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www.ildialogo.org IL 2 OTTOBRE 2016 TRA MEMORIA E FUTURO,di Raffaello Saffioti

Economia della Felicità
IL 2 OTTOBRE 2016 TRA MEMORIA E FUTURO

A FIRENZE UNA GRANDE CONFERENZA INTERNAZIONALE PER COSTRUIRE UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO


di Raffaello Saffioti

Quando capiamo il nesso tra crisi climatica, crisi economica
e la nostra personale sofferenza, allora c’è davvero
il potenziale per cambiare il mondo.
H. NORBERG-HODGE
Dobbiamo cercare la ricchezza non nelle viscere della terra
ma nei cuori degli uomini.
Se questo è corretto, la vera legge economica
è che gli uomini debbano essere mantenuti nella migliore salute possibile,
sia del corpo che della mente, e nella più elevata condizione di dignità.
M.K. GANDHI
2 OTTOBRE, DATA STORICA: MEMORIA E FUTURO
Il 2 ottobre ricorre l’anniversario della nascita di GANDHI (1869) e si celebra la Giornata Internazionale della Nonviolenza, promossa da una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 2007.
In questa occasione ha avuto luogo a Firenze, l’“VIII Conferenza Internazionale dell’Economia della Felicità”. Il giornale “il dialogo” aveva dato notizia della Conferenza e del suo Programma il 29 agosto scorso.
Le edizioni precedenti si erano svolte con grande successo in Australia, USA, India e Corea.
Anche questa edizione ha avuto successo, con uno straordinario numero di partecipanti, nella prestigiosa cornice del Teatro Verdi. I promotori della Conferenza sono stati Local Futures-Economics of Happiness e Mani Tese.
Tra i partner: il Centro Gandhi, l’Associazione per la Decrescita Italia, il Movimento Decrescita Felice.
Tra i Media Partner: Terra Nuova, Decrescita Felice Social Network, Gruppo Macro, L’Italia che Cambia.
Due le sessioni della Conferenza: la prima col titolo: “I fondamenti dell’Economia della Felicità – La via della Localizzazione e della Decrescita”, aperta dalla lectio magistralis di HELENA NORBERG-HODGE;
la seconda col titolo: “Una rivoluzione culturale per salvare l’umanità”, con la lectio magistralis di SERGE LATOUCHE.
Molti e autorevoli i relatori nelle due sessioni.
Helena Norberg-Hodge è la fondatrice dell’“International society for Ecology and future” per studiare le cause della crisi sociale ed ecologica a livello globale. Con il suo docu-film “L’economia della felicità” parla di un altro mondo possibile, di una strada per uscire dalla crisi.
OBIETTIVI DELLA CONFERENZA DELL’ECONOMIA DELLA FELICITA’
L’obiettivo principale e dichiarato della Conferenza: “aumentare la consapevolezza riguardo alle verità nascoste dell’economia globale”.
In particolare:
  • “Dare il via ad un dibattito informato sui temi della economia della crescita globale, in primo luogo i cosiddetti trattati di libero scambio che hanno determinato e determinano il passaggio di potere dai governi nazionali alle multinazionali o Big Corporation.
  • Raccogliere esempi concreti di progetti di localizzazione per esplorare un nuovo paradigma economico che beneficia le persone, le loro comunità e l’ecologia – piuttosto che le banche e le grandi aziende.
  • Avviare uno studio sistemico e un dibattito sulle idee e le mode culturali che hanno portato nell’epoca moderna all’egemonia dell’economico e del monetario sugli altri aspetti della vita. Solo un’analisi accurata delle radici culturali del mito della crescita globale, può portarci ad invertire radicalmente la tendenza perché in realtà un altro mondo è possibile, anzi necessario.
  • Esplorare i programmi di gruppi e organizzazioni locali rispetto al passaggio da globale a locale e rivitalizzare le economie e comunità.
  • Condividere strategie efficaci per un cambiamento sistemico. Questo deve passare per cambiamenti di politica attraverso leggi, tasse e sussidi che penalizzino il commercio e l’economia globale per favorire il locale, l’ecologico, le comunità di territorio.
  • Contribuire alla costruzione di un movimento internazionale forte a favore del cambiamento da globale a locale, attraverso l’International Alliance for Localization (IAL) ed altre piattaforme condivise”.
Non è questa la sede per documentare lo svolgimento della Conferenza. C’è da chiedersi se la stampa darà l’informazione necessaria di questo evento di importanza eccezionale. E’ temerario pensare al pericolo di una congiura del silenzio? Intanto è presto per prevedere l’eco della Conferenza nel prossimo futuro.
UN’ECONOMIA PER LA VITA”.
Tra i molteplici temi svolti dalla Conferenza, con questo articolo si vuole evidenziare quello svolto, nel corso della prima parte della giornata, dalla relazione di GABRIELLA MARIA CALDERARO, col titolo “UN’ECONOMIA PER LA VITA”.
Calderaro è autrice di “Sarvodaya. Un’economia a servizio di tutti” (Centro Gandhi Edizioni, Pisa), di recente pubblicazione.
“E’ un’attivista e una studiosa del pensiero nonviolento, redattrice dei Quaderni Satyagraha e responsabile delle relazioni internazionali e coordinatrice del progetto UNESCO per il Centro Internazionale per la Nonviolenza Mahatma Gandhi di Monteleone di Puglia (FG)”.
Sarvodaya è il termine usato da Gandhi e Vinoba Bhave per indicare un’economia che si ponga come obiettivo, non l’accumulo di ricchezza personale ma il benessere di tutti, nessuno escluso.
Di fronte all’attuale crisi del sistema mondo, una crisi non solo finanziaria ma etica e sociale, è diventato sempre più necessario prestare attenzione alla ricerca di alternative al sistema economico dominante.
Gandhi fu il primo uomo politico ad aver introdotto la nonviolenza nell’economia. Il suo pensiero è di estrema attualità nella ricerca di vie di uscita dal disastro ecologico, dalla crescente povertà delle masse e dall’escalation delle guerre”.
(Dalla quarta di copertina)
Con la Relazione Calderaro ha ripreso i temi di questo libro.
“Il concetto di sarvodaya era basato sull’assunto che tutti gli uomini sono uguali. Come ha scritto Vettickal, esso era la concreta manifestazione di molte idee spirituali che Gandhi riteneva presenti nelle diverse tradizioni religiose (…).
Per il Mahatma le leggi spirituali dovevano essere i principi guida della vita pratica degli uomini e nella sua vita cercò di applicare il sarvodaya in tutte le attività quotidiane.
… Secondo Gandhi il progresso morale era l’unica strada praticabile per la salvezza dell’umanità. La violenza e la coercizione, infatti, non sono utili a stabilire una società nonviolenta, che può realizzarsi solo attraverso l’evoluzione individuale dell’uomo, che accetta volontariamente il sacrificio di sé per il bene di tutti.
Attraverso il sarvodaya Gandhi si proponeva di recuperare lo spirito culturale e religioso delle piccole comunità di villaggio indiane, che la modernità rischiava di spazzare via per sempre attraverso la diffusione di modelli di vita e di consumo propri della moderna civiltà industriale.
Con il sarvodaya la vita comunitaria, i villaggi e le periferie della storia recuperavano il loro potere decisionale. Sul piano economico ciò comportava una decentralizzazione del potere e una produzione su piccola scala.
… In questo senso il sarvodaya si offriva come una diversa forma di potere del popolo, attraverso la pratica del lokniti che significa disciplina, autocontrollo, abnegazione, esercizio dei doveri civici, fede in Dio e servizio disinteressato. Il sarvodaya condannava la regola della maggioranza, le elezioni, i partiti politici e la centralizzazione del potere. Gandhi voleva una ‘democrazia senza Stato’ in cui anche i più deboli avessero la possibilità di essere ascoltati e di prendere decisioni. La democrazia ideale doveva nascere attraverso una federazione di comunità di villaggio basate sulla nonviolenza”. (pp. 74-75)
I principi dell’economia gandhiana”
“Romesh Diwan e Sushila Gidwani nel loro scritto: The Indian Economy in the 1970s, hanno individuato sette principi di economia gandhiana fortemente intercorrelati tra loro su un piano di piena eguaglianza: il primo è la proprietà nonviolenta e il riconoscimento formale dell’amministrazione fiduciaria; il secondo è la produzione nonviolenta e l’uso di tecnologie appropriate; il terzo è il consumo consapevole e la limitazione volontaria del possesso di beni superflui; il quarto è il lavoro nonviolento e la pratica del ‘lavoro del pane’; il quinto è la cooperazione; il sesto è la distribuzione nonviolenta delle risorse e l’eguaglianza; il settimo il socialismo comunitario e nonviolento.
I sette principi, diversamente dall’economia classica, non sono concetti astratti e indipendenti da ogni spazio o luogo. Essi sono sempre correlati a ciascuno dei quattro assiomi annunciati nel suo pensiero filosofico-sociale e in stretta interconnessione con le sei premesse della sua dottrina dell’economia sociale. L’idea è quella di realizzare un’economia che rifiuti ogni forma di violenza e realizzi una società le cui relazioni umane si muovano su principi di lealtà e giustizia.
L’economia di un paese determina la struttura della società, definisce le interazioni umane e il suo benessere. Quando le leggi dell’economia ignorano i principi etici e si fondano su idee di egoismo e diseguaglianza, il risultato sarà la formazione di una cultura nonviolenta. Questo tipo di cultura diventa la base di una società strutturalmente violenta, determinando comportamenti e relazioni umane distruttive”. (p. 120)
“Attualmente il modello gandhiano si ripropone come alternativa alla crisi che coinvolge le moderne società occidentali. Se da una parte l’attuale sistema economico ha raggiunto un record impressionante per la sua capacità di produzione, di sviluppo tecnologico e di sfruttamento delle risorse, dall’altra parte lo stesso sistema economico ha generato tensione e nevrosi nella vita delle persone, con una forte tendenza verso il degrado umano e ambientale. Sono aumentati il divario tra ricchi e poveri, la disoccupazione, la miseria e l’ingiustizia. Gandhi aveva seri dubbi sulla capacità che un tale sistema economico potesse nel tempo continuare a mantenersi in vita”. (p. 128)
UN CONTRIBUTO ORIGINALE
La relazione di Calderaro può essere considerata come un contributo originale ai lavori della Conferenza fiorentina e si distingue da tutti gli altri contributi, pur offerti da autori famosi e prestigiosi, perché Gandhi come economista è quasi sconosciuto.
La Calderaro si è detta debitrice a Rocco Altieri che l’ha aiutata anche con la biblioteca del Centro Gandhi.
Altieri ha scritto nell’apertura del libro:
“Questo libro, opera di una giovane ricercatrice, che ha studiato le fonti storiche, la letteratura diretta e indiretta, recandosi in India presso la Gandhi Research Foundation di Jalgaon, sconfessa i pregiudizi più comuni, dimostrando la scientificità del pensiero economico nonviolento.
Il pensiero di Gandhi non vi appare mai estemporaneo, in quanto nasce e matura attraverso l’analisi della realtà concreta e la lettura approfondita, soprattutto nei suoi periodi di prigionia, delle maggiori opere degli economisti classici.
… Il libro indaga la visione economica di Gandhi rispetto ai suoi diretti precursori e ispiratori: Rousseau, Ruskin e Tolstoj, che lo aiutarono a elaborare i principi fondanti dell’economia nonviolenta: il Sarvodaja e lo Swadeshi (ciò che appartiene al proprio paese) che egli mise in pratica attraverso le comunità di villaggio in Sudafrica e in India.
… L’indagine prosegue mettendo a confronto l’economia nonviolenta con le idee dei principali pensatori dell’economia moderna.
Da questo studio comparato sono così emersi i temi e le problematiche di maggiore attualità sulla crisi ecologica, la perdita dell’identità culturale, la povertà delle masse e l’escalation delle guerre. Come ha scritto Kumarappa:
Gandhi ci ha indicato la vera via per la pace. Dobbiamo avere il coraggio di sradicare le cause strutturali dei conflitti internazionali. In primo luogo, le caratteristiche della vita economica. Ognuno di noi può rendersi responsabile dello sfruttamento che porta alla guerra. Quando compriamo o vendiamo merci e materie prime basate sullo sfruttamento diventiamo partecipi della guerra che ne deriverà. La prevenzione della guerra, dunque, dipende dalla nostra capacità di essere autosufficienti su base decentrata. La pace internazionale ha bisogno che si sradichino le cause dell’ingordigia, dell’odio e del sospetto. Ciò può comportare la scelta di un modo di vivere più semplice. Cosa preferiamo: una vita opulenta con la guerra o una vita semplice e piena di pace?”. (pp. 5-6)
UN MOMENTO FORTE DELLA CONFERENZA
La testimonianza del Comune di Monteleone di Puglia
Un momento forte della Conferenza è stato vissuto all’inizio della sessione pomeridiana, coordinata da Rocco Altieri e Renato Briganti.
Altieri ha introdotto l’intervento del SINDACO di MONTELEONE DI PUGLIA, GIOVANNI CAMPESE, che ha partecipato alla Conferenza con tutto il Consiglio Comunale, composto di rappresentanti di varie categorie sociali, con altri cittadini e il Gonfalone del Comune.
Monteleone di Puglia è il più alto Comune della regione, a 850 metri di altitudine, di circa 1.000 abitanti. Da una Deliberazione del Consiglio Comunale è nato il rapporto col Centro Gandhi con il Progetto della istituzione del Centro Internazionale per la Nonviolenza “Mahatma Gandhi”.
In questo comune un evento di valore storico è avvenuto il 23 agosto del 1942 con la rivolta di donne contro la guerra, la prima in Italia[1].
Monteleone è il primo comune in Italia ad aver commemorato il centenario della Prima Guerra Mondiale con la lapide posta alla base del monumento ai caduti e l’epigrafe “La guerra è follia!”.
In un foglio bilingue distribuito nella Conferenza si legge:
“Monteleone di Puglia si candida ad essere leader per la rinascita delle economie locali e per la ricostruzione della vita comunitaria.
Il vero cambiamento può nascere solo dai piccoli centri che conservano una connessione vitale con la natura: il Comune si è distinto per la valorizzazione della biodiversità e delle produzioni locali.
Nel campo dell’educazione alla pace, sin dal 2004, ha attivato una summer school.
Nel 2015, con il progetto UNESCO, è stato istituito un Osservatorio sulla mediazione dei conflitti attraverso il metodo TRANSCEND, elaborato da Johan Galtung.
Nella pratica dell’accoglienza, nel 2016, ha inaugurato un centro comunitario che ospita le famiglie dei profughi.
Altro obiettivo è la creazione di un campus permanente per la formazione dei “Corpi civili di pace” e di laboratori di “arti per la pace”: musica, canto, pittura, teatro”.
In epigrafe:
“Siccome la guerra inizia nella mente degli uomini,
è nella mente degli uomini che le difese della pace devono essere costruite”.
“Noi dobbiamo usare le nostre menti per pianificare la pace
in modo altrettanto rigoroso di quanto abbiamo fatto finora per pianificare la guerra”.
(Martin Luther King)
Il Sindaco CAMPESE nel suo intervento ha detto:
“I temi che state discutendo da questa mattina noi stiamo cercando di metterli in pratica da circa due anni.
… Siamo qui perché vogliamo dare la nostra testimonianza tangibile per quello che sul piccolo si può fare e vogliamo chiedere aiuto”.
Roma, 5 ottobre 2016
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi
raffaello.saffioti@gmail.com

NOTE
[1] VITO ANTONIO LEUZZI, Donne contro la guerra. La rivolta di Monteleone di Puglia (23 agosto 1942), Bari, Edizioni del Sud, 2016.



Mercoledì 05 Ottobre,2016 Ore: 20:16
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
CENTRO GANDHI ONLUS Pisa 05/10/2016 21.25
Titolo:Un convegno a sostegno dell'economia locale.
Importante documentazione del Convegno di Firenze del 2 ottobre, giornata mondiale della nonviolenza,  dove si è parlato ampiamente delle forme del sarvodaya: un 'economia a servizio di tutti.
Importante la presenza del Sindaco e del consiglio comunale di Monteleone di Puglia, che hanno testimoniato la scelta di costruire economie di pace. 
Autore Città Giorno Ora
Pasquale  Rigillo  Monteleone di Puglia  08/10/2016 23.33
Titolo:Monteleone  fra presente e futuro.
Monteleone di Puglia, il comune più alto della regione, ha partecipato con il sindaco,  la giunta e l'intero  consiglio comunale alla VIII Conferenza "l'Economia della Felicità" tenutasi a Firenze  il 2 u.s.. il sindaco, Giovanni  Campese,  nel suo breve intervento ha richiamato una parte dei temi trattati. Mi corre l'obbligo, per questo,  ringraziare  il prof. Rocco Altieri per l'invito, i suggerimenti e il costante rapporto personale  e telefonico in quanto,   grazie a Rocco,   Monteleone ha intrapreso iniziative importanti come il Centro della nonviolenza realizzato a Monteleone, il convegno sulla biodiversità orticola organizzato con l'università di Foggia, studi sull'economia  dei piccoli comuni,  tutte iniziative che hanno  consentito  al paese di fuoriuscire dall'alveo "locale" e di proiettarsi in ambito nazionale e internazionale. Un grazie a  Raffaello Saffioti  per le belle parole spese nei confronti  della nostra amministrazione.  Infine grazie al direttore del "Dialogo" per lo spazio  riservato alle iniziative  dell'amministrazione  comunale di Monteleone. 
Il VicesindacoPasquale  Rigillo 






 

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