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www.ildialogo.org Il terrorismo intermittente,di Mario Mariotti

Editoriale
Il terrorismo intermittente

di Mario Mariotti

Ogni tanto, in Italia e altrove, salta fuori quello che potrebbe venir definito terrorismo intermittente. La gambizzazione del dirigente dell’Ansaldo, l’episodio di Brindisi, vari altri atti intimidatori ci possono portare a pensare che ci troviamo di fronte a questa nuova caratteristica del terrorismo. Siccome nella mentalità comune ci sono coloro che vivono il disagio sociale ad essere tentati di usare la violenza, per cambiare la situazione esistente che li opprime e produce il disagio sociale, ecco che il potere costituito, ben conoscendo questa mentalità comune, può porre in essere, ad intermittenza, il terrorismo, ed orientare l’opinione pubblica a vederne i responsabili proprio in coloro che vivono il disagio sociale.

Quale la tappa intermedia di questa strategia? Tutti uniti contro il terrorismo, sia coloro che ne sono la causa, perché responsabili delle ingiustizie sociali che hanno creato la tensione, e sia coloro che stanno subendo le ingiustizie, ma si sentono essi pure minacciati da un fenomeno che non distingue fra le vittime e i colpevoli, e può arrivare a colpire tutti quanti.

Quale il frutto finale di tale unità? Il rafforzamento del potere costituito, che usa tale strumento maledetto dandolo in appalto ai picciotti di turno; la conservazione ed il consolidamento delle ingiustizie sociali; l’indebolimento e l’annientamento delle forze sociali che lavoravano e lavorano per costruire una maggior giustizia in questo nostro mondo, che include ancora ingiustizie e privilegi blasfemi, ma riesce a convincere gli elettori di essere il miglior mondo possibile.

Da dove viene questo tipo di analisi? Da un vecchio, il sottoscritto, che ha memoria storica di quella che venne definita negli anni settanta la strategia della tensione. Alla fine degli anni sessanta c’era ancora una Sinistra che era tale, cioè, cioè Sinistra; e stava avanzando, e costruendo lo stato sociale, conquistando lo Statuto dei lavoratori, lavorando per una società più giusta e solidale, per dare corpo alla Repubblica fondata sul lavoro. I poteri forti, allora, con la collaborazione della CIA, posero in essere quella serie di attentati terroristici partendo dalla strage di Piazza Fontana a Milano, che venivano attribuiti agli opposti estremismi, e che ebbero come risultato il blocco di quella evoluzione sociale verso una maggior democrazia, eguaglianza e libertà dal bisogno che persiste, si conserva e prospera fino ai giorni nostri.

Usando i fascisti, e dando la colpa degli attentati ai comunisti o agli anarchici, introducendo degli infiltrati, tingendo di rosso le brigate responsabili del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro, gli USA, attraverso la CIA, riuscirono a bloccare la crescita democratica del nostro Paese, a mettere in crisi la Sinistra, che si trova a doversi unire alla Destra nella lotta al terrorismo, a dematerializzare quell’utopia della fratellanza che era riuscita a far ottenere, ai nostri operai, robuste garanzie dei loro diritti e gli stipendi far i migliori d’Europa.

Questo era il lavoro sporco, il terrorismo pilotato dalla strategia della tensione; il lavoro pulito veniva contemporaneamente posto in essere dalla proposizione, attraverso la TV, della cultura di Oltre-Atlantico, dalla proposta subdola ed ossessiva di quel sogno americano, il “beati gli indefinitamente ricchi”, che riuscì a contaminare gli spiriti nel profondo e ad affossare definitivamente quella che un tempo sussisteva e lottava come Sinistra.

E così siamo arrivati all’oggi col 10% delle famiglie che divora il 50% della ricchezza nazionale, con milioni di precari e di disoccupati, con quella flessibilità e precarietà del lavoro, soprattutto dei giovani, che una volta si chiamava sfruttamento, e oggi legge di mercato. Ed ecco oggi, a intermittenza, nuovi episodi dello stramaledetto fenomeno del terrorismo.

Una regola per aiutarci a capire chi potrebbe essere il soggetto che sottende ad esso, è quella di chiedersi a chi giova, chi potrebbe trarre vantaggio dalla logica di quella strategia della tensione che si ripropone continuamente sia a livello globale, vedi Al-Quaeda, e sia in casa nostra. Rimanendo a casa nostra, è vero che la Mafia o la Sacra Corona Unita in genere cercano consenso, ma è anche vero che esse, a volte, vogliono far sapere al prossimo chi è il più forte, e chi può colpire quando e dove vuole.

Poi c’è sempre il “piccolo resto di Israele” degli anarchici, che fanno sempre attentati solo dimostrativi, ma che sono anche il capro espiatorio più facile da accusare.

Poi chi vuole buttare veleno sull’Islam, per rafforzare l’identità cristiana e padana, può istillare nel prossimo il sospetto che l’interesse a destabilizzarci venga dal sud del Mediterraneo.

Poi ci può essere l’ipotesi che la destabilizzazione dell’Italia e dell’Eurozona possa corrispondere agli interessi dei poteri forti, vedi USA, che speculano sul dollaro e vogliono che si rafforzi.

Poi ci può essere l’ipotesi che mentre la gente si concentra sul terrorismo, al tempo stesso si distragga da quelle operazioni economiche e finanziarie che devono fottere il prossimo senza far rumore, senza che se ne accorga, il tutto sempre opera dei poteri forti, di quei cancri che con la speculazione finanziaria hanno acquisito capitali enormi, e si divertono a scommettere sulle pelle di quei disgraziati il cui stipendio, o pensione, non permette loro di arrivare alla fine del mese.

Secondo il parere del sottoscritto, tutte le precedenti ipotesi possono essere plausibili, anche se tutte si potrebbero rivelare sballate, e saltar fuori una diversa verità.

L’unica cosa sicura, però, è la seguente: il terrorismo sempre e comunque, danneggia i poveri, gli innocenti, gli sfruttati, gli oppressi, i semplici, gli onesti, coloro che lavorano per il bene comune e sono fuori dalla logica maligna del Beati i ricchi.

Per questo io mi sento di dover mettere in guardia il prossimo dal farsi impegolare dalla proposta del “tutti insieme” contro il terrorismo. La vera lotta ad esso si fa costruendo egualitarismo, giustizia, democrazia, (vorrei sapere, fra chi mette una bomba e chi lascia morire migliaia di bambini ogni giorno di fame e di malattia chi è il vero terrorista!)

L’ingiustizia è la prima violenza, e si nutre anche di terrorismo per poter sussistere e prosperare. Lo strumento per debellarli, lei e lui, esiste, ed è la nostra Costituzione repubblicana fondata sul lavoro. Impegnamoci tutti a farla passare dalla carta alla realtà, alla vita, ad attuarla, a materializzarla nei nostri rapporti economici, politici e soprattutto culturali.

Toglieremo l’ossigeno al terrorismo e costruiremo un futuro giusto e dignitoso per le nuove generazioni, esposte, oggi, alla perdita persino della speranza.

Mario Mariotti



Marted́ 07 Agosto,2012 Ore: 21:37
 
 
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