- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (501) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org LITIGARE FA BENE, (INSEGNARE AI PROPRI FIGLI A GESTIRE I CONFLITTI, PER CRESCERLI PIÙ SICURI E FELICI), EDITRICE BUR, DI DANIELE NOVARA,,DI CARLO CASTELLINI

LITIGARE FA BENE, (INSEGNARE AI PROPRI FIGLI A GESTIRE I CONFLITTI, PER CRESCERLI PIÙ SICURI E FELICI), EDITRICE BUR, DI DANIELE NOVARA,

DI CARLO CASTELLINI

CHI E' DANIELE NOVARA?
PEDAGOGISTA, CONSULENTE e formatore nato nel 1957, vive a Piacenza, dove nel 1989 ha fondato il CENTRO PSICOPEDAGOGICO PER LA PACE E LA GESTIONE DEI CONFLITTI. Dal 2004 è docente del MASTER IN FORMAZIONE INTERCULTURALE PRESSO L'UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO, e dal 2002 dirige CONFLITTI, rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica, E' autore di numerosi libri e pubblicazioni.
ANTONELLA DE GREGORIO DEL CORRIERE DELLA SERA.
“Con la sua ricerca DANIELE NOVARA, rompe un tabù storico: per i bambini i litigi sono salutari. Litigare (bene), cioè, aiuta a crescere.
Ed è possibile imparare a litigare”. (Antonella De Gregorio, del Corriere della Sera).
LA FILOSOFIA DELL'AUTORE VISTA DALL'EDITORE..
Non cercate il colpevole, non imponete la soluzione, incoraggiate la versione reciproca del litigio, favorite l'accordo creato dai bambini e, soprattutto, lasciateli litigare! Il conflitto tra bambini rappresenta uno dei tabù pedagogici della nostra epoca, e al primo accenno di litigio infantile la maggior parte degli adulti tende ad intromettersi e reprimere il conflitto, nella convinzione che sia necessario imporre immediatamente una rappacificazione. Tuttavia, come dimostra in questo saggio il famoso pedagogista DANIELE NOVARA, i contrasti rappresentano per i bimbi una fondamentale occasione di apprendimento relazionale, che, se lasciati liberi di agire, i più piccoli imparano a gestire autonomamente. Attaverso semplici spiegazioni e numerosi esempi, l'autore dimostra l'efficacia del metodo maieutico “Litigare bene” da lui sviluppato e ci spiega, passo dopo passo, come aiutare i nostri figli a gestire i conflitti per crescerli adulti più competenti nelle relazioni interpersonali e sociali.
A MARTA, PER TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO IMPARATO.
Un tempo, quando litigavano tra loro, i bambini cercavano di non farsi beccare dagli adulti. Il loro timore era grande (e giustificato): sgridate, punizioni, e anche botte. Oggi invece i bambini litigano con la massima naturalezza. Il litigio infantile sta recuperando quella che dovrebbe essere, la sua natura: un modo per stare insieme e vivere le proprie contrarietà. I genitori, e gli adulti in genere, di fronte a questo fenomeno si ritrovano spiazzati. Non sanno come affrontarlo, prendono male la rivalità infantile, che in fondo, per loro, è una novità. E allora spesso finiscono per utilizzare i metodi del passato, anche se in versione più dolce: correttivi piuttosto che coercitivi, ma in ogni caso basati sull'idea che i bambini litigando sbagliano e che gli adulti devono sempre intervenire a sistemare le cose. Sono sistemi inefficaci. I tempi sono cambiati, e certe misure non funzionano più. Ma c'è un metodo che per la prima volta offre un'altra possibilità: dare ai bambini l'occasione per cavarsela da soli, mettendo in pratica quello che la scienza ci dice da almeno trent'anni e aiutandoli finalmente a imparare a litigare bene. Ed è un metodo che aiuta anche i genitori a gestire le loro paure – che possano picchiarsi, che non si vogliano bene, e siano commesse ingiustizie – fino a fare scomparire del tutto. Compiere le mosse giuste per supportare in modo efficace nostri figli, senza diventare invadenti e ricorrere continuamente alle sgridate, impedendo che si facciano del male senza soffocarli con richiami e correzioni continue, è possibile. Questo libro insegna un metodo ai genitori perchè a loro volta, lo insegnino ai figli. Servirà a tutti per vivere bene. (DANIELE NOVARA).
LA MIA ESPERIENZA PERSONALE.
Il libro è bello, facile da capire, si fa leggere bene, specie da coloro che, giovani mamme o attenti papà, intendono fare delle storie ed esperienze altrui, momenti di confronto per comprendere e leggere anche le proprie, per carpire consigli e proposte (e ce ne sono tanti), per educare al meglio i propri figli. E' unlibro anomalo, in questo senso, controcorrente, un mentore pieno di idee e esperienze orientative e propositive.
Mi trovo in pensione da quasi nove anni, e da quattro sono diventato nonno di tre nipotini, Leonardo, Jacopo e Filippo; questi ultimi due sono gemelli monozigoti. All'inizio pensavo che li avrei visti poco. Invece mi sono accorto ben presto che le occasioni per averli con me, (superato lo studio ed esame iniziale della reciproca fiducia tra nuore e suoceri), le occasioni si sono moltiplicate.
Andare a prenderli all'asilo, farli dormire nel lettino, raccontare e leggere storie, comporre insieme un puzzle, etc. è un bell'esercizio fisico, e anche psicologico, che fa bene a loro. ma anche a noi. E' stato comunque merito di mia moglie, che con felice e previdente intuizione, ha messo in circuito questo libro, che hanno letto anche altre coppie che hanno gemelli, che hanno condiviso queste convinzioni espresse dall'autore.
E tutto parla di questa saggezza fatta di buon senso, di vigile attesa; per questo nelle nostre riunioni di famiglia, c'è sempre questa attenzione solidale, che cerchiamo di attuare in maniera elastica adatta alle circostanze. Così ci siamo accorti che il metodo pedagogico suggerito di gestione dei conflitti infantili, per molti aspetti aiuta anche noi adulti, ad assimilare una visione critica ed autocritica, della formazione ricevuta dai nostri genitori.
Mi fermo spesso ad osservare in disparte, il loro modo di muoversi, di parlare, di contendersi i giochi, la pallina di gomma, o il tirannosaurus rex, i momenti in cui si cercano, ma anche quelli in cui si respingono, perchè ognuno ha bisogno di uno spazio e tempo in cui rimanere solo. Per questo a volte, li separiamo e uno va con il nonno e l'altro con la nonna. E va bene così. Perchè ci accorgiamo che gradiscono queste scelte. E facilita anche noi nella gestione del tempo pedagogico.
Sul caso dei gemelli evito i soliti luoghi comuni, che su di essi vengono fatti circolare. Non ostante le attenzioni e le vigili presenze, è inevitabile che i segni di certi litigi e contrasti infantili finiscano sul volto, sul naso e sugli occhi di uno dei due gemelli. Ma tutto questo non incrina affatto la validità delle regole esposte sopra.
Ma la cosa più bella che rimane è l'affetto reciproco che ogni tanto ha bisogno di concretizzarsi nel tempo e di accorciare le distanze. Ma quando vengono i nonni? Possiamo rimanere a dormire dai nonni? E' questa è una delle più belle soddisfazioni della vita e della terza età. (Carlo Castellini).



Mercoledì 10 Maggio,2017 Ore: 17:01
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Cultura

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info