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www.ildialogo.org Perché la vita, come la fede e come l’amore, continuamente ci sfugge…,di p. Giorgio, sacramentino Caserta

Editoriale
Perché la vita, come la fede e come l’amore, continuamente ci sfugge…

di p. Giorgio, sacramentino Caserta

In questi giorni son un poco agitato…anzi sono proprio davvero preoccupato.
Da quando mia madre ha scoperto di essere rimasta incinta, non si dà pace.
Sono io ad averla scombussolata, io che all’improvviso sono comparso dentro il suo grembo ed ora lei non sa cosa fare…lei ‘clandestina’, mio padre ‘clandestino’, mio fratello pure ‘clandestino’…ed ora arrivo io, ‘clandestino’!
In tanti mi stanno difendendo: “Nessuno si deve permettere di ostacolare la mia nascita!”; un ‘governatore’ ha preso le mie difese (pur sapendo che sarò un’altra piccola creatura ‘nera’), ed un eminente cardinale lo ha subito elogiato.
Sono sorpreso che si interessino così tanto della mia piccolissima vita, che ha tutto il diritto di nascere, e crescere e vivere…, ma …ecco…appunto…: quanto al nascere non sarebbe un problema, ma poi… crescere e vivere, dignitosamente e secondo giustizia,…questo comporta più di un rischio e tanta sofferenza.
Vivere dignitosamente!
Io li sento da questo posticino privilegiato e protetto i discorsi, le riflessioni, i tremori e le preoccupazioni dei miei genitori:
mio papà è in Italia da ormai 10 anni e da quando gli hanno bloccato la pratica alla famosa sanatoria del 2002, non c’è stato verso di dargli una possibilità di riscatto: ha fatto 1000 lavori in questi anni, sempre in nero naturalmente, cercando di evitare ogni controllo; ha visitato tutte le campagne del sud Italia, da Cassibile a Rosarno, da S. Nicola Varco a Castel Volturno! e a Castel Volturno ha conosciuto
mamma, che fino a quel momento era costretta a vivere, sfruttata sulla strada,… giorni e giorni di violenza, di paure, di terrore, e di pianti; quando mamma e papà si sono innamorati e hanno capito che erano fatti l’uno per l’altra, hanno deciso che dovevano scappare: sono stati coraggiosi, ma ce l’hanno fatta e sono andati a finire al nord, in un paesino del Piemonte; e lì continuano a vivere irregolari, con il reato di clandestinità che oggi pesa su di loro come un macigno pesantissimo; mia madre ha pure provato a fare la sanatoria dello scorso settembre, ma sembra che pure lei, come papà 8 anni fa, potrebbe non farcela perché in passato è stata più volte fermata senza permesso di soggiorno;
e il mio fratello maggiore, 20 anni, figlio d’Africa, del primo matrimonio di mio padre, scappato dal mio paese pieno di lotte etniche, e soprattutto impoverito dai meccanismi dell’economia mondiale, è giunto qui chiedendo Asilo Politico, e la Commissione che lo ha intervistato…non solo non ha sentito un minimo di disagio ascoltando il viaggio drammatico che ha affrontato per il deserto e per il mare, ma si è pure permessa di dire che la situazione nel mio paese è tranquilla; e invece non ne sanno proprio nulla di quel che accade nel mio paese.
Vivere dignitosamente!
E poi, quanto al mio nascere, che ne sanno gli uomini di cosa sentono una mamma e il suo bambino, in quei primi giorni in cui una vita sboccia e si ha paura di non poterla accogliere? Io sento tutto, ma proprio tutto, quello che sente mia madre dentro di sè: il suo dramma e la sua sofferenza nel farmi nascere in queste condizioni… e lei sente tutto, ma proprio tutto quello che sto provando io, la mia voglia di venire al mondo!
Come potete giudicare quello che mamma, e papà insieme con lei, decideranno di fare?
Dentro il grembo di mia madre mi sento protetto e ancora non vengo inondato dalle tante falsità e ipocrisie che spesso si sentono fuori. Vorrei potere gridare che sì, tanta è la voglia di nascere, ma ancor più grande è il desiderio di stare al mondo come qualsiasi bambino lo desidererebbe; come Dio sogna per tutte le sue creature. Vorrei gridare ancora più forte, a chi vorrebbe che io venissi alla luce, che smisurata è la fiducia che nutro per le persone che più di tutte vogliono il mio bene, e più di tutte soffrono per me: a coloro che vogliono difendere la mia piccolissima vita, e la vogliono far nascere a tutti i costi, per principio, vorrei gridare che dovrebbero lottare per permettere, innanzitutto, una vita giusta e dignitosa per i miei genitori ‘clandestini’, e per tutti coloro che al mondo già ci sono e arrancano e soffrono!
E poi…un ultimo pensiero, soprattutto per quell’eminente sacerdote…con rispetto, ma con coraggio: se la mia mamma, dentro il dramma che sta vivendo, dovesse scegliere di ‘perdermi’…in verità, io so che non morirò… perché la mia piccolissima vita sarà accolta nella luce e nell’amore infinito di Dio.


Domenica 11 Aprile,2010 Ore: 08:48
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Giovanni Sarubbi Monteforte Irpino 15/4/2010 07.41
Titolo:Riusciranno mai a capire?
Pubblicando il tuo articolo mi sono chiesto: riusciranno mai a capire le sofferenze che infliggono a tanta povera gente? Mi riferisco ovviamente a chi ha approvato e propaganda le leggi razziali nel nostro paese, a chi firma le loro petizioni e i loro proclami di odio, a chi li vota consapevole di che cosa sta votando. L'egoismo è così forte che nessun dolore riesce a scalfire? E' così o c'è speranza per questa umanità?

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