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www.ildialogo.org Interrompere le trattative per la privatizzazione,di Giuseppina Buscaino

Acqua
Interrompere le trattative per la privatizzazione

di Giuseppina Buscaino

Assemblea dei movimenti per l’acqua del centro sud tenutasi a Bari - Chiediamo al Presidente di ACS l’interruzione delle trattative per la privatizzazione.
Sabato 7 ottobre, abbiamo tenuto a Bari un’assemblea dei movimenti per l’acqua pubblica del centro sud. E abbiamo elaborato un programma. Abbiamo considerato che le Costituzioni dei paesi devono includere la contemplazione dei diritti della Natura, i Governi devono esserne i garanti. I diritti della Terra devono includere anche i diritti degli esseri umani derivanti da Madre Terra, cioè il diritto all’acqua e al cibo, alla salute e a un ambiente sano, il diritto ai beni comuni: fiumi, laghi, sorgenti, falde, sementi, biodiversità, atmosfera.
L’acqua è un diritto, l’acqua non può avere un prezzo, i diritti non si comprano.
Nel 2011 il referendum popolare ha sancito il riconoscimento del diritto umano all’acqua attraverso la gestione pubblica del ciclo idrico integrato. Il Governo nazionale, il Parlamento italiano non curanti dell’esito delle consultazioni, non hanno avviato alcun processo per la ripubblicizzazione. Le norme prodotte contraddicono la volontà democraticamente espressa e favoriscono gli interessi delle lobby. Sono 9 le Corporation internazionali che hanno pianificato con il consenso del Governo e degli amministratori locali l’accaparramento delle gestioni mettendo in campo una strategia che prevede in via prioritaria l’accaparramento delle fonti d’acqua. Nel centro sud Italia, nel cd distretto appenninico, è in atto un processo di aggregazione graduale per costruire la più grande privatizzazione d’Europa. Il gestore principale è la multinazionale francese Suez (che è compresa in ACEA). Percorsi analoghi sono in corso nel resto del paese. Per riuscire nell’intento le Corporation hanno sferrato un attacco alle fonti d’acqua, che sono occupate per l’acquiescenza o col favore della politica locale e nazionale. Le Corporazioni si garantiscono così la gestione del rubinetto principale, grandi profitti e controllo dei territori, a fronte d’un impegno minimo e nessun rischio.
Al Governo e al Parlamento italiano chiediamo di agire per la nazionalizzazione del ciclo integrato delle acque. In particolare, di approvare una legislazione che favorisca la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato privilegiando le gestioni locali e l’impegno delle comunità, che garantisca che la gestione di tutte le fonti d’acqua sia pubblica e sotto il controllo delle comunità locali; che finanzi la ristrutturazione e la creazione di reti idriche per garantire una gestione strutturalmente adeguata della preziosa risorsa, che sottragga la gestione idrica alle competenza dell’Autorità regolatrice del mercato riassegnando le funzioni al Ministero dell’Ambiente; che crei una Rete di Protezione Civile dell’Acqua, che garantisca strutturalmente il riconoscimento del diritto anche in occasione delle emergenze. Alle Regioni d’Italia chiediamo di pianificare il servizio idrico integrato favorendo e sostenendo le ripubblicizzazioni e la creazione di gestioni pubbliche. Di deliberare la gestione pubblica delle fonti d’acqua e l’esproprio di tutte quelle assunte dalle imprese private nazionali e multinazionali assegnandole agli Enti locali e alle comunità. Agli Enti Locali chiediamo di agire per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato opponendosi a ogni forma di speculazione, di acquisire e gestire le fonti d’acqua insieme alle comunità locali. Al Presidente di ACS Raffaello De Stefano chiediamo nel rispetto del referendum di porre fine alle trattative per l’accorpamento di ACS con GESESA e AQP che serve a favorire la creazione di una grande multiutility del sud.

 
Giuseppina Buscaino ( Referente provinciale Comitato Acqua Bene Comune)



Giovedì 12 Ottobre,2017 Ore: 21:52
 
 
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