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www.ildialogo.org L'INTENSO CARTEGGIO DI DUE LICEALI SENSIBILI TRA LA EX-FIDANZATINA CARLA SBORGI E IL PRIORE DI BARBIANA DON LORENZO MILANI: MA LE LORO LETTERE DOVE SONO?,A CURA DI CARLO CASTELLINI

L'INTENSO CARTEGGIO DI DUE LICEALI SENSIBILI TRA LA EX-FIDANZATINA CARLA SBORGI E IL PRIORE DI BARBIANA DON LORENZO MILANI: MA LE LORO LETTERE DOVE SONO?

DAI RICORDI DI NEERA FALLACI


A CURA DI CARLO CASTELLINI

L'INTENSO CARTEGGIO DI DUE LICEALI SENSIBILI TRA LA EX-FIDANZATINA CARLA SBORGI E IL PRIORE DI BARBIANA DON LORENZO MILANI: MA LE LORO LETTERE DOVE SONO? (DAI RICORDI DI NEERA FALLACI, A CURA DI CARLO CASTELLINI).
Non mancavano certo movimenti in casa Milani, quando la famiglia abitava a Firenze in via Principe Eugenio, dove Alice Weiss e Albano governavano la casa. Oltre ai figli Lorenzo, Adriano ed Elena, erano spesso presenti i cugini e le cugine. Vi fu un periodo, quello, prima di entrare in seminario, in cui Lorenzo si buttò a fare il pittore, volendo capire il senso e le cause dell'arte.
L'amico di famiglia Joachim Hans Staude testimonia:”Mi parlò a lungo di questa sua ricerca sulle motivazioni dell'arte, quando eravamo in seminario, racconta don Auro Giubbolini, “Gli pareva che la pittura non potesse avere come fine solo la bellezza. Per essere giustificata doveva avere una qualche utilità. Si appassionò allo studio della pittura come decorazione; e in particolare della pittura che decorava le chiese; si mise a riflettee sul rapporto di suggestione, ad esempio, che deve nascere tra un affresco e i fedeli raccolti in preghiera; studiava tutto questo all'inizio, per avere la possibilità di riuscire a decorare lui stesso una chiesa”.
Lo studio della liturgia lo aveva portato a porsi domande ma sempre più approfondite. Ma in seguitò arrivo' al rifiuto di questo stile brancolante nel buio della ragione e all'accettazione della verità rivelata? Bisognerebbe poter leggere le lettere che don Lorenzo Milani scrisse a Carla, una ragazza di Milano con la quale fu quasi fidanzato.
Poco prima che il volume di NEERA FALLACI, fosse affidato alle stampe, nella presente edizione, CARLA SBORGI, interpallata dall'autrice, per un senso di delicatezza, ha segnalato varie inesattezze, nella parte che la riguarda. Sottolineando che la storia della sua amicizia con Lorenzo, così ricostruita da altri, sia molto sfocata rispetto a quella che sarebbe stata la sua testimonianza diretta. CARLA E LORENZO si conoscevano fin dall'adolescenza; il padre di lei, professore universitario di chimica, era stato compagno di studi del dottor ALBANO. Anche Carla frequentò il liceo BERCHET.
MA CHI ERA CARLA SBORGI?
Era una ragazza non bella, ma colta, simpatica, dall'intelligenza vivace; con una personalità spiccata, un'eccellente interlocutrice, insomma. Quando Lorenzo, iniziò la sua ricerca sulla motivazione dell'arte, prima e sulla liturgia poi. Quando i due ragazzi erano lontani, proseguivano i loro dialoghi per lettera.
“Cara CARLA, l'idea dominante dell'arte.......”, don AURO GIUBBOLINI, racconta, “mentre eravamo in seminario, mi chiese di leggere un grosso pacco di lettere: lettere sue a una certa CARLA e di questa Carla a lui”. “A tuo giudizio devo tenerlo o no”? Lessi. Per conto mio le avrei conservate. Era la corrispondenza fitta tra due ragazzi giovani e sensibili.
Parlavano del concetto di pittura, della rilevanza dei colori della importanza e della funzionaliltà dell'arte, di un libro che sull'argomnento stava scrivendo Lorenzo. Soprattutto c'era dentro la storia completa dello sviluppo del pensiero di Milani dalla fine degli studi liceali all'ingreso nella Chiesa.
Piano piano, lui arrivava a dire alla ragazza che si sarebbe fatto prete. Mentre in lui cresceva la sicurezza, la piena coscienza del passo che stava per fare, in lei aumentava lo smarrimento e il dolore. Erano veramente belle le lettere della ragazza. Fino a un certo punto lei lo aveva seguito nei suoi ragionamenti di fede. Poi cominciava a ribellarsi; contrastando questo o quell'argomento, rimproverandogli qualcosa. Finchè era la disperazione. Me ne ricordo ancora, dopo venticinque anni.
“So che Milani rivide Carla al terzo anno di seminario: in casa di amici. Me lo raccontò lui stesso, al ritorno dalle vacanze, dicendo che l'incontro l'aveva molto turbato, perchè aveva avuto un'altra prova di quanto la ragazza avesse sofferto a causa sua”.
Negli ultimi giorni di vita don Milani espresse il desiderio di parlarle:”E' l'unica persona al mondo a cui ho fatto del male”. Lei accetto' l'invito. “Ora vi farò conoscere la mia ex fidanzata”, disse allora il priore ai suoi ragazzi”.
CARLA venne e tornò varie volte. Il giorno dei funerali era tra la folla, nota don Auro Giubbolini, “perchè i ragazzi me la indicarono. Quando si uscì dalla casa lei era proprio dietro il carro funebre.”
MA LE LETTERE DEL LORO CARTEGGIO DOVE SONO?
A quanto è dato sapere mentre le lettere di Lorenzo Milani alla ex-fidanzata esistono ancora, sarebbero state distrutte le lettere della ragazza: il priore aveva lasciato a un familiare l'incarico di decidere cosa fare del carteggio. Inaccessibili sono anche le lettere che Lorenzo Milani scriveva a mons. RAFFAELE BENSI, suo direttore spirituale. Non solo a Bensi raccontava tutto di sé ma non faceva mai un passo nei propri difficili rapporti con la curia senza consultarlo (che poi, dopo la verifica di opinioni, facesse lo stesso di testa sua, è un altro discorso).
Si tratta di lettere che rivelano probabilmente, anche molti retroscena d'una diocesi tra le più inquiete d'Italia. Mons. BENSI, ormai giunto al traguardo dell'ottantina, da temppo sta subendo pressioni perchè tiri fuori almeno parte del carteggio. La risposta è sempre “no”. “Sono lettere in cui c'è tutta la storia di don Milani. Bensi. “Si tratta di letttere personali che non si possono né vedere nè pubblicare. Lui non l'avrebbe voluto. E spiego il perchè: tuttele lettere che scriveva da BARBIANA, le leggeva ai suoi ragazzi prima di spedirle. Quelle che spediva a me, non gliele leggeva. Non voleva farne conoscere i contenuti nemmeno ai ragazzi. E dovrei renderlo pubblico io quel contenuto”?
Se uno insiste un po' troppo sull'argomento, finge di arrabbiarsi.
“Insomma Lorenzo mi ha rotto le scatole da vivo e seguita a rompermele anche da morto!”. Don Milani aveva un affetto e una stima profondi per questo prete che aveva cominciato a consigliarlo e aiutarlo fin dal periodo della conversione. Fu lui stesso a cercarlo nel '43: aveva bisogno di qualcuno capace di chiarirgli tanti dubbi che lo tormentavano da quando si era addentrato nello studio della problematica cristiana. E pensò appunto a questo professore di religione nei licei fiorentini che un amico gli aveva presentato e del quale aveva sentito dire un gran bene per la sua intelligenza e apertura mentale-
Lorenzo era un bel figliolo, aveva diciannove anni. Secondo a quanto raccontoì a dei compagni di seminario, le modelle si incapricciavano di lui e la loro inreaprendenza lo imbarazzava non poco, La storia è stata raccolta e pubblicata dal sacesote catalan o MIQUEL MARTI, riportata nel suo libriccino sul priore di Barbiana:”Si innamoravano di lui e gli proponevano di andare a letto, scive.
“ Lorenzo rispondeva con un rifiuto categorico, a volte brutale; però non si sa bene quale potesse essere allora il motivo di quella decisa presa di posizione”. Marti non si fema qui; avanza ipotesi che si adattano un po' troppo al suo modo di concepire il personaggio di un futuro prete. E' inevitabile si sa che le che le vestali di un grande uomo preferiscano presentarlo come vorrebbero fosse sempre stato. Tutto di lui deve diventare, bello e buono e giusto “secondo la diabolica usanza moderna”, come scrisse lo stesso don Milani, di “considerare soavemente profumate le merde dei geni e dei santi”. Senonchè, quando le modelle scendavano nello scantinato di Piazzale Fiume, Lorenzo Milani era ben lontano da turbamenti religiosi. Ciò non esclude che potesse infastidirlo la troppa intraprendenza di qualche ragazza: era pur sempre un signorino di buona e seria famiglia.
(Carlo Castellini - continua).



Venerdì 19 Gennaio,2018 Ore: 19:23
 
 
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don Lorenzo Milani

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