- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (250) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Un caro arrivederci a Tullia,di Maurizio Benazzi

La morte di Tullia Zevi
Un caro arrivederci a Tullia

di Maurizio Benazzi

Dalla newsletter di Ecumenici (per contatti: clicca qui ) riprendiamo questo ricordo di Tullia Zevi.

Dom 23 Gen 2011 5:17 am
Apprendiamo la notizia della morte a Roma di Tullia Zevi: siamo addolorati e consapevoli della perdita immensa per l 'ebraismo internazionale ma per l 'Italia in primis.
Il peccato commesso dai cristiani durante lo sterminio degli ebrei nel 900, ma anche prima nei secoli della c.d. ghettizzazione e repressione, non può essere dimenticato. Nemmeno fra mille anni. Non c 'è, e non ci sarà, nessuna dichiarazione pubblica papale di pentimento e neanche una confessione protestante (di Barmen o altro ancora) che possano in qualche modo nascondere le responsabilità etiche, politiche, pastorali, umane dei seguaci del rabbino Gesù nei secoli, contro il popolo ebraico. A ben vedere contro ogni minoranza religiosa. In primis gli anabattisti, la cui sorte per il rifiuto del battesimo dei bambini era l 'affogamento nei fiumi europei.
Non si piantano oggi melograni nel cortile del tempio cattolico di San Marco per ricordare l 'antisemita Lutero nel suo viaggio a Milano. Noi oggi piangiamo solo Tullia Zevi semplicemente come nonviolenti, antifascisti, ma anche come antitotalitaristi a livello religioso.
Ricordiamo solo e in conclusione, con amarezza profonda, che alla domenica gli stivali tirati a lucido dei nazisti stavano - durante la seconda guerra mondiale - trasversalmente nei templi tedeschi della metropoli: quello del parroco cattolico e quello del pastore luterano. Dovevano sentire messa o andare al culto della Parola. L 'ebreo Gesù era stato trasformato in un idolo di un 'ideologia militarista e razzista, oltre che criminale.
Speriamo che nel giardino del Tempio si piantino fiori di libertà, colorati e profumati. Non è mai troppo tardi, nonostante la giornata odierna.
Tullia ZeviTullia Calabi Zevi nasce a Milano il 2 febbraio 1919. Dopo aver compiuto studi classici frequenta per un anno la Facoltà di Filosofia dell'Università di Milano.
All'indomani delle leggi razziali, durante l'estate del 1938, il padre - un affermato avvocato - raggiunge la famiglia che si trova in vacanza in Svizzera e annuncia che non sarebbero più tornati in Italia. Emigrati in Francia, Tullia continua il suo percorso di studi alla Sorbona di Parigi. La famiglia si trasferisce poi negli Stati Uniti con l'ultima nave che parte prima dell'arrivo dei tedeschi. Tullia studia alla Juillard School of Music di New York e al Radcliff College di Cambridge (Massachussets, USA). Suona l'arpa nell'orchestra dei giovani di Boston e nella New York City Simphony.
Frequenta i circoli antifascisti di New York e quasi per caso inizia a lavorare presso una radio locale italoamericana. Alla fine della guerra torna in Italia sposata a Bruno Zevi, architetto e critico d'arte - la cerimonia di nozze si era svolta il 26 dicembre 1940 nella sinagoga spagnola di New York - e senza più la sua arpa: la realtà vissuta le impone il mestiere che lei stessa definirà come "cotto e mangiato", quello del giornalismo. Le sue prime corrispondenze sono quelle dal processo di Norimberga.
Dal 1978 e per cinque anni è vice presidente della Comunità Ebraica Italiana; nel 1983 viene eletta presidente, unica donna ad aver mai assunto questa carica. Diviene poi presidente dell'European Jewish Congress e membro dell'Esecutivo dello European Congress of Jewish Communities.
Per molti anni - dal 1960 al 1993 - lavora come corrispondente per il quotidiano israeliano "Maariv" e per il settimanale londinese "The Jewish Chronicle"; dal 1948 al 1963 è corrispondente della "Jewish Telegraphic Agency" e, dal 1946 al 1976, per il "Religious News Service" di New York.
Nel 1988 è incaricata della presidenza della Commission for Intercultural and Interfaith Relations dello European Jewish Congress.
Nel novembre del 1992 è la candidata italiana per il premio "Donna europea dell'anno". Nel dicembre dello stesso anno il Presidente della Repubbiica Scalfato insignisce Tullia Zevi del titolo Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza italiana.
Nel marzo del 1993 riceve il premio "8 marzo: la donna nella scuola, nella cultura e nella società" da parte dell'associazione culturale romana "Il margine" e il premio "Donna coraggio 1993" dall'Associazione Nazionale delle Donne Elettrici. Nel marzo del 1994 il Ministero dei Beni Culturali le assegna la Medaglia d'Oro per "il suo contributo all'educazione, all'arte e alla cultura".
All'inizio del 1997 le viene consegnato il premio "Firenze - Donna" per i suoi successi internazionali.
Nel 1998 viene eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del Ministero dell'Istruzione; nel biennio 1997-1998 entra nella Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul comportamento del contingente italiano durante la missione di soccorso in Somalia (1993 - 1994).
Sempre nell'anno 1998 Tullia Zevi viene eletta membro della Commissione Italiana dell'Unesco.
Nel 2007 pubblica un libro dal titolo "Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo". Muore poche ore fa a Roma.
_____
Secondo Pio XII il comunismo era il massimo male per l'Europa e il nazismo poteva essere visto, in un certo senso, come un baluardo contro di esso. La Chiesa non prese quindi una posizione a livello istituzionale, casomai ci furono dei singoli sacerdoti che si opposero al regime e che pagarono questa scelta con la vita. La Chiesa non prese neanche una posizione ferma contro lo sterminio degli ebrei, anche perché essa partiva dal presupposto che se avesse parlato la loro condizione sarebbe diventata ancora peggiore.
Tullia Zevi
Delegati quaccheri del Comitato di Assistenza degli Amici Americani che organizzarono un'operazione di assistenza e di salvataggio a Tolosa. Francia, gennaio 1941.
Delegati quaccheri del Comitato di Assistenza degli Amici Americani organizzarono un'operazione di assistenza e di salvataggio a Tolosa (Francia, gennaio 1941)
Nasceva così il viaggio della salvezza negli USA dei profughi di religione ebraica. L ' attività degli Amici nel mondo, fra cui in Italia centrale (per la ricostruzione delle città distrutte), determineranno l 'attribuzione del Premio Nobel per la pace a questo gruppo religioso perseguitato per oltre tre secoli da cattolici, protestanti e anglicani. Non dovevano semplicemente esistere in Europa.
Torna all'inizio Rispondi a mittente | Rispondi a gruppo | Rispondi mediante post su web Messaggi sullo stesso tema (1)



Domenica 23 Gennaio,2011 Ore: 14:28
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Conoscere l'ebraismo

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info