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www.ildialogo.org Quali risposte alle profezie di don Milani?,di Mauro Matteucci

Quali risposte alle profezie di don Milani?

di Mauro Matteucci

In Africa, In Asia, Nell’America latina, nel mezzogiorno, in montagna, nei campi,

perfino nelle grandi città, milioni di ragazzi aspettano di essere fatti eguali.

In quest’anno, anche per una serie di avvenimenti – dal cinquantesimo della morte, alla pubblicazione delle Opere, al pieno riconoscimento della sua grandezza e alla visita a Barbiana da parte di papa Francesco – sembrano ritornati straordinariamente d’attualità il messaggio, l’opera e la figura di don Lorenzo Milani. Ma è senz’altro da porsi in modo ormai ineludibile il significato che la sua profezia riveste per l’oggi: in particolare ha messo, prima di tutto come sacerdote e poi come educatore, la sua sete di assoluto al servizio degli ultimi, di coloro che il potere considera scarti. Invece, lui ha levato la sua voce “per loro”, affermandone con una frase indimenticabile l’ umana pienezza: Ogni anima è un universo di dignità infinita.

Proprio l’attuale passaggio storico estremamente complesso interroga le coscienze di tutti coloro (sono ormai obsolete le distinzioni tra credenti e laici) che, aldilà di tante analisi, talvolta poco documentate se non offensive, vogliono impegnarsi e operare concretamente ispirandosi al suo insegnamento. Questo ebbe ben poco di teorico, ma si calò subito, fin dalla sua esperienza a San Donato di Calenzano e poi a Barbiana, nella realtà umana e sociale dei più deboli. Le sue risposte sono inequivocabili a partire dalla sua pastorale che si collegava in modo radicale direttamente al Vangelo, in cui era stato ribadito che il più piccolo – dalla vedova al povero, al lebbroso, allo straniero, all’adultera – è il preferito. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto (Matteo 10, 41). Rileggere oggi Esperienze pastorali è allo stesso tempo sconvolgente e stimolante. La scelta di don Milani è inequivocabile nella sua radicalità per una Chiesa e una comunità cristiana che vivono un kairòs (un momento storico risolutivo) tra scelte di potere e devozionismo da una parte e testimonianza evangelica dall’altra, che si concretizza nella solidarietà verso il fratello. L’accoglienza, la cura – secondo l’ I Care milaniano - nei confronti dei poveri, degli emigranti e dei rifugiati è il primo dovere per chi osa dirsi ancora cristiano.

Don Milani affermò con chiarezza, in particolare nella Lettera ai cappellani militari e nella Lettera ai Giudici, che le guerre erano state fatte dai poveri per gli interessi delle classi dominanti e aggiunse che d’ora in poi sarebbero state rivolte contro le popolazioni: l’avverarsi di questa profezia è rappresentato dai conflitti - di durata ormai infinita - che terrorizzano e uccidono milioni di civili, distruggono decine di città costringendo gli abitanti a emigrazioni di massa, in numerose parti del pianeta. Il No alla guerra diventa sempre più un imperativo categorico per tutte le coscienze.

La sua opera e la sua vita, fino agli attimi estremi, furono dedicati alla scuola come educazione degli ultimi, nella volontà che fosse allo stesso tempo valorizzazione della persona e presa di coscienza per trasformare la società: voleva, attraverso il dono della parola, formare la responsabilità per un mondo più giusto da costruire insieme, secondo i valori fondanti della giustizia e dell’uguaglianza. Ci è riuscito come pochi, dando voce a chi era condannato a non averne, restituendo un significato alto alla Politica: Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia … Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt’uno. Non si può amare creature segnate da leggi ingiuste e non volere leggi migliori. (da “Lettera a una Professoressa”)

Riconoscere oggi la verità del suo messaggio rivolto all’uomo nella sua autenticità più profonda, può significare restituire a tutti, senza distinzioni, un possibile orizzonte di senso e di speranza da condividere.

Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto “don Lorenzo Milani di Pistoia




Lunedì 03 Luglio,2017 Ore: 19:55
 
 
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don Lorenzo Milani

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