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www.ildialogo.org NOSTALGIA VIVA PER DON LORENZO MILANI,di MARIO PAVAN

NOSTALGIA VIVA PER DON LORENZO MILANI

di MARIO PAVAN

Alcune figure di testimoni del nostro tempo suscitano ancora speranza specie per i nostri giovani .
Si tratta di credenti cercatori, di uomini e donne che resteranno nei loro insegnamenti e che forse meritano con urgenza di essere ri-proposti per un ulteriore cammino di approfondimento.
Don Lorenzo Milani è uno di questi. Nasce a Firenze nel 1923 da una famiglia dell’alta e colta borghesia di origine ebraica. A sette anni Lorenzo è a Milano con la famiglia dove compie anche i suoi studi liceali con l’amore dell’arte nel cuore e a Brera frequenta l’Accademia con il sogno di diventare un artista. Ma poi decide di entrare nel seminario maggiore di Firenze e nel 1947 è ordinato prete.
Anni duri, difficili, ma anche anni della speranza , del varo della Costituzione democratica di un’Italia repubblicana , aperta agli apporti delle forzi cattoliche , laiche e socialiste che avevano lottato insieme contro il nazifascismo.A San Donato di Calenzano il sacerdote novello si infervora con i suoi giovani operai, poveri ma anche ricchi di ideali e di idee. Per un futuro migliore da dare all’Italia. Non all’Italia dei ricchi, di un capitalismo ingiusto ma anche quella degli operai , degli apprendisti e di chi sceglie la via dell’emigrazione. Anni di votazioni politiche che il giovane prete predica con viva forza per scelte giuste, a favore dell’uomo. Matura qui a San Donato le sue Esperienze Pastorali, raccolte nel libro di un servizio ai fratelli che anche adesso papa Francesco esige dagli uomini di Chiesa per un gregge da amare sul serio e di cui occorre impregnarsi del suo odore .
Catechesi milaniana e scelte di vita concrete.Esperienze pastorali da attuare e calate nella realtà in un cristianesimo di Vangelo che anche il suo vescovo, quel cardinale vicentino di Villaverla , Elia Dalla Costa legge e comprende e che molti seminaristi d’Italia consulteranno e terranno bene al sicuro nei loro bauli anche quando il libro non sarà più gradito alle autorità vaticane e verrà proibita la diffusione, nel dicembre 1958 .
Ma il cammino profetico di don Lorenzo continua. Anche tra amarezze e incomprensioni culminate nell’esilio di Barbiana: un pugno di case di una collina maledetta da Dio, senz’acqua corrente, senza elettricità e con pochissimi fedeli, da conquistare, ma con l’esempio, il coraggio, la testimonianza caparbia di chi crede e non vuole ricorrere al tanto in voga proselitismo clericale di quegli anni. E dopo i primi quattro anni passati a Barbiana, con la scuola di vita, sui libri ideati dai suoi stessi ragazzi , in una scuola senza vacanze, una scuola quotidiana dove ognuno dà il meglio di sé ha pure la gioia di vedere uscire Esperienze Pastorali , anche se si diceva ,dopo pochi mesi il libro verrà condannato.Ma intanto i ragazzi del priore di Barbiana interrogano il mondo di una scuola che ha bisogno di un radicale cambiamento.E Barbiana diventa punto di riferimento di intellettuali, di donne e uomini dalla testimonianza profetica come il padre servita David Maria Turoldo e lo scolopio dell’Amiata p.Ernesto Balducci , tanto per citarne qualcuno. Il 1960 vede però minata la salute del priore dal morbo di Hodgkin, tra tossi e crisi,una malattia che lo accompagnerà fino alla morte. Non prima però di essere intervenuto a favore dell’obiezione di coscienza di fronte all’obbligo del servizio militare e l’istituzione dei cappellani militari (oggi è legge mentre nel 1965 il priore di Barbiana sarà processato per apologia di reato con la conferma post mortem nel 1968 ). Tra il 1965 e il 1967, anno della morte, a Firenze, nella casa paterna, assistito dalla madre e dal fratello medico, spirerà ma farà a tempo di prendere in mano la pubblicazione della lettera ai giudici, nota come l’Obbedienza non è più una virtù e il famoso Lettera a una professoressa. Don Milani ha cominciato dalla scuola come altri prima di lui: la “sua” però è una scuola “laica” , nel senso più pieno e bello del termine. Scuola dei giovani più poveri e più difficili. E’ la strada del Vangelo che ancora oggi si respira a Barbiana nella sua tomba del piccolo cimitero, accanto alle sue due grandi donne , le sue collaboratrici fedeli e anche madri di alunni, che una volta adulti, hanno dato vita a una Fondazione nel suo nome.
Don Milani, il prete, il profeta nei tempi iniziali del Concilio, di don Dossetti, del cardinal Lercaro, dei La Pira. Un Concilio Ecumenico Vaticano II che da Giovanni XXIII, passando per Paolo VI e oggi con papa Francesco, attende davvero di essere realizzato “dal vivo”, dopo tanti studi. Un Concilio che dopo oltre 50 anni aspetta anche da tutti noi ( e lo dobbiamo proclamare con forza nella vita e in tutte le sedi ) l’aurora di giorni nuovi. Finalmente che anche alcune diocesi italiane , celebrando la settimana della Scuola (anche in maniera trionfalistica a volte) si sono accorte della sua opera…meglio tardi che mai, caro don Lorenzo! Ma questo, come diceva Paolo VI a proposito di un altro grande santo prete e parroco, don Primo Mazzolari, “è il destino dei Profeti…e noi non stiamo dietro ai loro passi perché corrono sempre davanti a noi… ”.
MARIO PAVAN, Vicenza



Sabato 15 Ottobre,2016 Ore: 18:38
 
 
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