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www.ildialogo.org Rassegna<br> 6-12 dicembre 2011,di Laboratorio Baracca

Economia
Rassegna
6-12 dicembre 2011

di Laboratorio Baracca

Mercati e Analisti Finanziari

LE RISPOSTE ALLA MANOVRA E AL PATTO EUROPEO

L'audizione del presidente della Banca d'Italia Ignazio Visco ad opera delle commissioni bilancio di Camera e Senato di Venerdì, così come riportate dal Sole24ore (non è ancora disponibile il testo integrale) (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-09/visco-manovra-necessaria-fara-095737.shtml?uuid=AaZP3iSE) rendono limpido il senso di una manovra che ha scontentato così tanti e dagli effetti contraddittori: la riequilibrazione dei conti e il raggiungimento del pareggio di bilancio sono l'assoluta priorità.

Viene quindi accolta bene, nonostante la previsione dell'effetto recessivo: «Manovre necessarie, appunto, anche se le misure «hanno effetti restrittivi sul Pil, stimabili in mezzo punto percentuale nel prossimo biennio». Tuttavia, dice Visco, «l'impatto potrebbe essere in larga parte compensato se il calo dei rendimenti sui nostri titoli decennali osservato nei giorni immediatamente successivi all'emanazione del decreto si confermasse e si estendesse all'intero arco della curva per scadenza»

Il governatore della BdI esprime qualche perplessità sull'aumento delle tasse e sulla modesta entità di tagli alla spesa pubblica, che comunque auspica possa essere possibile in seguito. Sulla stessa linea il Finacial Times (Rome’s long road to fiscal credibility, FT 5/12) che dice testualmente «There is a strong argument for shrinking the size of Italy’s gargantuan public sector, but tax rises have the advantage of being more credible and immediate in the eyes of the markets.». Nello stesso articolo si plaude alla scelta coraggiosa della Fornero in materia di pensioni, sulla stessa linea di Visco.

Sul fatto che la manovra di austerity sia fondamentale rasserenare i mercati anche se non avrà effetti chiaramente positivi sulla crescita, primo problema dell'economia italiana, insiste un altro articolo del Financial Times (Italy: the long journey begins, FT 5/12): «The measures were enough to send the 10-year yield tumbling below 6 per cent. It is worth pausing to consider two things, however. First, Italy needs growth, not austerity. Second, parliament may well water it all down. The measures are a welcome but small step on a very long journey.»

La riforma pensionistica sembra in effetti piacere a tutti, si veda:

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002717.html

Italy ‘takes axe’ to pension system, FT 6/12

http://www.nelmerito.com/index.php

Sulle effettive garanzie che il fin troppo trascurato articolo 8 della manovra possa dare al sistema bancario interviene sul Sole24ore il prof. della Cattolica Donato Masciandro (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-06/garanzia-sprecare-063658.shtml?uuid=AaaXZkRE), che sottolinea in modo molto eloquente una certa paradossalità: «Senza spezzare l'equivoco sulla natura dei titoli pubblici, anche la garanzia di Stato decisa ieri dal governo Monti rischia di essere un cane che si morde la coda: malati – le banche – intossicati da un untore – lo stato italiano – sono garantiti – pagando per di più – dall'untore stesso

Altrettanto paradossale sembra però l'analisi di fondo: si sostiene che sia stato fatto l'errore a livello europeo di associare la crisi delle finanze pubbliche a quella delle banche, per colpa di poco oculate strategie della BCE e dell'EBA, facendo per l'appunto intossicare il sistema bancario dal poco rigore dei conti pubblici, dimenticandosi che è stato spesse volte vero il contrario. Come in Irlanda, il cui debito pubblico schizzò a seguito dei numerosi salvataggi bancari, effettuati tra l'altro con strumenti simili a quelli previsti dalla manovra Monti!

Insomma, rigore nei conti pubblici sembrerebbero dover accontentare i mercati finanziari ed abbassare il costo del debito (anche perché sono esplicitamente pensati in questo senso). Motivo per cui era stata salutata sin dall'inizio con favore dal mondo finanziario (vedere rassegna precedente). Eppure lo Spread, dopo un significativo calo, è di nuovo in forte rialzo.

Per comprendere questi fenomeni vale sicuramente la pensa inserire tutto questo nel quadro della più generale crisi.

Sul Sole, il dito è puntato sulle scelte miopie della BCE di non garantire i titoli di stato e sulla scelta dell'EBA di alzare il livello minimo richiesto alle banche di capitalizzazione. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-09/tensione-titoli-stato-spread-063706.shtml?uuid=AapkqfSE

Il premio Nobel Joseph Stiglitz, noto critico della manovre di austerity dell'FMI nel terzo mondo interviene sulla crisi dell'Euro sottolineando come si sia creata una situazione peggiore di quello che si potesse immaginare a causa di letture sbagliate e prescrizioni controproducenti, come appunto le stesse ultime, tanto plaudite, manovre. http://www.project-syndicate.org/commentary/stiglitz146/English

«But Ireland and Spain had budget surpluses and low debt before the crisis, which quickly turned into large deficits and high debt. So now European leaders say that it is the current-account deficits of the eurozone’s member countries that must be kept in check.[...]

In that case, it seems curious that, as the crisis continues, the safe haven for global investors is the United States, which has had an enormous current-account deficit for years.[...]

There is, interestingly, a common thread running through all of these cases, as well as the 2008 crisis: financial sectors behaved badly and failed to assess creditworthiness and manage risk as they were supposed to do.

These problems will occur with or without the euro. But the euro has made it more difficult for governments to respond. [...]
Public-sector cutbacks today do not solve the problem of yesterday’s profligacy; they simply push economies into deeper recessions. Europe’s leaders know this. They know that growth is needed. But, rather than deal with today’s problems and find a formula for growth, they prefer to deliver homilies about what some previous government should have done.»

Un passaggio fondamentale per gli sviluppi dello scenario , ma anche mondiale, è rappresentato dalla riunione del consiglio europeo che ha stipulato un accordo che irrigidisce la morsa fiscale e rafforza gli strumenti di intervento:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-10/patto-fiscale-rilancia-rigore-081252.shtml?uuid=AayCA0SE

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-10/rete-anticrisi-cambia-forma-081228.shtml?uuid=AaMg9zSE

http://online.wsj.com/article/SB10001424052970204336104577092173220155512.html

Pensato all'inizio come una revisione dei trattati della UE, a causa dei “4 No” di Inghilterra, Svezia, Rep. Ceca, Ungheria, si è trasformato in un accordo intergovernativo.

Per un resoconto http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-09/lunga-notte-veti-incrociati-225834.shtml?uuid=Aa5ACySE

Sui limiti di un progetto politico così debole, che rimanda a “patti intergovernativi in salsa teutonica”, si esprimono gli altri liberisti nostrani di lavoce.info. Delusi anche dalla poca estensione delle possibilità della BCE di immissione di liquidità. Interessante anche il plauso per l'eliminazione di quella norma minima che limitava il salvataggio indiscriminato dei privati ad opera del FSE, vincolandoli alla partecipazione al fondo stesso http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002723.html

Numerose e pesanti le critiche a questo patto salutato molto bene dal Governatore della BCE Draghi (http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/10/Fiducia_dai_mercati_giudizio_Draghi_co_8_111210034.shtml), ma che non sembra convincere né mercati (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-12-12/tokyo-chiude-netto-rialzo-082652.shtml), né far cambiare idea all'importante agenzia di rating Moody's (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-12-12/vertice-salvaeuro-convinto-moodys-080734.shtml).

Si veda questa analisi http://www.project-syndicate.org/commentary/orourke1/English che sottolinea, in ottica sostanzialmente keynesiana, l'effetto depressivo del patto fiscale: «Rather than creating an inter-regional insurance mechanism involving counter-cyclical transfers, the version on offer would constitutionalize pro-cyclical adjustment in recession-hit countries, with no countervailing measures to boost demand elsewhere in the eurozone. Describing this as a “fiscal union,” as some have done, constitutes a near-Orwellian abuse of language.»

Un altro articolo molto interessante lo si può trovare nel sito di analisi di N. Roubini, in cui si definisce questo patto nient'altro che un rafforzamento del patto di Maastricht che se non funzionò una volta... http://www.economonitor.com/rebeccawilder/2011/12/12/ea-spreads-why-should-the-trend-change/

Molto critico sulla qualità di questo accordo il Financial Times, che definisce il vertice un vero e proprio fallimento (Europe fails to reach summit, FT 11/12). Eloquente questo passaggio «Most importantly, if the current crisis was sparked by the link between sovereign and bank risk, does it make sense to intensify that link»

Anche in un altro articolo il patto viene ritenuto un sostanziale fallimento, soprattutto perchè non interviene sulla criticità fondamentale: il surplus commerciale tedesco (cose su cui molti economisti “critici” nostrani come Brancaccio insistono da tempo). (Why the eurozone deal will fail, FT 12/12)

«Even if eurozone countries achieve fiscal salvation, they may still find themselves succumbing to economic and financial crises. Until and unless Germany’s current account surplus comes down»

C'è da capire quanto questa posizione sia legata alla posizione inglese che appunto non ha sottoscritto il trattato.

Sul ruolo dell'Inghilterra si spendono molti articoli.

Quest'articolo del Sole insiste in particolare sugli interessi finanziari della City http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-09/oggi-londra-isolata-103907.shtml?uuid=Aaj4gjSE

«Stando a quanto riferito precedentemente dal presidente francese Nicolas Sarkozy, Cameron aveva chiesto un protocollo allegato al trattato per esonerare Londra dall'applicazione delle regole sui servizi finanziari»

Particolarmente irritante quest'articolo http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-11/david-contro-golia-berlino-155901.shtml?uuid=AaxyZLTE soprattutto nel passaggio: « Forse vale la pena ricordare che il Big Bang britannico, la deregolamentazione dei servizi finanziari, la madre di tutte le deregulation fatte poi negli Stati Uniti e negli altri paesi sono stati la radice ideologica della crisi finanziaria attuale»

Un'analisi dettagliata è questa presente nel Wall Street Journal (http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203430404577092702981580784.html), dove si sostiene che le misure prese non presentavano elementi in grado di attaccare seriamente gli interessi inglesi, e che Cameron abbia probabilmente agito in questo modo per una “posizione personale oltre gli interessi nazionali”(?). Ma è scusato perchè in effetti non è il primo leader ad agire in questo senso, anche Merkel e Sarkozy hanno adottato politiche deleterie sul lungo periodo ma utili per il proprio consenso e figlie delle loro idiosincrasie. E poi questo patto non presenta nessuna misura veramente in grado di far cambiare rotta alla crisi.

«There was nothing in the proposed treaty changes that would have affected the U.K. in any material way since they largely comprised new fiscal rules that would only apply to the euro zone. Nor did Mr. Cameron protect a vital national industry: His shopping list of demands for safeguards for the City of London was rejected out of hand, leaving London no better off; indeed, the U.K.'s ability to defend the City in Brussels may have been severely weakened. […]

Only fiscal union could open the door to wider financial solutions, including an expanded role for the European Central Bank and the creation of euro-zone bonds. Yet the summit made no progress toward this goal and therefore has left a lasting solution to the bloc's predicament looking as far away as ever. […]

Sanctions for countries that break the fiscal rules are to be made slightly more—but still not completely—automatic. But thanks to Mr. Cameron's veto, these new rules will now be enshrined in a new treaty of the 17 euro-zone members plus up to nine of the other 10 EU members rather than via an amendment to the existing treaty. That means the European Commission and European Court of Justice may be legally excluded from policing the new rules, arguably leaving the process weaker than before, since member states will have to take each other to court [...]

Worse, the deal imposes austerity without any corresponding strategy for growth»

Per rendere maggiormente intellegibile la mossa inglese e farsi un'idea più complessiva dell'accordo europeo ci viene in soccorso un interessantissimo post dal blog di Michael Roberts (http://thenextrecession.wordpress.com/2011/12/12/euro-calamity/), analista finanziario nella City e pensatore Marxista noto (a pochi) per aver previsto già vari anni fa un'imminente recessione. In sostanza sarebbe il rischio di limitazioni al sistema finanziario della City a preoccupare gli inglesi, tendenzialmente favorevoli a manovre di austerity.
«Also, the Euro governments agreed that if their public sector debt ratios were above 60% of GDP, they must take steps to reduce it to that level over the next 20 years.  If you are Germany with a debt ratio of 87%, that’s about 1.3% of GDP reduction a year.  So, in addition to balancing the budget, the Germans have to find another 1.3% each year to get their debt down.  But for Italy, at 120% of GDP, it means finding another 3% a year until 2032!  As for Greece, it means (even after the default of 50% of their debt owned by the private sector) around 4% of GDP more a year until 2032!  This means a generation of fiscal austerity and massive privatisation of state assets. […]
Now, of course, the UK famously did not sign up to this.  But this was not because the right-wing coalition government was opposed to fiscal austerity.  On the contrary, as we know, the British government is trying to impose a dire fiscal austerity programme of its own (see my post, The best laid plans of mice and George Osborne, 29 November 2011). No, the Brits refused to sign up because the European leaders wanted, as part of their plans to ‘harmonise’ policy across the EU, new regulations to be imposed on risk-taking banks and to introduce a financial transactions tax on banks.  The UK rejected the EU deal because it wanted to protect the City of London and its huge banking sector from regulation and taxation, not to protect its people from government spending cuts and tax rises.  It is estimated that 35% of the revenues from any financial transactions tax would be paid by London’s banks and the British are worried that such a tax could mean a switch to other financial centres like New York or Switzerland to avoid the tax.
Actually, the Brits knew that such a European tax cannot be introduced without a unanimous vote, so they could have blocked it anyway. But the Brits went further; they wanted to end the use of qualified majority voting in any of these financial and tax matters.  In that way, they hoped to block any further European measures against the City and its bankers

Interessante anche questo passaggio sull'eventuale ruolo della BCE come “prestatore di ultima istanza”:
«The ECB may eventually agree to print money as the Federal Reserve and the Bank of England have done to back up their government debts.  Many left Keynesians are calling for this policy as the way out.  It can deliver respite for the Eurozone leaders for a while.  But it solves nothing longer term.  The Federal Reserve and the Bank of England have printed up to 15% of GDP in new money to fund government debt in their countries.  That has avoided a debt crisis but it has not brought back economic growth.  So-called quantitative easing (expanding the money supply rather than cutting the cost of money) has not turned economies around in this long depression.  The debts remain on the books either of the government or their central banks.  They can only be serviced by either accelerating inflation or by higher taxation.  Both ways mean lower living standards for the average household and weaker real GDP growth.» 


Tirando le fila dei discorsi, non sembra far ben sperare il piano europeo all'interno del quale la manovra “lacrime e sangue” di Monti si dovrebbe inserire al fine di rilanciare la crescita europea e uscire dalla crisi dell'Euro... 

Repubblica, Corriere

REPUBBLICA

La Repubblica continua con la sua policy di appoggio attento al governo Monti. Il leitmotiv è :” manovra lacrime e sangue, ma non c’è alternativa”, e quindi, dopo un’attenta analisi dei contenuti del decreto ( con una comprensibile particolare attenzione per il capitolo previdenza), il quotidiano di Scalfari è costretto a constatare la profonda batosta che il provvedimento elargisce soprattutto alla classe subalterna, ma quasi maniacalmente tenta poi di convincere i suoi lettori che davvero un’alternativa non c’è, che la colpa è della politica che non ha fatto nulla finora ( mirabile l’articolo di Zagrebelsky di oggi sul Corriere) e che in fondo questi non sono tecnici ma esseri umani con un cuore e dei sentimenti ( leggetevi l’apologia sulle lacrime della Fornero se avete bisogno di uno stimolo per la toilette).Circa il versante europeo, la linea è più o meno la seguente: la Germania, comprensibilmente stufa di dover lavorare anche per gli altri, deve fare uno sforzo in più, come accettare gli euro-bond e seguire i consigli di Sarkozy. Deve cioè smetterla con la linea dell’accordo a 17 ( che le farebbe fare un’ottima figura a Berlino), in quanto politicamente devastante per gli equilibri politici dell’Ue. Poi si critica Cameron, anch’egli troppo attento agli umori interni ( “non posso imporre alla City nuove regole). Questo circa la fase pre-accordo. Circa l’accordo la Repubblica lo considera un buon risultato, perché il pareggio di bilancio in Costituzione è un segno di maggiore trasparenza, così come lo sono l’aumento del fondo salva stati e del nuovo fondo di soccorso permanente e l’implementazione dei poteri alla Commissione in caso di sgarbi. Ci si rammarica per il no inglese ma si è sollevati perché poteva essere seguito da altri no. Insomma a me pare che su questo versante la Repubblica si limiti a osservare, con una profondità critica pari a zero.

LINK: “Monti:ecco il decreto salva-Italia così non pagano sempre i soliti”, di Alberto D’Argenio,5/12/2011, http://www.gaagenerali.it/index.php?option=com_content&task=view&id=11006&Itemid=450

“E sulla parola “sacrificio” la Fornerò scoppiò in lacrime”, di Filippo Ceccarelli,5/12/2011, http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/21-politica-a-istituzioni/24323-e-sulla-parola-qsacrificioq-la-fornero-scoppio-in-lacrime.html

“Uomini via dal lavoro a 42 anni, fino a 6 anni di attesa obbligata,assegni salvi sotto i mille euro”, di ignoto, 5/12/2011, http://www.pianetanews.com/2168/uomini-via-dal-lavoro-a-42-anni-fino-a-6-anni-di-attesa-obbligata-assegni-salvi-sotto-i-mille-euro.html

“Monti: stiamo rischiando il baratro, l’Italia si salverà solo con questa manovra”, di Alberto D’Argenio, 6/12/2011, http://www.youkioske.com/prensa-europea/la-repubblica-6-dicembre-2011/

“Monti: sulle pensioni ho sofferto ma erano a rischio gli stipendi statali” , di Francesco Bei, 7/12/2011, http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=73748239

“Sarkozy:ultima chance per l’UE,bozza di Bruxelles, sì agli Eurobond, di Andrea Bonanni, 9/12/2011, http://www.youkioske.com/prensa-europea/la-repubblica-9-dicembre-2011/

“Il duello fra Angela e Nicolas per una nuova unione a 17.Monti tenta l’estrema mediazione”, di Alberto D’Argerio, 9/12/2011, http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=73893134

“Il vertice:unione fiscale a 26, Londra fuori dall’accordo, più disciplina e più risorse”, di Alberto D’Argerio, 10/12/2011, http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=73973854

“Monti: non è stato un fallimento.A marzo la firma del nuovo trattato”, di Elena Polidori, 10/12/2011, http://www.pianetanews.com/2428/monti-%E2%80%9Cnon-e-stato-un-fallimento%E2%80%9D-a-marzo-la-firma-del-nuovo-trattato.html

IL CORRIERE DELLA SERA

Poco di rilevante anche nel Corriere ( Fede ma come cazzo fai a leggè sta roba ogni settimana?! Incominciano a tarmi simpatici i Reazionari!) . Descrizione accurata della manovra e degli esiti dell’incontro europeo di venerdì ( i due grandi temi della settimana) e giudizio positivo in entrambi i casi. Si sottolinea da un lato la sobrietà e la professionalità di Monti nell’illustrare il provvedimento nonché la sua consapevolezza della durezza dello stesso, e ci si professa consci della sua necessità. Sul versante europeo il Corriere è soddisfatto del risultato raggiunto, riportando l’entusiasmo dello stesso Mario Draghi, e si scaglia contro l’”anti-europeismo inglese”. Nient’altro da segnalare di rilevante a me sembra.

LINK: “Monti:sacrifici ma ce la faremo”, di Marco Galluzzo, 5/12/2011, http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/05/Monti_sacrifici_faremo_co_8_111205012.shtml

“Per andare in pensione 41 o 42 anni di lavoro. Contributivo per tutti”, di Domenico Comegna, 5/12/2011, http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/05/per_Andare_Pensione_Anni_Lavoro_co_8_111205019.shtml

“Patto per salvare l’euro. E l’Unione si risveglia in 26”, di Ivo Caizzi, 10/12/2011 http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/10/Patto_per_salvare_euro_Unione_co_8_111210015.shtml

“Il federalismo mai amato( e boicottato) dagli inglesi”, di Sergio Romano, 10/12/2011, http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/10/Federalismo_mai_Amato_Boicottato_dagli_co_8_111210002.shtml

I Democristiani

N.B.: prima di tutto, non sono riuscito a trovare nulla dal fronte ciellino questa settimana, la parte notoriamente più liberista e capitalista fra i Dc, mancanza dovuta probabilmente al fatto che mi sono affidato ad una fonte (“clonline.com”) che non svolge lo stesso ruolo di raccoglitore d’opinioni fatta dai vari Avvenire, Osservatore Romano, Famiglia Cristiana.

Chiedo venia.

Iniziamo innanzitutto dalla notizia più amplificata e nota risuonata dal fronte Chiesa questa settimana: la famosa apertura del Bagnasco verso il “pagamento” dell’Ici sugli immobili della Chiesa. Per tarpare fin da subito le ali ai vari cattocomunisti e liberal che hanno visto in tutto questo una Chiesa finalmente più “umana” (che brutta parola), faccio notare che Bagnasco non ha detto altro che è necessario applicare la legge già in vigore – ovvero il pagamento della tassa immobiliare sulle attività commerciali – poiché è giusto non trasgredire la legge (ma dai). In pratica, la vecchia volpe ha annusato l’aria che tirava e ha fatto una dichiarazione tanto per calmare le acque tempestose in cui stava navigando già da un po’.

http://www.avvenire.it/Economia/Pagine/IMPOSTE-E-REGOLE.aspx

Proprio a causa di questo clima infuocato, la stampa clericale ha reagito criticando e caricando tutti gli Infedeli che hanno osato attaccare lo Stato della Chiesa, in particolare prendendosela con gli editoriali e gli articoli provenienti dalle varie testate del gruppo Espresso, il quale come noto non perde mai l’occasione di cavalcare l’ennesima spinta “rivoluzionaria” (ahah) che attraversa lo Stivale di mese in mese (l’Onda, l’AntiBerlusconismo come religione, etc.).

Si veda in questo caso gli articoli de L’Avvenire e de Famiglia Cristiana:

http://www.avvenire.it/Lettere/Pagine/AvvenirepagalIci.aspx

http://www.famigliacristiana.it/informazione/i-grandi-servizi/dossier/chiesa-e-ici_091211182511.aspx

http://www.avvenire.it/Lettere/Pagine/serratedelbenemai.aspx

dove si rivendica strenuamente il “vitale” ruolo della Chiesa nel volontariato, nell’aiuto del poveri, nei pranzi di Natale coi vagabondi, con una forza e costanza a mio modo di vedere epica, gli ultimi Paladini del Bene in Terra! Il tutto, ovviamente, condito da quel po’ di retorica cattolica e buonismo cristiano che non guasta mai.

La Finanziaria Monti. I commentatori cattolici parlano della riforma effettuata da uno dei loro “campioni” con parere generalmente comune, ovvero l’effettiva necessità di tali misure, ed il conseguente plauso al buon Mario (che se non fosse diventato un fautore del liberismo sarebbe stato un eccellente sacrestano di una parrocchia della Bassa Padana), misure che però vanno riviste in parte e sicuramente migliorate. Il punto dove ovviamente si picchia di più è ”l’affossamento” della Famiglia, l’istituzione societaria che più viene colpita e più pagherà la crisi finanziaria. Tralasciando il fatto che la retorica da baxabanchi sta contagiando anche il sottoscritto, mettiamo subito in chiaro che non vi è alcuna critica verso il premier, anzi! Nonostante Monti vada proprio a colpire il nucleo della società, nella visione cattolica della stessa. Sostanzialmente, il governo viene perdonato a causa della velocità con cui era chiamato a decidere, e successivamente lo si incalza affinchè operi in seconda battuta attuando non meglio specificate manovre proFamiglia. Il tutto è visto come una “medicina” ed una “croce” (non ci facciamo mancare nulla) da portare per uscire da questo duro tempo e sopravvivere a questo nuovo Diluvio Universale.

Su Famiglia Cristiana, si arriva addirittura a ringraziare (!!!) l’Elsa per aver pianto ed averci fatto capire che è una sofferenza comune a cui tutti dobbiamo andare in contro, proprio come una Suprema Decisione Divina.

http://www.famigliacristiana.it/informazione/news_2/articolo/fornero_061211200450.aspx

http://www.famigliacristiana.it/informazione/news_2/articolo/pensioni-e-mugugno_061211164033.aspx

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/pertornareinpiedi.aspx

L’unico commento apertamente contrario proviene dagli ambienti più progressisti dell’associazionismo cattolico, comunque una piccola parte dell’intero calderone.

http://www.famigliacristiana.it/volontariato/organizzazioni/articolo/manovra-dubbi-e-critiche-del-nonprofit_061211124612.aspx

Veniamo ora alla parte più divertente, ovvero alle letture più profonde della crisi e i vari modi per uscire dalla stessa.

Innanzitutto, su L’Avvenire vengono utilizzati gli ultimi due “attentati” anarchici alla Deutsche Bank ed ad Equitalia per colpire “filosoficamente” quell’opinione che “combatte il sistema”, ma che in verità non porta null’altro che alla distruzione ed alle macerie, alla povertà ed all’anarchia. E’ invece compito di ogni buon cristiano rimboccarsi le maniche, lavorare e sudare per ricostruire lo stato di cose precedenti, innalzare nuovamente un grattacielo economico su basi cristiane (come prima) ma con fondamenta più solide. Si lega a questo fine il dal mio punto di vista esilarante articolo “La finanza ed il vitello d’oro”, comparso sull’Osservatore il 10/12 a firma del Rabbino Capo in Gran Bretagna: ivi, il sistema attuale capitalistico/liberistico è visto come l’unico possibile NON a causa di un limite umano o del decorso Storico, ma proprio per INDICAZIONE DIVINA (siamo al delirio), il tutto argomentato senza farci mancare nessuna auctoritas (Weber, Novak) e infarcendo il tutto con passi delle Sacre Scritture! E’ una figata, leggetelo che merita, non avevo mai sentito cose del genere, neanche quella volta che Baget Bozzo aveva sognato la Madonna che gli ordinava di combattere la Sacra Guerra contro il Comunismo. La causa del crollo? Il perdere di vista l’obiettivo (Dio) al posto del Denaro (il Vitello d’Oro), con conseguenti conseguenze tecnicofilosofiche che hanno portato alla deregulation del caso. Vi cito solo il passo: “Non è una coincidenza che in Gran Bretagna, la domenica e i mercati finanziari siano stati deregolati più o meno nello stesso momento”. Geniale.

Sullo stesso livello si muove l’articolo “Quella scomoda presenza oltre lo Stato ed oltre il Privato”, a firma Rondoni, comparso su L’Avvenire dell’11/12. In questo mondo, la crisi economica è stata causata dal “piano anticattolico del pensiero”, che non lascia spazio alla Chiesa (la “scomoda presenza” del titolo) poiché l’intera dimensione reale e metafisica è imperniata su due Grandi Poteri: lo Stato – visto come una specie di creatura trascendente la realtà che vuole controllare l’Uomo – ed il Privato, ovvero gli interessi economici del “Vitello d’Oro” di cui sopra. La ciliegina sulla torta è che, mentre da una parte il potere “Privato” è da far ricondurre alla filosofia liberista (ma questa era facile), il potere “Stato” (“Un pensiero che non ha costruito se non templi al denaro e al potere, oggi pericolanti, e che si sfoga contro chi ha costruito altro genere di templi. Di preghiera, di dedizione ai poveri, di interesse pubblico fatto non da funzionari dello Stato, di libera e gratuita iniziativa.”) è impersonificato ed attuato dai (post)Marxisti!

Neanche Porro sarebbe arrivato a tanto.

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/vecchiebombecattive.aspx

http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/editoriali/2011/284q11-La-finanza-e-il-vitello-d-oro.html&title=%20%20%20La%20finanza%20e%20il%20vitello%20d’oro%20%20%20&detailLanguage=it&locale=it

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/oltrestatoeprivato.aspx

Per quel che riguarda le ricette per uscire dalla crisi, in sostanza viene sposata la tesi più comune di fortificare l’Unione e dare il tutto in mano ad Angela, paragonata al mediano della squadra di rugby “Europa”: bisogna quindi affidarsi senza paura alla Merkel, novella Morgan Parra, arrivando addirittura ad incoraggiarla nel decidere senza remore alcuna i nostri destini.

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/rassicuriamolaGermania.aspx

http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/internazionale/2011/282q11-Il-punto-d-equilibrio.html&title=%20%20%20Il%20punto%20d’equilibrio%20%20%20&detailLanguage=it&locale=it

Capitolo B16. “Economia e mercato non siano mai disgiunti dalla solidarietà”, così ha detto il Papa a non so quale ricevimento delle Banche di Credito Cooperativo e delle varie Cooperative cristiane. Fossi a Padova approfondirei con voi questa visione economica, secondo me molto vicina a quella di Latouche e delle varie decrescite felici.

I Reazionari

IL GIORNALE

Ho scelto gli articoli che descrivessero nella maniera più “seria” la riforma. Devo dire che la qualità media degli elaborati in questione è notevolmente bassa. Dal mio punto di vista il Giornale ha scelto una via di mezzo tra il puntare “ alla pancia” dei suoi lettori e il mostrarsi, in apparenza, come quotidiano serio, che fa analisi tecnicamente valide. Il risultato è un ibrido malriuscito. La linea seguita è sempre la stessa: evidenziare le indecenze e i tagli e i “sacrifici” che questa manovra comporta, da un lato, e confortarsi con l’imbarazzante posizione in cui in questo momento si trova il Pd. Niente di più, niente di meno. Davvero deludente. Solo due articoli sono invece dedicati alla situazione europea, in cui si sottolinea il malessere inglese ( ma senza prendere posizione su ciò) e in cui si rileva la spaccatura fra le destre europee, criticando ciò ma allo stesso tempo basandosi sul broccardo “ sbaglia chi fa”, e quindi implicitamente giustificando le stesse, che almeno stanno provando a governare, rispetto alle sinistre ideologiche che stanno solo ad osservare in quanto all’opposizione in quasi tutti i Paesi dell’Ue.

LINK: Malcontento tra gli inglesi: "Subito referendum sull'Ue" Clegg frena: "Veto sbagliato", di Sergio Rame, 22/12/2011, http://www.ilgiornale.it/esteri/pure_clegg_critica_cameroninghilterra_fuori_duesarebbe_come_pigmeo/isolazionista-nick_clegg-david_cameron-gran_bretagna-ue/11-12-2011/articolo-id=561746-page=0-comments=1

“Monti, il tassator cortese…”, Di Albero Taliani 5/12/2011, http://blog.ilgiornale.it/taliani/2011/12/05/monti-il-tassator-cortese/

“Crisi, la guerra civile delle destre in Europa”, di Marcello Veneziani, 11/12/2011, http://www.ilgiornale.it/interni/la_guerra_civile_destre_europa/11-12-2011/articolo-id=561586-page=0-comments=1

“Ecco la manovra, Monti presenta il conto”, di Francesco Cramer, 5/12/2011, http://www.ilgiornale.it/interni/ecco_manovra_monti_presenta_conto/05-12-2011/articolo-id=560543-page=0-comments=1

“Bersani è nell’angolo:l’appoggio a Monti gli costerà l’elettorato”, 5/12/2011, http://www.ilgiornale.it/interni/bersani_e_nellangolo_lappoggio_monti_costera_lelettorato/05-12-2011/articolo-id=560555-page=0-comments=1

PORRO

In coerenza col quotidiano per cui scrive, anche la qualità degli articoli di Porro è molto scemata, perdendo quella “brillantezza” che li contraddistingueva, e riducendoli a mero pettegolezzo politico. I temi sono la norma che prevederebbe un surplus di tassazione praticato ex post per i capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale di Tremonti ( incostituzionale secondo Porro), una inedita crociata contro i privilegi della casta e critiche ( di basso spessore) al decreto Monti.Deludente.

LINK: “Se con lo scudo fiscale lo Stato si fa traditore”, di Nicola Porro, 10/12/2011, http://www.ilgiornale.it/interni/se_scudo_fiscalelo_stato_diventa_traditore/scudo_fiscale-mario_monti-stato/10-12-2011/articolo-id=561561-page=0-comments=1

“Pensano soltanto a salvare i loro soldi”, di Nicola Porro, 11/12/2011, http://www.ilgiornale.it/interni/pensano_soltanto_salvare_loro_soldi/11-12-2011/articolo-id=561742-page=0-comments=1

“Vatti a fidare dei tecnici”, di Nicola Porro, 8/12/2011, http://blog.ilgiornale.it/porro/2011/12/08/vatti-a-fidare-dei-tecnici/

LIBERO

Stranamente interessanti sono invece gli articoli di Libero di questa settimana. Più che su Monti ( che la testata in questione continua a ritenere il public enemy number 1, con articoli che vanno dall’inutilità della manovra, alla neo-scoperta povertà dilagante degli italiani, passando per un articolo stile “10 domande” di repubblica), l’attenzione è sul vertice europeo. La critica di Libero va naturalmente alla Merkel, che con la sua preoccupazione per l’elettorale si dimostra incapaze di un colpo di reni per salvare l’Europa. Il giudizio sull’esito del vertice è tranchant: disastroso. Si assegna alla Bce un compito vago, le si consente di essere più libera nell’acquisto di obbligazioni dei paesi europei, sulla falsariga di Fed e BoL, che però crea inflazione e dunque colpisce i lavoratori, e si giudica come comprensibile l’opposizione inglese.

LINK:”L’Europa contro la Merkel:”Stai distruggendo l’euro”, di ignoti, 8/12/2011, http://www.liberoquotidiano.it/news/887458/L-Europa-contro-la-Merkel--Stai-distruggendo-l-euro.html

“Tagliati i tassi, Monti usa il bazooka”, di Angelo Sitka, 9/12/2011, http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=73891367

“E adesso ci aspettano altri trent’anni di manovre da trenta miliardi”, di Davide Giacalone, 10/12/2011, http://www.liberoquotidiano.it/news/888707/E-ora-ci-aspettano-altri-trent-anni-di-manovre-da-30-miliardi.html

“Draghi taglia i tassi ma ci renderà più poveri”, di Claudio Antonelli, 9/12/2011, http://www.liberoquotidiano.it/news/887974/Draghi-taglia-i-tassi-ma-ci-render%C3%A0-pi%C3%B9-poveri.html

“Italia sottomessa, ora gli speculatori comprano”, di Giuliano Zulin, 11/12/2011, http://www.liberoquotidiano.it/news/889191/Italia-sottomessa-ora-gli-speculatori-comprano.html

“Il prof interrogato”, di ignoti, 6/12/2011, http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=73648443

Sindacati

Il “dopo manovra” costituisce un momento di cruciale importanza per comprendere sia le forze in campo, quelle necessarie, e organizzare la lotta, sia mette a dura prova il ruolo dei sindacati (Cgil Cisl Uil) messi in secondo piano dal governo che, sulle pensioni e su tutte quelle misure che fanno “cassa” ha fatto intendere che la concertazione è finita.

Vengono presi in questa rassegna le reazioni di Cgil, Cisl, Uil e Usb, Fiom, anche in relazione allo sciopero di oggi 12 dicembre. Diamo spazio a qualche commentino fatto sulla manovra, anche se purtroppo i punti di vista sono molto ridimensionati in questo caso, poiché pochi sono riusciti a sinistra a sfornare analisi approfondite.

Già la settimana scorsa, le lacrime della ministra non commuovevano nessuno. Cremaschi e i sindacati di base invocavano lo sciopero generale. Anche Cisl e Uil annunciavano scioperi di protesta. La Cgil della Camusso, si affidava al parlamento, probabilmente fiduciosa (!?) del supporto del Pd.

I sindacati di base (Usb, Slai,Unicobas, Snater, Usi) nell'assemblea unitaria di sabato 3 si erano pronunciati con forza “Riteniamo indispensabile costruire un percorso comune per affrontare questa fase, sia lavorando alla preparazione dello sciopero generale, sia mobilitandoci nei territori per aprire un ciclo di lotte nel Paese che ridefinisca il ruolo centrale del lavoro e dei lavoratori riassumendo chiaramente cosa si respirava sulla manovra: “La manovra preannunciata, al di là dell'ormai ridicolo ritornello “rigore, equità e crescita”, si concretizza attraverso una violenta manovra recessiva che agisce profondamente nel tessuto sociale ed economico”

http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/5209-governo-la-concertazione-%C3%A8-finita-cgil-cisl-uil-perdono-la-testa-e-non-solo

Appena approvata la manovra l'Usb, dichiara che serve lo sciopero generale per licenziare Monti, e dicono di interessante che questa è la prima manovra non democristiana del nostro Paese. Lo dimostrano gli strilli di Bonanni ed Angeletti. Un governo politico di tecnici ha prodotto una manovra scientifica, priva di sbavature, senza appello. Una lucida scelta di totale internità al quadro politico di gestione europea della crisi verso la totale integrazione in un super stato europeo - sotto l’egida di Francia, Germania e, se si comporta bene come sta facendo, anche della nuova Italia a guida tecnocratica -, che assuma un’unica governance delle politiche fiscali, delle scelte sul piano internazionale, sulla difesa, sulle politiche sociali eliminando le sovranità nazionali.

L'Usb afferma giustamente togliere l’indicizzazione delle pensioni al costo della vita, aumentare l’età pensionabile anche oltre i 40 anni di lavoro, non introdurre nessun serio provvedimento per combattere l’evasione fiscale, tornare ad aggredire il reddito con la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, raddoppiare le spese per le missioni “di pace” è una scelta politica di destra, come le privatizzazioni, le liberalizzazioni e la svendita del patrimonio pubblico.

E aggiunge che “La scientificità e la non democristianità della manovra sta anche nell’approccio nuovo che il governo ha avuto nei confronti delle parti sociali che ora chiamano allo sciopero non sui contenuti della manovra ma sul reato di lesa maestà”.insomma Bonanni, Angelletti, Camusso, sono contestati per i loro scioperetti di facciata, e per il loro legame con i partiti e la obbligata moderazione.

E infine: questo uno sciopero generale non può che essere costruito sulla parola d’ordine della cacciata del Governo Monti, sul non pagamento del debito, sull’uscita dall’Unione Europea. A questo dobbiamo lavorare, per costruire, all’inizio del nuovo anno, un movimento ampio e duraturo che sia capace di produrlo.

http://ufficiostampa.usb.it/index.php?id=20&tx_ttnews%5Btt_news%5D=37723&cHash=039b4a791b&MP=63-618

Ed intanto il segretario Cgil Camusso, ad un intervista in merito allo sciopero di tre ore (!!!), non riesce a non farti incazzare per la moderazione oltre che il vuoto dei contenuti, e come dicono altri, anche il vuoto fa politica. Alla domanda “Il governo non è disposto a cambiare nulla?” il segretario risponde: «Sembra così per la gravità della situazione e per i tempi strettissimi entro i quali hanno dovuto agire. Sul versante delle pensioni c'è in più una convinzione profondamente errata: la tesi è che si debba agire sul lavoro, allungando i tempi di permanenza, come se si fosse già realizzato un mutamento irreversibile. Con una battuta la ministra Fornero ci ha detto che non ci sono più le presse. Non è vero, ma soprattutto non c'è solo il lavoro alla catena di montaggio. Ci sono lavori come quello dell'infermiera che è incompatibile con un'età pensionistica a settanta anni».

Insomma è chiaro che il tentativo c'è, ma appunto... e sui margini di trattativa:

«Ci ha stupito anche questo durante l'incontro con il governo: non c'è alcuna connessione tra il confronto sociale e la discussione che, sappiamo, sta avvenendo in Parlamento. Pensavano che ci dicessero a che punto è il confronto con le forze politiche, invece nulla. Nessun racconto. Incomprensibile».

...sui prossimi scioperi

Ci riserviamo, come il governo, ulteriori valutazioni. Vedremo”.

Il governo non ascolta sulle pensioni, e la concertazione arriverà quando si andrà a toccare lo statuto dei lavoratori, il cosiddetto “mondo del lavoro” (e cosa dobbiamo aspettarci?), ma il punto, che anche la Camusso esprime, è che pensioni e lavoro vanno di pari passo.

Il governo non vi ha ascoltato sulle pensioni ma ha deciso di aprire un negoziato sul mercato del lavoro.

http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=17930

Interessante è la lettura che i precari si danno in piazza, viene detto che nonostante la manovra a prima vista, dei giovani e dei precari sembra essersi scordata, “L’emergenza sociale - si legge in una nota - è scomparsa sotto quella finanziaria, tanto da produrre la bizzarra assenza, nella manovra economica, della crisi più grave che il nostro paese attraversa: quella del 30% di disoccupazione giovanile e del dilagare della precarietà. E invece no. Se ne è ricordata, ma colpisce con l’intervento sulle pensioni, che mentre penalizza significativamente genitori e nonni, non interviene per assicurare un futuro previdenziale ai precari. Anzi. Colpire le pensioni significa paradossalmente indebolire l’unico welfare esistente per i giovani: la non rivalutazione delle pensioni pesca proprio dalle tasche dei precari, quelli che per l’ultima spesa del mese, sono costretti a bussare alla porta della casa dei genitori. Inoltre - conclude la nota - dopo questa manovra trovare un lavoro sarà più difficile”.

http://www.cgil.it/DettaglioDocumento.aspx?ID=17936

Amare le conclusioni sullo sciopero di Cremaschi in Rete 28 aprile: Lo sciopero di 3 ore complessivamente non è andato bene e non poteva che essere così. E’ stato organizzato nella totale confusione, come uno sciopero pressoché simbolico. (...)

Critica come ridicolo l'incontro con il governo ove Cgil, Cisl e Uil hanno solo mostrato debolezza e impotenza di fronte a un esecutivo che prendeva il sindacato (sobriamente) a pesci in faccia.

Gli unici successi sono quelli degli scioperi e delle manifestazioni della sola Fiom e della sola Cgil, che si sono tenuti a Brescia, in Emilia, in parte a Torino e in altre sedi. I presidi unitari, dove sono stati organizzati, sono stati veri e propri piccoli presidi.
Si conferma che mentre contro i lavoratori viene sferrato un attacco senza precedenti, la debolezza e la confusione con cui si muovono Cgil, Cisl e Uil, non solo non rappresentano una risposta ma anzi sono, in alcuni casi persino controproducenti, perché rafforzano le intenzioni di chi, nel padronato, nel governo e nelle banche, vuole andare fino in fondo con il rigore. E dopo la stangata ai sindacati, si rilancia come fondamentale, l'appuntamento nazionale del NO DEBITO.

Il vecchio modello di azione sindacale è morto, in Italia e in Europa. O si fa sul serio o non si conta nulla.

Per questo gli unici punti di tenuta della giornata odierna sono stati quegli scioperi e quelle manifestazioni che erano contro Monti, contro Marchionne e senza Cisl e Uil che oggi non hanno alcuna credibilità nel lottare contro una politica economica e contro un attacco ai diritti che finora hanno accettato. 
Così non va, l’abbiamo detto e lo ribadiamo, occorre costruire un’opposizione vera a Monti, Marchionne e alla Bce, ed è per questo che ci troviamo il 17 a Roma.

http://www.rete28aprile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2368:12122011-cremaschi-sciopero-azione-simbolica-bene-solo-quando-cgil-e-fiom-hanno-fatto-da-sole&catid=2

Laboratorio Baracca
email: labbaracca@autistici.org



Marted́ 13 Dicembre,2011 Ore: 17:14
 
 
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