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www.ildialogo.org "Don Milani: laico senza saperlo",di Mario Mariotti

"Don Milani: laico senza saperlo"

di Mario Mariotti

Poco tempo fa, a Pane quotidiano di Rai 3, c'era un insegnante-educatore-scrittore che si poneva alla sequela di D. Milani; e, come il Priore di Barbiana lavorava per fornir ai poveri, attraverso la conoscenza della lingua italiana, lo strumento per la loro emancipazione culturale e quindi economica, e quindi politica, così lui oggi si impegna a fare la stessa cosa con i poveri di oggi, con i migranti, sempre in vista della loro integrazione alla nostra cultura, economia, società. Il compito che questa persona si è assunto è importantissimo, ma anche di una grande complessità, perché il progetto di D.Milani era complesso, e non è affatto semplice capirlo e seguirlo. Intanto lui non finalizzava gli strumenti, ma aveva ben chiaro il progetto: mettersi dalla parte dei poveri nella lotta di classe che essi subiscono da parte dei ricchi; coscientizzarli sugli strumenti che avevano a disposizione per portare avanti la lotta politica, cioè lo sciopero ed il voto; impegnarsi per una società che realizzasse il dettato costituzionale dell'uguaglianza e dell'emancipazione di tutti i
Cittadini per una integrazione che era non-integrazione alla realtà esistente, ma impegno per una società non certo capitalista, e, non potendo usare il termine "socialista" oggi compromesso: "si potrebbe dire che lavorava per una economia di comunione. Oggi la situazione politico-culturale della nostra società è radicalmente diversa, ed è evoluta in senso negativo.
Nel pensiero unico neoliberista la lotta di classe non c'è; l'esistenza dei poveri, degli scarti è strutturale al modello (si vede che Dio ha creato sia i ricchi che i poveri); poveri stessi hanno interiorizzato i dogmi del mercato e della competizione, e nel ricco non vedono uno sfruttatore, ma un fortunato da invidiare ed imitare; lo sciopero è diventato un accessorio desueto che fra poco entrerà nella categoria dei fossili; la Sinistra, che rappresentava il mondo operaio, é diventata una Democrazia cristiana che sacralizza il privato e la libertà d'impresa.
Il voto, che avrebbe dato peso politico ai poveri stessi, che esistono e sussistono da sempre, viene pilotate e vanificato dall'informazione che guarda la realtà con gli occhi dei ricchi, dei fortunati, dei potenti, dei privilegiati; quei poveri che:si sono emancipati, si sono del tutto dimenticati della loro precedente condizione, compresa quella di migranti per il mondo in cerca di lavoro; il nostro futuro sta diventando la fotocopia del modello americano, dove le decine di milioni di poveri che colà esistono non hanno visibilità e quindi non esistono; dove la lotta di classe non è fra ricchi e poveri, ma fra i poveri arrivati prima e quelli dopo; dove la violenza si è fatta strutturale al vivere quotidiano; dove viene chiamata democrazia la competizione fra lobby per mettere il proprio consigliere delegato a fare il presidente dello Stato più imperialista e prepotente che esista a livello planetario.
A questo punto si può arrivare al'nocciolo del problema: come si deve fare per integrare nella nostra società i migranti, gli extracomunitari, i profughi di guerra che sono destinati a diventare sempre più numerosi, perché la Siria é destinata a diventare il Vietnam di oggi? Se noi abbiamo abbandonato il progetto di D.Milani, che si poneva l'obiettivo di fornire ai poveri degli strumenti che non erano fine a sé stessi, ma appunto strumenti per superare il negativo della realtà esistente, e per materializzare i Valori inclusi nella nostra bellissima Costituzione, non succederà che noi di fatto, integreremo i nuovi arrivati a quel maledetto pensiero unico neoliberista che è e rimane la macchina che produce emarginazione e genera i poveri stessi?
Purtroppo io, questa, non la considero un'ipotesi, ma la realtà che avremo sotto gli occhi: i nuovi poveri litigheranno con quelli già presenti nella nostra, bella società, che si fregia del titolo di ben tre milioni di disoccupati e della quasi metà dei giovani senza lavoro, con delle differenze blasfeme fra i più ricchi e gli emarginati del sistema; e il progetto dell'integrazione rimarrà purtroppo, ristretto nell'ambito di questa "guerra fra poveri".
D. Milani, prete fortissimo perché, pur considerandosi cattolico di fatto, senza saperlo era un laico che aveva superato il servizio a Dio a favore di quello all'uomo, e quindi aveva superato l'alienazione religiosa, dando corpo all’“amatevi fra voi come Dio vi ama", purtroppo è risultato storicamente perdente: la nostra Costituzione non solo è rimasta sulla carta, ma sembra che dia fastidio anche lì, e che sia destinata a venire cambiata.
La nostalgia dell'uomo solo al comando si vede che è talmente radicata in un popolo, il nostro, (che si crede cattolico, ma che, da seguace perfetto di mammona, è riuscito a convertire al capitalismo ed al mercato anche i "compagni"), che i termini di giustizia sociale, egualitarismo, dignità e valore del lavoro, si sono persi nelle nebbie dì una cultura che venera il Beati i ricchi, che vede nelle banche il tempio di Dio, che vende armi anche ai terroristi, che si allea con chi li finanzia, che compra quello che loro hanno da vendere, purché il prezzo sia buono.
Nonostante tutto questo, però, e per concludere, è bello che ci sia ancora qualcuno che crede in D. Milani; che, come quella persona, si impegna a continuare il lavoro del Priore di Barbiana, e che racconta i suoi progetti al Pane quotidiano di Rai 3.
Anch'io ci ho provato per trent’anni gli stessi risultati. Vuol dire che, nello squallore imperante pieno di festival di canzoni, dello spread che sale e che scende, delle ludopatie, del pio esercizio della corruzione e dell'evasione fiscale, delle tifoserie fasciste e via di seguito, c'è ancora qualcuno, che è vivo, che pensa, che resiste, e che fa…
Mario Mariotti



Venerdì 02 Dicembre,2016 Ore: 21:54
 
 
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don Lorenzo Milani

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