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www.ildialogo.org Mercato e competizione, o rispetto dei diritti umani?,di Mario Mariotti

Editoriale
Mercato e competizione, o rispetto dei diritti umani?

di Mario Mariotti

Nella nostra cultura sono quasi del tutto assenti la distinzione fra soggettivo e strutturale, e la consapevolezza della complessità della realtà che include entrambe le dimensioni. Per i preti c'é solo il soggettivo, la persona, forse perché non vogliono rendersi conto dell'esistenza di uno strutturale maligno e forse perché, ad esso, devono dire di si per il voto di ubbidienza. Per i compagni c'era solo lo strutturale, ed é andata a finire che lo hanno riempito di soggettivo maligno, alienato, per cui l'utopia della fratellanza si e suicidata per la mancanza, per l'assenza di coloro che avrebbero dovuto incarnarla. Io penso che le due dimensioni siano interconnesse, che siano complementari, per cui ognuna senza l'altra non può che generare del negativo; o meglio, dato che esistono entrambe, anche se non ce ne rendiamo conto, il problema é quello di renderle coerenti fra loro, altrimenti l'una contamina l'altra.
Con un esempio mi spiego meglio: il soggettivo positivo dei cristiani, nel quadro dello strutturale maligno del capitalismo, del mercato e della competizione, genera i frutti che vediamo nella realtà che ci circonda: la macchina che genera i poveri, che li umilia e li violenta, procede a tutto vapore, e il soggettivo positivo dei cristiani non riesce a contrastare ed a bloccare la macchina.(volontariato funzionale al sistema). Dall'altro lato lo strutturale positivo, il social-comunismo, essendosi trasformato in soggettivo di coloro che lo avevano costruito, non ha retto, perché per funzionare aveva bisogno di un soggettivo positivo che lo incarnasse, e non di gente che si fosse convertita al "beati i ricchi".
La mia tesi la conoscete già: per me il socialismo sarebbe cristianesimo incarnato, ed il cristianesimo sarebbe socialismo incarnato, cioè economia di comunione. Ma tutto questo é ancora pura fantascienza, ed allora con questo scritto vorrei provare a fare delle proposte alle persone, al soggettivo delle persone, perché anche i massimi sistemi si ritrovano sempre ad avere, alla base, delle persone, i "consumatori", che alimentano la domanda. É possibile, nel soggettivo, aggredire i massimi sistemi, il capitalismo, il mercato, la competizione, dato che, pur nella complementarità del soggettivo e dello strutturale, alla base ci sta sempre la persona, oggi rincoglionita dall’offerta, dai bisogni indotti, che a loro volta condizionano la domanda? É possibile, nel soggettivo, contrastare il "mercancro"? Credo di si, e credo anche che questa sia la via fondamentale, determinante, l'unica possibile per noi oggi che non c’é più la Sinistra.
In rapporto ad esempio al problema del mercato della droga, va rovesciata la prospettiva: non va contrastato lo spacciatore, bensì il consumatore, ed il problema consiste nel creare una cultura nella quale le persone rifiutino il consumo, anche se esso fosse legale e gratuito, (bisogna far capire alla gente perché è al mondo, che non va usato e buttato, ma migliorato ed arricchito). É possibile allora chiedersi, quando si fa un acquisto, se siamo noi a cercare l'oggetto, (bisogno reale), o se ci é stato proposto da altri quando non ne sentivamo la mancanza (bisogno indotto)? È possibile che uno usi le cose finché funzionano, e che cerchi di farle aggiustare se si rompono, prima di cambiarle semplicemente perché non sono più di moda, o perché é uscito un modello più accessoriato di quello che stiamo usando? É possibile acquistare cose prodotte nel nostro Paese anche se meno convenienti della concorrenza, ed è possibile rifiutarsi di comprare cose prodotte in Paesi dove lo sfruttamento della manodopera, lavoro infantile incluso, si mantiene ad un livello blasfemo?
É possibile pagare le tasse tranquilli, sapendo che cosi si contribuisce al bene comune, pagando gli stipendi agli infermieri degli ospedali, agli insegnanti dei nostri figli, ai vigili che controllano la sicurezza stradale e via di seguito? É possibile cercare di favorire i piccoli e non i grandi; rifiutarsi di votare per coloro che é risaputo che sono ricchi; rifiutarsi di finanziare con l'8 per 1000 la Chiesa cattolica che é ricca; rifiutarsi di invidiare i ricchi, vedendo in loro gli operatori di quello "scambio ineguale" che porta loro ad essere sempre pin ricchi e i poveri ad impoverirsi sempre di più? É possibile andare in auto a velocità moderata, dato che la crescita del consumo di carburante é esponenziale in rapporto alla velocità? É possibile far durare le cose, e seguire lo sviluppo tecnologico in un modo compatibile con l'esercizio sistematico della solidarietà?
É possibile pian piano costruire una cultura del necessario, e destinare quanto eccede a favore di coloro che sono ancora sotto la soglia del necessario stesso? (fruizione dei diritti umani fondamentali al cibo, alla salute, alla scuola, soprattutto al lavoro, che é la porta d'ingresso della fruizione di tutti gli altri diritti)? É possibile arrivare a capire che la libertà ha come precondizione la libertà dal bisogno, altrimenti essa non esiste, é solo virtuale; e che oggi essa é inaccessibile per i due terzi dell’umanità, che deve lottare per avere cibo sufficiente, acqua potabile, cure se si ammala, scuole per i piccini, lavoro per i genitori, e non riesce a raggiungere questi obiettivi?
È possibile arrivare a capire che il mercato non é mai libero, che lo scambio è sempre ineguale, perché il più ricco é quello che fa il prezzo, ed il più povero é costretto ad accettarlo? E quando arriveremo a capire che é blasfemo continuare a lasciare cibo, salute e lavoro ostaggi della logica di mercato e della competizione; che é necessaria un'economia pianificata sul bene comune, un'economia di comunione fondata sul diritto-dovere al lavoro per tutti i cittadini del Pianeta?
Io credo che la risposta a tutte le precedenti domande possa essere affermativa, e che a questo punto ognuno debba decidere da che parte stare, cosa scegliere, se rendersi disponibile a pagare di persona. Lo scontro di questi giorni fra la FIAT e la FIOM é emblematico, e potrebbe finalmente farci aprire gli occhi, (o farceli chiudere per i prossimi secoli). Se noi accettiamo il mercato e la competizione, ha ragione Marchionne, ed i nostri operai si dovranno adeguare, per essere competitivi, al livello di sfruttamento degli operai di quei Paesi che oggi sono vittime di fascismo sostanziale. Se noi, invece, anteponiamo l'uomo al profitto, se mettiamo l'economia a servizio dell'uomo stesso, se anteponiamo alla logica di mercato il rispetto dei diritti umani delle persone, allora hanno ragione gli operai della FIOM, che difendono le conquiste fondamentali della democrazia (diritto di sciopero), e dello stato sociale.
Ma il nocciolo del problema sta proprio qui: se noi rifiutiamo mercato e competizione, che includono strutturalmente che i non-competitivi perdano il lavoro, allora dobbiamo riscoprire Santo Carlo Marx e il socialismo, dobbiamo costruire un’economia di comunione. C'é ancora, qui da noi, una Sinistra che sappia riconoscere e riconquistare le fondamenta che la rendevano e la rendono tale, cioè Sinistra? E i cristiani arriveranno a capire che, per essere tali, devono essere dei “compagni”? Le prospettive sono grigie anche se l’occasione potrebbe rivelarsi preziosa.
Stiamo a vedere e, nel frattempo, lavoriamo su noi stessi, perché il social-bipede prevalga sul capital-bipede. Tante volte le piccole cose racchiudono in sé un grande potere...
Mario Mariotti


Marted́ 14 Settembre,2010 Ore: 16:02
 
 
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