima pezza e che si trovi il modo di rendere innocua la sentenza della Cassazione o, ancora più grave, di concorrere a condizionarla! Perciò, ci auguriamo, per il bene dell’Italia, che ci sia una condanna definitiva: così andiamo a scoprire le carte! I borghesi, le ricche signore, le amazzoni e i … tromboni non hanno mai saputo menare le mani o fare rivoluzioni! Perciò … calma e gesso! NINO LANZETTA




Giovedì 11 Luglio,2013 Ore: 11:11
 
 
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