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www.ildialogo.org "Niente guerra, e tasse ai ricchi!",di Mario Mariotti

Editoriale
"Niente guerra, e tasse ai ricchi!"

di Mario Mariotti

Mentre la TV procede alla beatificazione di Steve Jobs, il genio creatore del PC, cinque donne del nostro Sud, che arrancavano per 4 euro l’ora per mandare avanti la famiglia, in una casa fatiscente e lavorando in nero, rimangono schiacciate sotto le rovine della stessa casa.

Mentre a New York la gente fa la fila per essere la prima a comprare l’ultimo prodotto del genio, l’I-Pod, quella sottilissima tavoletta che riesce a svolgere tante di quelle funzioni che ci si potrebbe meravigliare del fatto che in essa manchino ancora i servizi igienici nella Grande favela del Sud, si fanno lunghissime file per attingere un po’ di acqua fangosa, che, in molti casi, porterà alla morte per dissenteria tanti piccini che hanno avuto la scalogna di essere chiamati al mondo nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Mentre nelle principali borse mondiali le Multinazionali del cibo; grano, riso, mais, stabiliscono i prezzi di questi alimenti fondamentali, e, giocando sulle scorte, fanno salire o scendere i prezzi secondo le esigenze dell'oligarchia mondiale, che vive di speculazione mandando in rovina i contadini dei Paesi poveri, in questi ultimi, in particolare oggi in Somalia, milioni di persone rischiano la morte per fame a causa della lunghissima siccità, che ha bruciato i raccolti, e a causa dell'avidità dei ricchi, che trovano fisiologico l'arricchirsi a scapito della vita di coloro che appartengono alla razza inferiore dei poveri, dei semplici, dei fuori-mercato.

Tornando al genio di Steve Jobs, io devo confessare che, pur essendomi autoconferito il titolo di segretario politico del “Movimento per il regresso tecnologico a favore della solidarietà” io stesso non riesco a non meravigliarmi e a non ammirare questi ultimi prodotti di un progresso tecnologico che ha dell'incredibile. Il telefonino ci rende ubiqui; sentiamo e vediamo persone distanti anche migliaia di chilometri; Internet ci porta il mondo in casa e ci relaziona con lui; le nanotecnologie mettono un armadio dentro ad un francobollo si aprono delle prospettive inimmaginabili, perché la velocità del progresso si manifesta esponenziale, e chissà cosa riusciranno ad inventare nei prossimi decenni! Io rimango ammirato anche perché, essendo ormai vecchio, ho potuto essere testimone di questa strabiliante evoluzione tecnologica, ma poi ritorno al mio specifico, nella mia funzione di "occhio vigile dell'internazionalismo proletario", e mi viene alla mente quel brano del Vangelo che potrebbe servire da manifesto per il capitalismo, il mercato, la competizione: “A chi ha sarà dato, e a chi non ha sarà tolto anche il poco che ha”.

C'e chi studia e spende per andare su Marte; ci sono migliaia di piccini che, ogni giorno, devono soccombere, accompagnati dal proprio dolore e dallo strazio dei genitori, per mancanza di uno spicciolo. Si, perché nonostante lo strabiliante progresso tecnologico, nonostante Internet, nonostante la possibilità di vedere, di sapere, di capire, nessuno sembra indignarsi per i fenomeni cui accennavo in precedenza; nessuno acquisisce la consapevolezza e comunica al prossimo che il capitalismo, il mercato, la competizione assolvono egregiamente alle funzioni del cancro: succhiano tutto, asciugano l'organismo, gli strappano la vita a favore di un esiguo numero di macrocellule, l'oligarchia mondiale delle Multinazionali, delle banche, degli speculatori, che per, il proprio profitto fanno o lasciano morire le migliaia, i milioni di piccole vite.

Ci siamo accorti, cari internauti, che negli anni passati il FMI e la Banca Mondiale fottevano beatamente i Paesi del Sud del mondo imponendo quegli aggiustamenti strutturali che condannavano e condannano alla miseria ed alla fame milioni di persone, e che oggi gli stessi soggetti, FMI e BCE, stanno cercando di imporre gli stessi aggiustamenti strutturali alla stessa Europa, nella quale ha gia cominciato a prendere piede la precarietà, la miseria, lo sfruttamento dei lavoratori e la disoccupazione per le nuove generazioni, che davanti a se non vedono futuro? lo mi chiedo solo se sarà necessario arrivare a lasciarsi imporre l'aggiustamento strutturale che prevede siano gli operai a pagare mensilmente lo stipendio agli imprenditori, per poter finalmente aprire gli occhi sulla malignità del cancro che si è globalizzato, e che sicuramente non è il socialismo.

Tornando al progresso tecnologico, io mi rendo sempre più conto che da strumento per la solidarietà come dovrebbe essere, viene invece vissuto come idolo, per servire il quale la prima cosa che si abbandona é proprio la solidarietà. Inoltre il progresso stesso se ne va avanti per i cavoli suoi, finalizzando se stesso, e manca ancora la lucidità di indirizzarlo verso gli obiettivi più importanti, più determinanti per la vita e la qualità della vita dell'uomo. Andiamo sulla Luna, la tavoletta magica del genio é un miracolo di intelligenza tecnologica, ma il cancro al pancreas é ancora più forte, le cardiopatie ci fanno schiattare, l'Alzaimer ci aspetta al varco se abbiamo avuto la scalogna di non incorrere negli effetti delle cardiopatie; Quello che dovrebbe venir destinato per generalizzare la fruizione dei frutti della scienza e della tecnologia, in modo che per lo meno il necessario fosse accessibile a tutti, cioè quello che dovrebbe venir destinato alla solidarietà viene bruciato per dare risposta a quei bisogni indotti, a quella soggettività dei bisogni, che costituisce la linfa vitale per lo sviluppo del cancro. Un tempo, fino alla metà del secolo scorso, l'uomo riceveva delle notizie, degli stimoli, degli input; aveva il tempo di riflettere, di pensare, di verificarsi col prossimo, e poi poteva decidere i propri comportamenti, le proprie scelte, i propri autput. Adesso,con quel canchero della TV che evacua per 24 ore al giorno, e col ritmo che ha dovuto assumere la vita per coloro che non vogliono finire fuori mercato, non c'é più tempo né di pensare, né di indignarsi. Una notizia che potrebbe indignare viene coperta da un'altra che supera la prima; una terza si accompagna alla seconda; in mezzo viene fatto starnazzare qualche soggetto che butta sprazzi d'ombra nel fumo delle notizie selezionate e distorte; ed ecco uscire il "bipedis alienatus", che usa i due più preziosi doni che ci hanno dato le lotte delle generazioni precedenti, il diritto di voto e quello di sciopero, per dare potere al puttaniere di Arcore ed al pontefice del dio Po, e per mettere in cassa-integrazione la logica, 1'etica, la capacita critica, il semplice buon senso.

La sintesi finale è tremenda: tanta informazione, niente indignazione, assenza di memoria storica, mancanza di un progetto per uscire dal casino. Una caterva di nuovi meravigliosi strumenti tecnologici posti nelle mani di un popolo di teste di cavolo, che vogliono aggiungere l'ancora di più a tutto quello che gia hanno, mentre a coloro che già non possiedono quasi nulla viene tolto anche il poco che hanno. A questo proposito chissà perché nel Vangelo, a Gesù hanno fatto raccontare questa parabola, che contraddice la forma e la sostanza della Spirito stesso (Dio non è padrone ma padre, e non punisce ma perdona). Io penso proprio che non sia farina del Suo sacco!

Ma torniamo, per concludere, all'argomento: tanta informazione, poca indignazione, la qualità dell'informazione funzionale all’alienazione dei fruitori dell’informazione. La storia, però, anche se ci dimentichiamo che ci potrebbe fornire degli insegnamenti preziosi, può delineare quale sarà il futuro che ci pioverà addosso.

Piuttosto che Internet, sarà la miseria, la fame, la mancanza di lavoro a convertirci; sarà l’esasperazione dello sfruttamento subito a farci gli occhi. Finalmente, a livello mondiale, quelli che erano i proletari ed oggi sono gli indignati, cominciano a definire degli obiettivi che includono strutturalmente la soluzione dei problemi: Niente guerre, e tasse ai ricchi. Salviamo, prima delle banche, il lavoro, la scuola, la democrazia.

Segnali preziosi: siamo sulla buona strada! E noi indignamoci di non indignarci, e passiamo dall’I-Pod all’I-Care, al “me ne importa” di don Milani, un laico, prete per sbaglio, che ha messo a fuoco l’importanza fondamentale del cambiamento culturale delle persone e delle strutture avendo come riferimento gli esclusi, gli ultimi della terra.

Mario Mariotti



Sabato 14 Gennaio,2012 Ore: 15:31
 
 
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