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www.ildialogo.org “QUANDO DUE ELEFANTI LITIGANO............E' L'ERBA CHE CI VA DI MEZZO”,a cura di Carlo Castellini

“QUANDO DUE ELEFANTI LITIGANO............E' L'ERBA CHE CI VA DI MEZZO”

DI CLAUDIO ZANINOTTO, METAFORA DELLA GUERRA SUD-SUDANESE, ED. ASSOCIAZIONE AMICI DI LINO POISA, PREFAZIONE DI SALVA KIIR MAYARDIT, PRESIDENTE DEL SUD SUDAN; I ROTARY BRESCIANI.


a cura di Carlo Castellini

PREMESSA.
Sebbene sia intuitivo, meglio sarebbe aver esperienza diretta
per comprendere a fondo quale distruzione creano due elefanti in lotta tra di loro per la supremazia. Questo è ciò che è accaduto nel Sudan meridionale e che ancora sta accadendo nel Darfur. Il risultato, l'erba calpestata, è sotto gli occhi di tutti.
CHI E' CLAUDIO ZANINOTTO?
Dopo essersi laureato in Sociologia a Urbino, in Scienza delle Comunicazione a Perugia, in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali a Roma, ed aver conseguito un Master in Economia non profit e Cooperazione allo Sviluppo presso l'Università di Ferrara, ha frequentato Corsi multidisciplinari di Educazione allo Sviluppo presso le Università di Genova e di Milano, ed ottenuto il Diploma di Specializzazione in Diritti Umani del V.I.S. di Roma.
I suoi interessi culturali, originati dal piacere del viaggio e delle scoperte, lo hanno spinto verso un sempre più coerente e approfondita preparazione di stampo prettamente umanistico, indirizzato a comprendere le condizioni del Terzo Mondo ed in particolare dei paesi africani, spaziando dalla sociologia all'antropologia: SABBIA PER ACQUA (2002), MUZUNGU (2003), UNA VITA DA DINKA (2004), MEZZO SECOLO DI CARBURATORI (2006), con i quali si è aggiudicato numerosi premi nazionali e internazionali.
Nel 2011 ha dato alle stampa WHEN TWO ELEPHANTS ARE FIGHTING................uno dei primi testi didattici destinati a studenti delle scuole superiori e universitari del Sud Sudan indipendente.
Vive a Garlasco in provincia di Pavia, dove è nato nel 1954.
E' fondatore e presidente dell'O.n.g. Anthropos Onlus.
WWW.ASSOCIAZIONEANTHROPOS.IT (a cura di Carlo Castellini)
 
PRESENTAZIONE DEL LIBRO, (a cura di Carlo Castellini).
Dare conto di ciò che è oggi il Sud Sudan è un po' come trovarsi nelle vesti degli esploratori occidentali dell'Ottocento che cercavano le radici del Nilo. Finirono per imbattersi in qualcosa di pericoloso, complesso e difficile da superare. Un groviglio inestricabile di corsi d'acqua, paludi e canne lacustri, che impedivano loro di andare oltre. S'impantanarono. Questa è anche l'impressione che può avere oggi chi tenta di comprendere, ricostruire, e dare conto di un paese che vede le sue disgrazie in un coacervo di concause storiche e religiose, culturali, politiche, militari, ed economiche sovrapposte a ragioni di natura etnica e tribale.
Impossibile comprendere le vicende sud-sudanesi, senza tener conto della natura tribale degli attori principali, della loro cultura; soprattutto dei DINKA, etnia maggioritaria in quei territori, dalla più antica a quella più recente, per procedere con considerazioni più prettamente sociologiche e politiche.
Solo dopo aver tessuto questa trama, i cui fili multicolori sono quelli delle variegate etnie e culture, è possibile sovrapporvi, quali ricami, le incidenze religiose, che hanno visto una preminenza dell'Islam e del Cristianesimo.
Durante il percorso ci si rende conto della complessificazione che anche il mondo sud-sudanese ha ha subito. Venivano a influire, scelte politiche prese a un livello superiore ancora sconosciuto, fosse quello dei colonizzatori inglesi o dei successivi governi, a indirizzo arabo islamico.
L'aria decolonizzatrice degli anni '50 e '60 fece nascere movimenti di ribellione che si declinavano sulle diverse etnie presenti sul territorio, ed a rendere ancora più complesso il preesistente mondo tribale, nel campo da gioco entrarono gli interessi economici e di altre fonti di ricchezza. Da tutto ciò nacque una guerra civile che portò a due milioni di morti ed a quattro milioni di sfollati ed ora, dopo più di mezzo secolo, alla nascita del 54° stato africano.
Ciò che esiste oggi è un mondo nuovo cui il sud Sudan non vuole e non può sottrarsi. Anch'esso appartiene al “villaggio globale”, che si sovrappone a quello tribale, che continua ad esistere, quasi per nulla scalfito da questo superstrato. Un mondo, quello sud-sudanese, che finisce per essere contemporaneamente l'uno e l'altro; che guarda con speranza al benessere occidentale e contemporaneamente continua inesorabilmente ad essere alle prese con i problemi di sempre: combattere tutti i giorni l'eterna lotta della sopravvivenza. (CLAUDIO ZANINOTTO).
LA MIA RIFLESSIONE PERSONALE.
Che dire del suo libro documento e di testimonianza? Intanto il titolo e la testimonianza dell'autore, sono stati illustrati agli alunni delle classi della media FRANCHI del villaggio Sereno, in Brescia, ed il titolo rappresenta la metafora della guerra sud-sudanese:”QUANDO DUE ELEFANTI LITIGANO........È L'ERBA CHE CI VA DI MEZZO”. La metafora per natura sua e per definizione, invita ad andare oltre le immagini sensibili evocate nella frase.
Allora al posto degli elefanti possiamo indicare due stati in lotta e guerra tra di loro; oppure due politici, due fazioni sportive (lotta tra i Dinka e i Nuer), o ancora due fratelli che si uccidono, (Caino e Abele), oppure la lotta per la primogenitura tra Giacobbe ed Esaù.. Nel nostro caso il Nord Sudan, di religione mussulmana e lingua e cultura araba, che opprime e vuole cancellare dalla mappa africana l'esistenza del Sud Sudan, abitata da gente buona, animista, protestante e con una minoranza cattolica. Mentre “l'erba che viene calpestata”, fa pensare ai bambini che non possono fuggire, alle donne, che sono il pilastro della vita sociale e non solo, agli anziani, che per ovvi motivi non possono scappare, agli ammalati, handicappati fisici e mentali, agli adolescenti che hanno ancora bisogno di appoggio genitoriale. E quindi vengono abbandonati a sé stessi, uccisi, derubati, violentati. In questo modo è spiegata e attualizzata la metafora.
Un testimone chiave della vita evolutiva e delle tradizioni legate a queste etnie, e anche di tutti questi delitti e omicidi, evocati nella metafora, e visivamente attualizzati, è CLAUDIO ZANINOTTO, che non si concede a commenti retorici fuori luogo. Lui era partito per l'Africa con a tracolla la sua macchina fotografica, e con dentro il desiderio di fare nuove scoperte: ma di fronte a realtà di bambini bisognosi, di adolescenti abbandonati a sé stessi, e di uomini e donne senza idee e difese, aveva deciso di rimanere per immergersi a pieno titolo nella realtà del Sud Sudan: tutto questo riemerge nel suo libro documento, in maniera chiara efficace e documentata.
Un grazie da parte del presidente del Sud Sudan, è un atto dovuto da parte di SALVA KIIR MAYARDIT; ma anche da parte di CESARE MAZZOLARI, vescovo di RUMBECKche riconosce all'Autore i meriti di una presenza efficace e significativa, che considera come persona interessata ai valori di altri esseri umani; e che con grande spinta umanitaria è venuto in Sudan come se fosse un vero fratello, per osservare con occhio penetrante e cuore ben disposto la tribù africana dei DINKA e per dar loro una mano.
Infine anche ANGELO BORGESE, che ha caldeggiato l'edizione di questo libro, parla in qualità di presidente dell'Associazione Amici di Lino Poisa; ma anche ELISABETTA CONTI, studiosa e professionista competente e impegnata, e stimolatrice di tante opere letterarie.
L'autore e la testimonianza essenziale del suo libro è stata illustrata agli alunni della scuola media FRANCHI, del Villaggio Sereno in Brescia; che hanno aderito all'iniziativa di un Concorso nazionale di Studio, che ha avuto proprio come argomento l'allestimento di una Mostra Itinerante, ricca di una ventina di pannelli a colori e con testo didascalico, dedicata alla conoscenza e approfondimento della figura di MONS. CESARE MAZZOLARI, missionario comboniano, (da Daniele Comboni, fondatore dell'istituto), che è stato uno dei veri protagonisti della missione in Sud Sudan; egli ha profuso tutte le sue forze per aiutare la gente, del Sud a prendere in mano il proprio destino ed a prepararsi alla indipendenza dal Nord Sudan; alla mostra hanno partecipato la sorella del Vescovo Maria; il signor RENATO VERONA, già assessore del comune di Gussago (Brescia), e collaboratore del vescovo di San Vigilio di Concesio; lo scopo dell'Associazione CESAR, che continua l'attività del vescovo missionario scomparso alcuni mesi dopo l'acquisizione dell'indipendenza, tenendo vivi gli ideali ed i progetti concreti del Piano di Comboni:”SALVARE L'AFRICA CON L 'AFRICA”.
Ma il buon successo dell'iniziativa va anche attribuito al coinvolgimento attivo di altre persone, efficaci e attente, della scuola media FRANCHI del Villaggio Sereno, che hanno accolto con buon entusiasmo le parole di presentazione di VITTORIO CASTELLINI, ideatore dell'iniziativa e responsabile logistico della Mostra Itinerante, che ha trovato spazio nella Sala dell'Agape, della parrocchia di San Giulio, di via Quinta.
Grazie sentito quindi alle proff. PATRIZIA DONATI, GUARNERI, BALSERINI, LUISA LORENZONI, RENATA DURANDO, PAOLA GATTI e maestre dell'Asilo: appassionate e competenti, che sono intervenute in maniera efficace e con le quali sarà utile con esse un ponte di collaborazione, tra famiglie e scuola, coordinate da ROBERTO RONGONI, parroco, paziente e fine tessitore, di queste piccole trame educative, che con il gioco di squadra hanno ottenuto dei buoni risultati, che intendiamo difendere.
Significativi sono risultati i documentari a colori, dedicati all'azione operativa, pedagogica e missionaria condotta nelle regioni più povere del Sud Sudan, da parte di Cesare Mazzolari, e dai suoi più stretti collaboratori, (bene ricordati sia dai cartelloni che dalla relazione introduttiva di MARIANGELA ROSSINI presidente della fondazione bresciana.
Ma sopra ogni altra cosa è stato dato un grande impulso alla istruzione di base della popolazione locale, e anche l'attuazione preliminare di alcune pratiche di medicina generale. Per la conoscenza della società sudanese, sono risultate molto utili le interviste rilasciate al giornalista italiano ENZO BIAGI, che era andato in Sudan a trovare il religioso bresciano; di pari dignità anche la testimonianza di CLAUDIO ZANINOTTO, le cui conoscenze acquisite sul luogo e
la permanenza non episodica, entreranno a costituire l'ossatura del suo libro testimonianza di cui abbiamo fatto cenno.
E ora che fare? Si chiedono gli organizzatori di questa iniziativa.
Rimane il desiderio di far conoscere la mostra itinerante anche ad altre scuole e ambienti, allargando il discorso anche a tutta l'Africa. E di far conoscere la figura di altri protagonisti della missione, durante i tempi forti dell'anno pastorale e culturale, superando le visioni particolari di singoli gruppi o persone, e trovare dei valori umani e spirituali di riferimento condivisi da tutti. (Carlo Castellini)



Sabato 18 Novembre,2017 Ore: 16:36
 
 
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