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www.ildialogo.org QUESTO OTTO MARZO,di GIANCARLA CODRIGNANI

RIFLESSIONE
QUESTO OTTO MARZO

di GIANCARLA CODRIGNANI

[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri@alice.it) per questo intervento.
Giancarla Codrignani, gia' presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005. Si veda anche l'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 343]

 

Credo che sia difficile trovare un "ottomarzo" cosi' intrigato e difficile, con una chiara, ma non divulgata, valorizzazione della nonviolenza e l'ombra, sempre rinnovata e perfino imprevedibile, delle violenze. Gli uomini sanno che le donne, al primo impatto con le difficolta', si disperano, poi reagiscono costruttivamente. In Italia - un'Italia in cui diciamo non esserci golpe perche' il responsabile delle esplicite violazioni contro le regole democratiche e' uno che e' stato regolarmente  (pur usando una legge illiberale) eletto. E' responsabile non solo di "violenze" contro le norme democratiche e costituzionali, che cambia, quando lo danneggiano; ma anche di comportamenti privati che, oltre a vederlo autore di reati (concussione e prostituzione minorile), configurano menzogna, degradazione morale e umiliazione della sessualita' sia femminile che maschile (quel corpo di vecchio libertino offende i maschi piu' delle donne che vengono pagate). Violenze che non trovavano nel paese chiara indignazione e rivolta morale collettiva.

Fino a domenica 13 febbraio, fino alla manifestazione corale della donne, non preventivamente organizzata, non politicizzata, impermeabile a strumentalizzazioni (e, infatti, regolarmente accantonata come non sufficientemente "politica", mentre dio solo sa se non era direttamente tale). E nonviolenta. Vogliamo riandare a ragionare sul "genere" della nonviolenza? E sentire che il momento e' grande - forse il solo che renda ottimisti - per un futuro di nonviolenza?

Si puo' partire da noi, che non siamo contente di ricorrere ai rigori delle condanne per le violenze contro il nostro corpo se non cambia davvero il costume: siamo ben liete di aver aperto il risveglio di iniziative dopo troppi mesi di scoraggiamento e inerzia (anche delle opposizioni, il cui dovere sarebbe proprio reclamare i diritti per non farsi togliere il Parlamento). Ci troviamo alla vigilia di un nuovo appuntamento collettivo, tutti/e indignati/e per l'offesa, questa volta non al corpo delle donne, ma a quel corpo dello stato chiamato "scuola" da parte del solito "violento" dittatore.

Ma voglio dire altre ragioni di ottimismo. Non so come andranno a finire le insurrezioni del Nord Africa, ma e' grande rendersi conto che la globalizzazione delle nuove tecnologie puo' veicolare richieste di liberta', di giustizia, di uguaglianza e dignita' umana assolutamente nonviolente. Non so come andranno a finire. Ma lavoriamo e studiamo dietro la dinamica di questi giovani e meno giovani che hanno sentito che si e' forti quando e finche' non si ricorre alla violenza e alle armi. Il mondo ha bisogno di valorizzare l'umano davvero "umano", cioe' non "eroico", a mani nude. E le mani piu' nude sono quelle delle donne che in Africa non vorrebbero lasciare le carezze ai bambini per difendersi dalle aggressioni di uomini violenti, amici o nemici. Non so come andranno a finire; ma so che i nostri governi "democratici" ne hanno la responsabilita'. E temo che la violenza degli interessi condizioni la liberta': eppure e' evidente che occorre ormai una nonviolenza dei governi democratici che non abbiano paura di diventare un po' piu' poveri. Penso sempre che se diventeremo meno egoisti del nostro tanto superfluo, saremo piu' sicuri e contenti. Come donne non abbiamo molte illusioni; ma saremmo pronte. Quasi tutte.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 483 del 3 marzo 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532,
e-mail: nbawac@tin.it,
sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Venerd́ 04 Marzo,2011 Ore: 17:37
 
 
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