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www.ildialogo.org Partigiani della Costituzione,di Sergio Grande

Editoriale
Partigiani della Costituzione

di Sergio Grande

Si discute molto in queste settimane sulla legge elettorale vigente che lo stesso suo autore, il leghista Calderoli, ha definito “legge porcata”. Ci si sofferma soprattutto sull'aspetto della mancanza delle preferenze da cui si fa discendere l'accusa ai parlamentari di essere dei “nominati” dalle segreterie di partito e non scelti dai cittadini.

La questione delle preferenze, invece, è la classica ciliegina sulla torta avvelenata confezionata dalla Lega Nord e dal PDL nel 2005, poco prima delle elezioni del 2006. Tutti guardano la ciliegina e si scandalizzano per essa, nessuno guarda la torta.

Le questioni gravi di questa legge sono ben altro e riguardano la sua assoluta incostituzionalità su almeno due questioni fondamentali.

La prima questione riguarda la violazione dell'articolo 3 della Costituzione, quello che afferma la pari dignità sociale e l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.[1]

La seconda questione riguarda la violazione dell'art. 49 della Costituzione[2], quello che da il diritto a tutti i cittadini di associarsi in partiti “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

La violazione dell'art. 3 si concretizza nel fatto che il voto dei cittadini ha un diverso peso a livello politico. Il voto dei cittadini che danno il loro consenso ad un partito che conquista la maggioranza relativa ha un peso diverso, è molto più rilevante di quello di quei cittadini che danno il loro consenso a partiti che non hanno raggiunto la maggioranza relativa o che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4 per cento alla camera o dell'8% al senato su base regionale.

Una buona legge dovrebbe impedire intrinsecamente la possibilità del verificarsi di situazioni assurde quale quelle che invece questa legge rende possibili. Faccio un esempio. Se ci fossero 25 liste per la Camera dei deputati non collegate fra loro, ognuna di esse, per ottenere seggi in parlamento, dovrebbe superare il 4% dei voti. Se 23 di queste liste prendessero il 3,9% dei voti ed altre due liste prendessero rispettivamente il 4,3% ed il 6%, queste ultime due liste si spartirebbero i 630 seggi della Camera dei deputati. Alla lista con il 6% andrebbero 340 seggi, mentre a quella con il 4,3% circa 278 seggi, mentre alle altre 23 liste non andrebbe nulla. Così il voto del 10,3% della popolazione[3] varrebbe quanto quello del 100% della popolazione, mentre il voto del 89,7% della popolazione non varrebbe nulla. Se le stesse liste si presentassero anche al Senato nessuno eleggerebbe nulla visto che la soglia di sbarramento è dell'8%. Questa legge ha così creato la fattispecie giuridica del voto efficace e di quello inefficace, ecco la vera porcata, altro che questione delle preferenze.

La violazione dell'art. 49 attiene al principio maggioritario che l'attuale legge elettorale prevede. La costituzione, infatti, nell'art. 49 non assegna ad alcun partito il potere di operare da solo e contro gli altri partiti. Tutti i partiti sono chiamati invece a “concorrere alla politica nazionale”, cioè i partiti hanno il dovere di mettersi insieme, di "concorrere", appunto, cioè di operare insieme ad altri, per garantire il bene comune. I Costituenti hanno voluto con questa norma ricordare alle future generazioni da quale situazione l'Italia usciva fuori, quella del partito unico fascista che per vent'anni ha fatto subire agli italiani le peggiori nefandezze della nostra storia, dalle violenze squadristiche alla barbarie della seconda guerra mondiale e all'alleanza col nazismo.

Con l'attuale legge elettorale i governi che vengono a formarsi rappresentano dunque la minoranza della popolazione a cui viene però affidato il potere della maggioranza, con la possibilità anche di cambiare la Costituzione se attorno a questa minoranza/maggioranza si coagulano anche altre forze, come è successo ultimamente con l'introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio, un vero obbrobrio giuridico.

Questa legge va dunque abrogata e bisogna ritornare alla legge proporzionale pura che è stata in vigore fino alla sciagurata stagione dei referendum elettorali maggioritari dei primi anni '90 del secolo scorso. Referendum che furono il cavallo di Troia inventato dai seguaci della P2 e dalla destra economica e politica per scardinare la democrazia e la nostra Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo.

E vogliamo ricordarlo proprio a ridosso della Giornata della Memoria: occorre essere “partigiani della Costituzione”. Lo dobbiamo a quanti hanno dato la vita per abbattere il nazifascismo e alle future generazioni del nostro paese.

S. G.

NOTE

1 Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

2 Art. 49. Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

3Questo nel caso che il 100% della popolazione andasse a votare. In realtà si tratta di molto meno visto la fortissima astensione che negli ultimi anni è andata sempre crescendo.




Sabato 26 Gennaio,2013 Ore: 20:36
 
 
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