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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org “I RACCONTI DI REALTURCO”,di Agostino Spataro

“I RACCONTI DI REALTURCO”

di Agostino Spataro

Vi segnalo questo lavoro (due volumi, 97 racconti) che ho scritto, con grandissima fatica, nell'intento di contribuire a preservare la memoria collettiva del mio piccolo borgo natio: Ioppolo Giancaxio in provincia di Agrigento. Oggi morente. I due volumi sono in stampa e usciranno nei primi di giugno a cura del Comune a cui ho concesso, gratuitamente, i diritti d'autore per questa edizione speciale. Se volete dare una guardatina e magari segnalare il lavoro ve ne sarò grato, se no fa niente. Ho scritto per debito d'amore verso il mio paesino. Se debito c'é stato. Agostino Spataro

SCHEDA DEI DUE VOLUMI

Titolo: “I RACCONTI DI REALTURCO”
Autore: Agostino Spataro
1° Volume: n. 56 racconti, 24 foto d’epoca - Pagine 288
2° Volume: n. 41 racconti, 29 foto d’epoca - Pagine 256
Edizione speciale a cura del Comune di Ioppolo Giancaxio, 2017
(in corso di stampa)
Presentazione del Sindaco
Dopo “Ioppolo Giancaxio: fra storia e memoria”, che rievoca la storia e i principali avvenimenti politici e sociali del paese, Agostino Spataro pubblica quest’ampia raccolta (circa 100) di “Racconti di Realturco”, estrapolati dalla tradizione locale del “cuntu” e della poesia vernacolare.
Il lavoro, diviso in due volumi, vuole essere un contributo alla ricostruzione della nostra identità culturale e alla salvaguardia della memoria collettiva. In tal senso, l’opera riscopre un percorso culturale interessante, per molti versi inedito, attraverso il quale è possibile ripercorrere sentieri smarriti o ignoti ai più giovani, cogliere taluni aspetti, anche etnografici, della nostra vicenda umana così come si è dipanata negli ultimi decenni.
Si tratta, infatti, di un contributo prezioso che, unitamente a quelli di altri autori, arricchisce il patrimonio culturale di Ioppolo Giancaxio. Un lavoro davvero propizio specie in questa fase nella quale siamo impegnati a rilanciare la prospettiva economica del nostro paese, soprattutto sui versanti dell’agricoltura, dell’accoglienza turistica e dell’intrattenimento.
Questi “racconti” sono un “lascito” che consegniamo agli scolari e agli studenti delle nostre scuole, alle nuove generazioni, ai nostri tanti emigrati in varie parti del mondo, a tutti i cittadini residenti e ai graditi ospiti che vorranno venire a trovarci.
Ritenendo d’interpretare il pensiero del Consiglio comunale e della cittadinanza, l’Amministrazione comunale di Ioppolo Giancaxio ha deciso di pubblicare il lavoro di Agostino Spataro, già consigliere e assessore comunale e deputato nazionale, ringraziandolo per avere egli concesso, gratuitamente, al nostro Comune i diritti d’autore e reso così possibile la presente edizione. Buona lettura.
Angelo Giuseppe Portella
Sindaco di Ioppolo Giancaxio.
Maggio 2017
Nota dell’autore / La nostra storia (cenni)
1... Prima di presentare questi racconti, che nell’insieme formano una sorta di “romanzo popolare”, desidero accennare alla vicenda storica e politica di questo nostro, grazioso paesino, accucciato sopra una delle due colline emergenti dall’immenso cratere insistente lungo la fascia che va dai templi di Agrigento alle propaggini dei monti Sicani. Il libro vuole essere il “romanzo” del nostro popolo e del suo borgo che, come tanti altri in Sicilia, nel Meridione, nel Mediterraneo, sta vivendo una grave crisi sociale, condannato com’è dall’emigrazione storica e da quella attuale che si porta via i giovani, soprattutto, diplomati e laureati. Paese in prevalenza di anziani, sembra rassegnato ad affidare la sua speranza di sopravvivenza non al naturale ricambio generazionale ma al modesto flusso d’immigrati. Questo l’identikit del paese, secondo i dati Istat, forniti dal Comune: popolazione 1.248 abitanti (censimento del 2011). Nel 1922 era di circa 3.000 abitanti. Rispetto a tale dato c’è una perdita del 59%. La decrescita non si è fermata. Oggi, il paese presenta un saldo demografico assai negativo (-119) nel periodo 2002-15, durante il quale si sono registrati 258 decessi e solo 137 nascite. Il picco più preoccupante si è avuto nel 2014 con 5 nascite e 16 decessi. C’è, dunque, poco da festeggiare e molto da capire, e da fare, per invertire la tendenza e mettere il paese al passo con lo sviluppo possibile. In assenza di una iniziativa adeguata, ci resteranno, come qui si dice, solo “gli occhi per piangere”.
2... Nell’attesa del cambiamento e per avere un’idea da dove veniamo, è utile ricordare alcuni cenni della storia del paese desunti da libro “Ioppolo Giancaxio: fra storia e memoria” (del 1996) al quale rinvio. Il paese fu fondato nel 1696 da un rampollo della famiglia Colonna di Cesarò, nel quadro di una nuova politica di ripopolamento dei feudi e dei latifondi siciliani. L’obiettivo prioritario era quello di fornire ai proprietari, mediante i nuovi insediamenti, manodopera a basso costo da sfruttare in maniera continuata. Il possesso di un maggior numero di feudi, di “anime” e di “fuochi”, serviva a quell' aristocrazia, oziosa e assenteista, per assicurarsi un posto di rilevo a corte e/o in parlamento e di vivere nel lusso delle loro sontuose dimore di Palermo, di Napoli e di Parigi.
In Sicilia, nemmeno la sua formale abolizione (1812) fece scomparire il feudo e il sistema socio-economico generato. Di fatto, sopravvisse fino al secondo dopoguerra del 1900, anteponendosi al progresso, ritardando le conquiste sociali e le riforme politiche importanti già in vigore in altre contrade d’Italia e d’Europa. Tale storico ritardo spiega molti dei mali che ancora affliggono la Sicilia e i siciliani.
3... Sulla realtà del feudo non si è scritto abbastanza. Ancor meno si è fatto per informare, per formare le coscienze delle generazioni post-feudali. Per liquidarlo ci sono volute lotte gloriose di popolo e il sacrificio di contadini eroici che caddero sotto il piombo di una mafia barbara e servile. Anche il popolo del nostro paesino partecipò, con esiti alterni, a questa epopea politica e sociale che segnava il suo vero, primo rinascimento. Le terre del duca furono espropriate e assegnate alle famiglie dei contadini senza terra i quali andarono perfino a seminarle. Un ettaro a testa per 180 capifamiglia. La riforma agraria aveva trionfato anche in questa landa desolata, dimenticata. Contro gli espropri dei feudi, le figlie eredi dell’ultimo duca Colonna di Cesarò e i loro tirapiedi prezzolati usarono ogni astuzia, ogni inganno, ricorsero alle violenze per far revocare i decreti prefettizi. Purtroppo, a causa di un banale (?) errore della cooperativa richiedente l’esproprio, le eredi riuscirono nell’intento e vendettero le proprietà (terre e castello), in fretta e furia, a un prete che agiva per se stesso e per conto terzi. Quei 180 padri di famiglia assegnatari, furono costretti ad abbandonare i lotti già seminati e con essi la speranza di una vita più degna. Quasi tutti emigrarono all’estero a cercare lavoro e libertà: in Belgio, in Venezuela, in Canada, negli Usa, in Argentina, in Australia perfino. Anche loro continuano a essere parte di noi. (Agostino Spataro)
VOLUME PRIMO
Indice
Presentazione del Sindaco
La nostra storia (nota dell’Autore)
Il tempo delle meraviglie pag. 1
La dance music: da New York a Realturco - “Pira nun facisti e mraculi vo fari ” - L’uomo che portò il cinema a Realturco - Il venditore di fortuna - L’antro di Abu Agim - La radio - La viulata di san Jabicu - Cristo fra le stoppie.
Il tempo ritrovato pag. 57
L’orto dei meloni - L’onore perduto della cugina americana - Matrimonio notturno - Cu voli grazii… - Mietitura - Cunsamu anelli, svegli e orecchine - Il fotografo ambulante - Il compratore di ferro vecchio - U vanniaturi - Alcuni giochi fanciulleschi - Capelli per pupe e spingule francesi - La crisi e le feste comandate - Elogio della ficodindia natalina - Strattu di pumadamuri - Un viaggio in autobus.
Il tempo divinato pag. 115
Monte Famoso - Le età dell’uomo - L’uomo che fermò il vento, ma non conquistò la luna: 1° episodio “Dragunera”; 2° episodio “Prova d’ombra, ritorna la teoria geocentrica”; 3° episodio “La luna nell’acqua”- L’humor nero di Peppi Sangiorgi - Bestemmie cifrate - Il ritorno del padre - La corda lunga - Il respiro della Terra.
Il tempo incatenato pag. 159
Bellafana - Il gatto congelato - La viscuglia, il raccolto dei poveri - Il pozzo di Sofia: l’onore salvato, la figlia perduta - O mi maritati o mi mangiu a Gilormu.
Il tempo incoronato pag. 197
La neo martire - Anche l’occhio di Dio vuole la sua parte - All’osteria di Papata Giugia - Il passionista - La grande Madre roccia - L’eco vagante - Niculizia - Gli uccelli, i primi re.
Il tempo malvissuto pag. 235
Il cacciatore di pettirossi - Aritmetica mafiosa - Estrema finzione - Il supplizio dell’omertà - Le cantatrici scalze di donna Bertina - Patruni e cumpagnu - Il re del terremoto - Il cavaliere Lampasona.
Galleria di foto (24 foto d’epoca)
VOLUME SECONDO
Indice
L’umanità del “cuntu” pag. V
Museo d’ombre pag.1
La Merica a Cummatini - Tanu e Turiddru - Zi Giuvanni, il cerusico - Il duca garibaldino - Testa di Panzittinu - La follia felice - La maschiata - Due santi napoletani - U re Magnu - L’attesa - Giovannni Antonio Colonna: fra Ioppolo e Roma - L’attentato a Mussolini.
Cronachette elettorali pag. 61
Viva Torquato Tasso - Il primo dei non eletti - Il triplo lavoro.
L’amore prima del viagra pag. 101
Casto amore, a limone e che bello - La fotografia - Unione civile - L’amore al tempo del viagra.
Della morte e d’altre facezie pag. 125
Una morte libertina - Morto che allunga - Dietro le quinte della camera ardente - Un monologo nella cripta - L’incompiuta - Morto che saluta - Un vestito per la morte.
Pianeta onirico pag. 177
Luna piena e maculata - Il risveglio del telamone - Peppi Nifu è tornato - Un uomo chiamato viaggio.
Il fiume anidro pag. 209
Dazio - Costolette di maiale - A finanza - Vantari la vigna - Setti vestii e tanticchia - Quattro piedi e un culo - In trincea, in trincea - La guerra sta… tornando - Fratello mulo - Fritto misto di…sangue - Family day, il dolore di una madre del Sud.
Galleria di foto (29 foto d’epoca)



Venerdì 02 Giugno,2017 Ore: 18:21
 
 
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