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www.ildialogo.org C'è un grande bisogno di liberazione,di Casa Zaccheo - Padri sacramentini Caserta

Vicendo don Corsi
C'è un grande bisogno di liberazione

di Casa Zaccheo - Padri sacramentini Caserta

Ci associamo alla forte reazione di indignazione e di protesta delle donne -in particolare delle donne di Lerici ferite più da vicino- e del mondo civile laico non solo per il già deplorevole “coraggio” di affiggere l’incriminato volantino ma, cosa ancor più grave, per la esplicita concezione della donna «colpevole del male del mondo» che credevamo superata ma che continua invece ancora ad emergere e addirittura "colpevole di causare quei crimini che contro di lei perpetra il maschio".

Aspetto ancor più allarmante, se non criminale, è la triste constatazione che questa concezione è nella testa di coloro, come tra noi preti, chiamati ad un compito pastorale di formazione delle coscienze secondo lo sguardo e la prassi di Gesù nei confronti della donna contenuti nel Vangelo e secondo quanto lo Spirito ha parlato nel Concilio Vaticano II°. Riferimenti che, evidentemente, don Piero Corsi non ha o non accetta se gran parte del contenuto del volantino contiene, cosa che tutti possono verificare, il contrario del Vangelo, del Vaticano II° e il riferimento esplicito ai tradizionalisti di Lefebvre!

A questo punto però crediamo non bastino più le pur necessarie scuse da parte di don Piero e del suo Vescovo. Da parte di tutta la chiesa c’è bisogno di una aperta e più urgente chiarificazione e decisione: ma il Vangelo è ancora il criterio di formazione delle coscienze di tutti compresi preti e vescovi? Se appena ci interessa il Vangelo, dice Angelo Casati, non possiamo non riconoscere “come il Rabbì di Nazaret si lasciò condurre dalla donna dei cagnolini e da sua madre. Vedo e soffro la distanza. La distanza dal Vangelo. Soffro la sensazione che nella chiesa,al di là delle parole, la donna sia in qualche misura ancora sospettata, come la si ritenesse portatrice di qualcosa di imprevisto, di oscuro, come se la sua femminilità fosse abitata da una forza pericolosa. Non sarà che anche per questo che le donne vengono per lo più celebrate nella chiesa per la loro maternità, la donna madre, che non per la loro femminilità, la donna in quanto donna?” (A.Casati in: “La mia piccola voce per le donne”).

Da anni, come singoli e comunità, ci lasciamo “provocare” volentieri -senza per questo sentirci “indotti in tentazione”- dalle sorelle-compagne orsoline di Casa Rut! Anzi da loro che danno la vita per la dignità della donna violentata dal nostro mondo maschilista, sentiamo necessario riprendere per la nostra riflessione e consegnare ancora di più oggi dopo questa vergognosa vicenda le dure parole che Sr.Rita, anima della comunità, scrisse nella sua lettera del 27.01.’11 “contro il potere in maniera sfacciata ed arrogante che riduce la donna a merce”: “Dove sono i maschi? Poche sono le voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti. Nei loro silenzi c’è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia. Credo che dentro questo mondo maschile, dove le relazioni e i rapporti sono spesso esercitati nel segno del potere, c’è un grande bisogno di liberazione”.

Casa Zaccheo

Padri sacramentini




Lunedì 31 Dicembre,2012 Ore: 15:18
 
 
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