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www.ildialogo.org A CIASCUNO IL SUO: A MILANO, PROTOCOLLO DI INTESA CON TUTTI I CULTI RELIGIOSI,di Adista Notizie n. 29 del 28/07/2012

A CIASCUNO IL SUO: A MILANO, PROTOCOLLO DI INTESA CON TUTTI I CULTI RELIGIOSI

di Adista Notizie n. 29 del 28/07/2012

36805. MILANO-ADISTA. Avviare un rapporto trasparente e riconosciuto tra l’Amministrazione comunale e i rappresentanti dei culti religiosi che non sono titolari di un’intesa con lo Stato (il 18 luglio è arrivata intanto la notizia dell’approvazione definitiva al Senato delle Intese con la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia, la Chiesa Apostolica in Italia e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni). È questo lo scopo della delibera con la quale il Comune di Milano, il 6 luglio scorso, ha istituito un “Albo delle organizzazioni e delle associazioni religiose”, un apposito Protocollo di intesa e una “Conferenza permanente delle confessioni religiose”. Le realtà cittadine che si iscriveranno all’Albo, spiega il Comune, potranno richiedere, dopo aver seguito apposite procedure, la messa a norma dei luoghi che attualmente usano per l’esercizio del culto oppure beneficiare della destinazione di strutture o spazi, sia pubblici che privati, per lo svolgimento delle attività di preghiera. Al momento dell’iscrizione all’Albo, i vari soggetti sottoscriveranno un Protocollo di intesa con l’Amministrazione comunale, nel quale saranno esplicitati i diritti e i doveri delle parti. Le associazioni e le organizzazioni iscritte all’Albo verranno poi chiamate a far parte di una “Conferenza permanente delle confessioni religiose” che permetterà di monitorare e risolvere eventuali criticità e attivare iniziative di incontro rivolte alla popolazione cittadina. Per realizzare tutto questo percorso, l’Amministrazione si avvarrà di una Commissione di studiosi ed esperti e di Diritto delle religioni. «Quanto abbiamo approvato – ha dichiarato la vicesindaco con delega al Dialogo interreligioso Maria Grazia Guida – è un passo importante per la promozione del dialogo interreligioso e per il sostegno del diritto alla libertà di culto. La città è cambiata molto arricchendosi della presenza di varie comunità religiose che chiedono di essere riconosciute e di professare la propria fede in modo dignitoso e rispettoso delle norme. Dopo la totale assenza delle amministrazioni precedenti abbiamo affrontato il fenomeno con l’intenzione di governarlo e ricondurlo all’interno di una sorta di “patto” che identifichi e riconosca diritti e doveri di tutti. Nell’anno di mandato appena trascorso abbiamo effettuato circa 40 incontri con le comunità buddista, cristiana (ortodossi rumeni e della Chiesa russa, protestanti evangelici e pentecostali, valdesi), ebraica, induista e musulmana. Ci siamo confrontati con il “Forum delle religioni” che dal 2004 opera, su invito dell’arcidiocesi, per promuovere la libertà di culto e favorire l’incontro tra le confessioni religiose». «Milano – ha concluso Guida – deve dotarsi di strumenti permanenti per affrontare un ambito così complesso e delicato. Perché vogliamo una città dove il diritto alla libertà religiosa sia effettivamente garantito e reso possibile».

La notizia è stata salutata con favore da Giuseppe Platone, pastore della Chiesa valdese di Milano, nonché segretario del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano (Cccm) e membro del Forum delle religioni del capoluogo lombardo: «È un dato molto positivo, espressione di una politica nuova – ha dichiarato (Nev, 11/7) –, grazie al quale nella nostra città si va a colmare in parte il vuoto legislativo dovuto all’assenza di una legge organica sulla libertà religiosa in Italia».

«Abbiamo già fatto un albo, dando al Comune gli Statuti, i numeri e i nomi dei nostri fedeli e dirigenti», è stato il commento di Abdel Hamid Shaari, capo dell’istituto di viale Jenner, da anni in attesa di una nuova sede. «Faremo anche questo nuovo passo, in attesa che ci venga riconosciuto anche qualche diritto», (Repubblica Milano, 8/7). «Speriamo che sia veramente il segno che si passa dalle parole ai fatti», gli ha fatto eco Asfa Mahmoud, presidente della casa della cultura islamica di via Padova: «Attendiamo da anni l’autorizzazione a creare anche solo una moschea di piccole dimensioni per i nostri fedeli, ma finora l’amministrazione non ha dato certezze. Speriamo sia la volta buona». Di tutt’altro avviso Riccardo De Corato, vicepresidente Pdl del Consiglio comunale: «È un trucco per dare soldi e moschee ai musulmani togliendoli ai milanesi». (i. c.)

Articolo tratto da
ADISTA
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Venerd́ 27 Luglio,2012 Ore: 16:08
 
 
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