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www.ildialogo.org LA MANOVRA,di Giulio Vittorangeli

LA MANOVRA

di Giulio Vittorangeli

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per questo intervento.

Per un profilo di Giulio Vittorangeli - che e' da sempre uno dei principali collaboratori di questo foglio e uno degli amici piu' cari - dall'ampia intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 325 riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica "Giulio Vittorangeli e' nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili. E' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni. Ha partecipato alla realizzazione, stesura e pubblicazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla (Vt) 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]
Le ultime vicende italiane, che avevano segnato la messa in crisi del modello berlusconiano, erano state caratterizzate dalla riappropriazione dei beni comuni, riaffermando che era sul terreno sociale che si giocava il futuro. L'unita' nazionale che si e' determinata sulla manovra economica, una manovra che continua ad acuire le differenze sociali, cancella qualsiasi possibilita' di bene comune a favore di una assurda e suicida politica liberista basata esclusivamente su tagli e privatizzazioni.
"Il Pil puo' aumentare perche' ci sono piu' guerre, piu' incidenti stradali, piu' psicofarmaci in circolazione e perche' si fa il ponte sullo Stretto. Oppure puo' aumentare perche' si producono piu' pannelli solari. Si fanno piu' asili nido, si ristrutturano le scuole italiane che non rispettano le norme della sicurezza. Che deve aumentare il Pil e' un falso problema. Dobbiamo invece chiedere che cosa deve aumentare (e che cosa deve diminuire) nella produzione dei beni e dei servizi. E chiedendoci questo, ci stiamo interrogando su quale economia vogliamo e sul modello di sviluppo di cui abbiamo bisogno. Tutto questo a maggior ragione in una situazione drammatica come quella attuale con il default della Grecia e un rischio analogo anche per il Portogallo, la Spagna, l'Irlanda e l'Italia. E' la cattiva crescita economica (fondata sulla cattiva finanza) ad aver provocato questa crisi e solo una buona crescita economica puo' portare maggiore benessere sociale e sostenibilita' ambientale. E tutto cio' prescinde dal Pil in quanto tale" (Giulio Marcon).
Conviene seguire da vicino cosa sta succedendo in Grecia, perche' e' il filmato di cio' che tocchera' altri paesi europei fortemente indebitati, Italia in testa.
Il problema non e' Atene, ma il fallimento della politica neoliberale dell'Unione Europea. Il "piano di salvataggio" imposto dalla Troika (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale e Commissione Ue) e' una vera e propria macelleria sociale (tagli a salari, pensioni, spesa pubblica, ecc.) che colpisce i ceti meno abbienti, priva di alcun progetto di sviluppo e che serve solo a salvare le banche pagando interessi su interessi.
Da noi, la crisi economica e sociale incide nel corpo vivo della societa', in profondita', allarga la forbice sociale e condanna aree crescenti all'assenza di una speranza, mette in ansia milioni di persone che purtroppo si sentono sole con i loro problemi e sono facile preda del qualunquismo, dell'antipolitica e della ricerca di un nemico diverso: l'immigrato. Un male terribile, con cui non sara' facile fare i conti.
Dov'e' uno straccio di politica alternativa alla destra quando, sulle questioni che contano, su Marchionne, sullo scempio della scuola e dell'universita', sull'immigrazione, sul carcere, sulla guerra, il consenso e' cosi' trasversale?
La destra, in Italia piu' che altrove, ha lavorato a fondo nella perversione dei rapporti sociali primari, illudendo meta' del paese che la felicita' di tutti si conquista a spese delle minoranze prive di potere; facendo credere che lo sviluppo si ottiene togliendo le pause agli operai e costringendoli alla contrattazione aziendale con i padroni del vapore globali; privando di diritti gli stranieri, strozzando le classi scolastiche ed emarginando quel po' di ricerca disinteressata che ancora sopravvive nelle nostre universita' anchilosate. E la sinistra le e' andata dietro, tatticismo dopo tatticismo, concessione dopo concessione, sconfitta dopo sconfitta.
Oggi, siamo alla ripetizione di questo schema che non fa che riproporre un'Italia materialista, individualista e "machista", dove la solidarieta', nazionale e internazionale, e' stata sostituita dal piu' squallido qualunquismo.
"Nelle rete che siamo l'unica forma di sopravvivenza e' la solidarieta'. La solidarieta' che tende la mano a chi adesso non ce la fa, che comprende lo sforzo di tutti e lo rispetta. La solidarieta' sincera che critica per aiutare, che aiuta per superare, che coopera per crescere, che cresce per cambiare, che cambia per migliorare, che migliora per potere, finalmente, essere felici. Ma questa solidarieta' dev'essere sincera e degna. Sincera quando dice le cose, quando esprime dubbi e certezze, quando da' opinioni e quando ascolta. E degna tutte le volte che afferma e difende la sua affermazione. Senza timori perche' nessuno e' stupido. Senza timori perche' nessuna idea e' vuota, al contrario, tutto puo' arricchire, assolutamente tutto. E' necessario crederci, nient'altro" (da "Hacer comunidad", che Matteo Dean, giornalista recentemente scomparso a Citta' del Messico, aveva scritto e postato nel suo blog qualche anno fa).
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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it


Domenica 24 Luglio,2011 Ore: 15:32
 
 
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Economia

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