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www.ildialogo.org Regina dei mari,di JESSICA CUGINI

Regina dei mari

di JESSICA CUGINI

LA BELLA STORIA DELLA CALABRESE REGINA CATRAMBRONE: DA IMPRENDITRICE A REGINA DEI MARI, DI JESSICA CUGINI, DA COMBONIFEM.IT SUDONNE, (A cura di Carlo Castellini).
É nata in Calabria, REGINA CATRAMBRONE, ma da sette anni vive a Malta, dove, insieme al marito CHRISTOPHER, fa l'imprenditrice. E' alla guida della TANGIERS GROUP, un'agenzia che offre assicurazioni e aiuti in casi di emergenza e intelligence nelle zone più pericolose del mondo. Una vita più che agiata la sua; una bella figlia MARIA LUISA. Ma poi capita, che durante una crociera, vicino alle coste tunisine, scorga qualcosa galleggiare in mezzo al mare, ma non capisce bene cosa sia. Il capitano della nave le spiega che si tratta di un giubbotto invernale di un migrante che cercava di raggiungere le coste italiane. “Fu un pugno nello stomaco”, racconta lei. Il pugno le rimane dentro. Non smorza il dolore e i pensieri, ai quali si aggiungono le parole. Parole che Papa Francesco pronuncia, dopo l'ennesima tragedia migrante a poche miglia di
Lampedusa, richiamando al dovere morale e civile di ciascuno:”Tutti – afferma Francesco - dobbiamo contribuire in prima persona”.
Tutti, si ripete REGINA. E le parole si aggiungono ai pensieri. REGINA capisce che non si può aspettare ancora, che non si può restare a guardare. Mette in piedi una ONG che prende il nome di MOAS, acronimo di NIGRANT OFFSHORE AID STATION, acquista a NORFOLK, una nave di 43 metri e la strasforma dotandola di un ponte aereo, poi affitta due droni statunitensi, due velivoli privi di piloti che possono grazie a dei computer di bordo, correre fino a 240 km orari, stando in volo fino a sei ore consecutive. Vuole dare il suo piccolo contributo. Vuole esserci anche lei a salvare i migranti del mare.
A muovere REGINA non è un intento pubblicitario, né tanto meno l'intenzione di mettersi in competizione con le istituzioni italiane o maltesi, è solo voglia (e possibilità) di fare la propria parte, come ha detto FRANCESCO. Di affiancare le autorità nella ricerca e salvataggio dei barconi di immigrati nel Mediterraneo. A questo serve PHOENIX, che il 25 agosto salpa con a bordo sedici persone tra volontari, medici paramedici e altro personale specializzato, tutti alle dipendenze dell'ex-capo di stato maggiore, delle forze armate maltesi, MARTIN XUEREB.
Ai primi di ottobre, i migranti tratti in salvo da MOAS sono duemila. Tra gli uomini e le donne, per lo più siriani, palestinesi ed eritrei, i bambini sono tantissimi. Molti dei piccoli viaggiano accompagnati dai genitori, tanti altri, invece, affrontano il mare da soli, affidati ad un adulto per la traversata. Quella di REGINA e di suo marito ad oggi, è la prima iniziativa di soccorso totalmente privata, l'unica nel suo genere. Organiuzzarla non è stato facile. REGINA e CHRISTOPHER hanno deciso di partire con i loro fondi, “aspettare di avere abbastanza soldi per cominciare avrebbe voluto dire far trascorrere troppo tempo. Abbiamo pensato di anteporre le vite dei migranti al denaro”.
Ma non è facile: per un mese di operazione servono 350 mila euro. Denaro che va via per pagare gli stipendi all'equipaggio, per il noleggio dei droni, per i costi del carburante e per tutti i beni di primo soccorso da distribuire ai migranti. A oggi, PHOENIX, potrà navigare un altro mese e mezzo, per questo sul sito INTERNET di MOAS, è stata lanciata una campagna di crowdfunding per raccogliere fondi e dar la possibilità a questa operazione di salvataggio di continuare.
“Sono molto vicina alla mia Italia. É vero, vivo qui a Malta, ma sono emigrante anch'io, così come lo è mio marito, americano. Noi non siamo miliardari, abbiamo la fortuna di avere delle risorse che ci permettono di fare la nostra parte. Nessuno merita di morire in mare e salvare vite non è esclusiva responsabilità delle autorità italiane o maltesi, ma una responsabilità collettiva”. (JESSICA CUGINI)



Giovedì 20 Novembre,2014 Ore: 19:52
 
 
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