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www.ildialogo.org La circonvenzione di incapace,di Mario Mariotti

Editoriale
La circonvenzione di incapace

di Mario Mariotti

Io ormai sono vecchio, e di fenomeni squallidi ne ho visti tanti, ma quello che è venuto avanti negli ultimi tempi, la civiltà dell'amore, il messaggio di Raoul Follereau,cooptato da Berlusca penso sia un bordello da premio Oscar, reso possibile dalla “circonvenzione di incapace”, operata dal bipede di Arcore, per aver trasformato una larga parte di cittadini della nostra Repubblica appunto in soggetti talmente alienati, da essersi esclusi sia dalla logica, sia dall'etica, sia dal comune buon senso.
Povero Follereau, che brutta fine ti stanno facendo fare, e anche povero me, che lavoro per l'Associazione ispirata da te da più di 40 anni e mi ritrovo coinvolto in un'operazione talmente squallida, che farebbe venire l’esaurimento nervoso per inadeguatezza del proprio specifico al più collaudato e blasonato degli ipocriti del Pianeta!
La prima cosa che salta agli occhi nell’accostamento fra Follereau e Berlusca, é quel miracolo dei miracoli che ha permesso al secondo, a forza di amare, e quindi di condividere, di accumulare quell'enorme ricchezza, quello spropositato accumulo di denaro e di beni, che lo pone ai primi posti fra i più ricchi del nostro Paese. L'accumulare condividendo é proprio un fenomeno unico. Basterebbe questa constatazione per rendersi conto che chi beve le esternazioni di colui che dichiara di aver introdotto etica e amore in politica con questo tipo di risultato, é un soggetto che non ha litigato con Aristotele solo perché, quando é sceso dall'albero e si é messo in posizione eretta, il filosofo greco era collocato in un futuro ancora lontano, lontanissimo. Ma proviamo a riflettere.
Il proboviro di Arcore, dopo essersi presentato come l’unto del Signore, benedetto dalla gerarchia, per essersi fatto paladino dei valori indisponibili riassumibili nei termini di Dio, Patria e Famiglia, ha accalappiato il messaggio di Follereau, l'ha fatto proprio, e si é autoattribuito anche il titolo di paladino della civiltà dell'amore, contrapponendosi alla Sinistra che si nutrirebbe, prima e dopo i pasti solamente di odio e del desiderio blasfemo di imporre tasse al prossimo. Cosa può aver reso possibile che, quando il suddetto personaggio ha la bronza di esternare questo tipo di enunciati, non solo non viene ricoperto di pomodori, pernacchi e uova marce, ma viene anche applaudito, creduto, seguito e votato?
L'appropriazione indebita del messaggio dell'apostolo dei lebbrosi é tanto evidente, che ci troviamo proprio alla presenza del reato di “circonvenzione di incapace”, e l'incapace nel caso specifico, io credo sia una gran parte del popolo cattolico del nostro Paese, popolo che ha cosi interiorizzato il messaggio evangelico, di cui quello di Follereau in qualche modo è una eco, da appoggiare, sostenere e votare per Berlusconi e Bossi, paradigmi indiscutibili del "beati i poveri in spirito" perché mi votano, e del "tutti sono prossimo" purché se ne tornino a casa loro.
Cosa può aver reso possibile questo fenomeno che, se non fosse tragico, sarebbe ridicolo e divertente? Non sarà che la "cattolicità" della nostra gente abbia favorito quella cultura che separa la forma dalla sostanza, spera negli uomini della Provvidenza, considera le tasse come una metastasi da estirpare, quando c’é da chiedere cerca il "pubblico", e quando c'é da dare si chiude nel "privato", si nutre di slogan, ha trasformato il “Beati i poveri per scelta" nel beati gli indefinitamente ricchi? Dei limiti del popolo cattolico probabilmente in parte può essere considerato colpevole anche Follereau, e la nostra Associazione con lui.
Amare, agire? L'enunciato é tronco: manca il condividere. La civiltà é amarsi? L'amarsi è il "mettere in comune" il dono di Dio fra noi. Il mondo ha fame di grano e di tenerezza? Il necessario va garantito a tutti, e la tenerezza esclude la violenza del mercato e della competizione. Il primo segno dell'amore è la giustizia? Giusto, se aggiungiamo che quest'ultima si sostanzia nell’egualitarismo prodotto dalla condivisione, e che essa solo a questa condizione genera la pace.
E come parlare di civiltà dell'inclusione, se non si focalizza che mercato e competizione, strutturalmente, escludono i perdenti? E come parlare di intercultura, se non si denuncia l'univocità della nostra informazione, che pontifica per 25 ore al giorno il Beati i ricchi, e propone sistematicamente il modello USA che ne é il paradigma, per cui ogni altra cultura viene fagocitata e soffocata? E come vincere la lebbra senza denunciare i tre cancri, capitalismo, mercato e competizione, che strutturalmente la generano?
E come dichiararsi a servizio degli ultimi, e poi far parte, di fatto o di desiderio, del popolo dei primi, ed essere tanto ciechi da non accorgersi che a spacciarsi per difensore dei valori cristiani, della civiltà dell'amore, é un bicefalo mammona che inneggia alla condivisione accumulando ricchezza e potere, e inneggia all'amore odiando i diversi, i poveri, gli extra comunitari, i rom e tutti quelli che non sono come noi? E come chiedere la salute per tutti senza chiedere il lavoro per tutti, lavoro che é la vera condizione eucaristica di chi si spende per il bene comune, e che é anche il vero cemento per creare e tenere unita la famiglia?
E come spiegare il fenomeno delle migrazioni senza dare il nome a quello che si é globalizzato il "mercancro", il quale, a sua volta, impoverisce i poveri e provoca le migrazioni? E perché non spiegare che la libertà dal bisogno é la "precondizione" per ogni altro tipo di libertà, e che, senza la prima, il necessario per vivere, le seconde diventano puramente virtuali?
Si, l'appropriazione di Follereau da parte di Berlusca é indebita ed ignobile, ma anche noi di AIFO siamo complici nella circonvenzione di incapace, avendo contribuito a mantenere incapace di intendere, ma capacissimo di volere se si tratta di sesterzi, quel popolo cattolico che é la base della nostra Associazione, e al quale non abbiamo saputo o, per prudenza voluto, far aprire gli occhi.
E d’altra parte, perché meravigliarsi? Follereau non é certo la prima vera vittima; la vera Vittima, quella che grida vendetta agli occhi di Dio, é lo stesso Nostro Signore, usato in modo blasfemo per sostenere ed ingrassare mammona e per benedire la razza ariana dei ricchi e dei potenti, specializzatissimi nell'amare purché non si traduca assolutamente nel condividere. Cosa ci resta da fare? Due cose sole: non imitare la gerarchia, che continua a benedire le due bestemmie della condivisione, Berlusca e Bossi, e prendere le distanze, in noi stessi, da quella parte di noi stessi che è funzionale al potere ed al successo delle precedenti bestemmie.
La cultura del necessario e l'economia di comunione sono il passaggio ineludibile per il servizio agli ultimi e per un futuro senza ultimi. Anche AIFO deve far proprio questo progetto, altrimenti la civiltà dell'amore resterà disincarnata, un puro suono, e il mondo resterà preda delle iene della Verità e della violenza che esse impongono ai non-garanti della terra.
Mario Mariotti


Giovedì 27 Maggio,2010 Ore: 15:49
 
 
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