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www.ildialogo.org Barbarie e civiltà,di Giorgio Langella

Editoriale
Barbarie e civiltà

di Giorgio Langella

Una piccola riflessione su una notizia terribile.


 04 maggio 2012

Quando si leggono certe notizie, la rabbia e l'indignazione dovrebbero esplodere e costringerci ad agire.

La notizia alla quale mi riferisco è questa: alcune settimane fa, vicino a Imperia, nel greto del fiume Taggia, fu trovato il cadavere di un uomo. Si pensò subito a un suicidio o a una caduta. Dopo l'autopsia sembra molto probabile (se non certo) un'altra, sconvolgente, ipotesi. Il corpo rinvenuto potrebbe essere quello di un lavoratore abbandonato dopo un infortunio sul lavoro. Un lavoratore in nero? Forse si. L'autopsia ha, infatti, evidenziato lesioni mortali al torace e all'addome e altre lesioni, probabilmente dovute al trasporto del corpo in un luogo diverso da quello della morte. La procura di Sanremo ha aperto un fascicolo e sono in corso indagini nei cantieri della provincia di Imperia.

Una notizia sconvolgente che, se confermata dalle indagini, dimostra il livello di barbarie alla quale si può arrivare. Persone considerate merce che si può "buttare via". Questa, però, è solo la punta dell'iceberg. Si sa da troppo tempo che queste cose accadono. Si sa che la stragrande maggioranza dei morti nei cantieri avevano cominciato a lavorare proprio il giorno prima (sic). Si sa che c'è sempre minore rispetto per i lavoratori, che è "normale" morire nei posti di lavoro (come riporta l’osservatorio indipendente di Bologna, da inizio anno, i caduti sul lavoro, sono quasi 350) o per malattie professionali. Si sa che è estremamente difficile (se non impossibile) fare giustizia di questi veri e propri omicidi (ne sanno qualcosa i parenti delle vittime della Tricom di Tezze sul Brenta e della Marlane-Marzotto di Praia a Mare). Queste cose si sanno.

Chi è al governo o siede in parlamento dovrebbe agire, chi scrive nei giornali o appare in televisione dovrebbe farle conoscere con la massima visibilità (e non relegarle a qualche riga di cronaca nera). Ma, in Italia, queste sono “notizie scomode” e, allora, se ne parla poco e si fa ancora meno. Qualche dichiarazione di facciata, magari una lacrima e poi ... poi niente, anzi. Si cancellano le norme di attuazione della legge sulla sicurezza nei posti di lavoro, si depenalizzano i reati, si chiudono entrambi gli occhi ... Non si fa nulla perché non ci sono i soldi, come disse Tremonti un governo fa (mentre denari per le consulenze di "super" tecnici richieste dai "tecnici" del governo ci sono, eccome).

E, intanto, si continua a morire e a nascondere i cadaveri. Si continua a escludere dalla società chi viene licenziato o chi è costretto a chiudere la propria piccola azienda perché strangolato da mancati pagamenti o dai debiti con le banche. Persone che arrivano al suicidio per la disperazione e le umiliazioni generate dalla condizione nella quale sono stati gettati.

Ma i grandi patrimoni e i profitti miliardari restano nelle mani di pochi ricchissimi. Gli stessi che comandano e condizionano il governo.

La società nella quale siamo costretti a vivere è sempre più prossima alla barbarie. Abbatterla sarebbe giusto. Un segno di civiltà.

Giorgio Langella



Venerdì 04 Maggio,2012 Ore: 15:36
 
 
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