Roma (NEV), 9 febbraio 2011 - La Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) aderisce alla manifestazione delle donne del 13 febbraio “Se non ora quando”. A Roma sarà presente con il proprio striscione, perché della manifestazione condivide "pienamente le parole d'ordine delle promotrici" lanciate alle donne che vivono in Italia, alle associazioni, ai gruppi, alle reti, che "da tempo vivono con profondo disagio e imbarazzo il modo in cui le donne vengono trattate". In un comunicato stampa diffuso ieri dalla FDEI si legge: "Le accuse rivolte in tal senso a una delle massime cariche dello Stato, ci preoccupano e ci turbano proprio per quanto disvelano comportamenti irrispettosi ed abusi perpetrati contro delle giovani donne. Questi comportamenti contrastano con il ruolo che generazioni di donne hanno progressivamente occupato nella nostra società, impegnate nella vita pubblica, nei partiti e sindacati, nelle associazioni e nel volontariato – e diciamo noi – anche nelle chiese, per rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui tutti viviamo".

Parlano di "preoccupazione e disagio", le donne evangeliche, finanche di "rabbia", e denunciano "la quotidiana rappresentazione deformata dell'immagine femminile che la TV pubblica e privata, con poche eccezioni, proietta nelle nostre case, imponendo nei fatti una visione delle donne stereotipata, a senso unico, e rivestita di nulla, espressione di un sessismo arcaico e volgare". Per la FDEI questo crea una "cultura che riduce le donne a corpo oggetto di desiderio sessuale, le offende, ne disconosce il loro contributo alla vita collettiva, ma soprattutto svolge una profonda azione diseducatrice nei confronti delle nuove generazioni, di ragazze e ragazzi che crescono con un modello delle relazioni uomo donna non basato sulla solidarietà e il rispetto reciproco, ma sullo sfruttamento e la compravendita". Per tutte queste ragioni la FDEI invita tutte le donne evangeliche, ma anche gli uomini evangelici, a scendere in piazza domenica 13 febbraio insieme alle altre donne e uomini per dire che "il limite è stato oltrepassato. Chiediamo dignità e rispetto per tutte e tutti, e anche per le istituzioni pubbliche; per affermare che è possibile costruire relazioni diverse tra donne e uomini, anzi, che queste esistono già, solo che non trovano spazio nell'arena pubblica rappresentata da televisione e mezzi di comunicazione". "Come donne credenti - concludono le donne della FDEI - crediamo inoltre di essere portatrici del messaggio di liberazione di Gesù Cristo che ridona dignità all'essere umano, uomo e donna, e lo incontra nella sua vita concreta rendendolo protagonista di un messaggio di salvezza per tutte e tutti".

E intanto Gianna Urizio, presidente della FDEI, invita le comunità a dedicare uno spazio a queste tematiche nel corso del culto di domenica 13 febbraio, sottolineando come la stessa pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, abbia aderito con convinzione all'appello del Comitato di "Se non ora, quando?".