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www.ildialogo.org LA BUONA NOVELLA NEL LINGUAGGIO DELLA MODERNITÀ, DI CLAUDIA FANTI,DI CARLO CASTELLINI

LA BUONA NOVELLA NEL LINGUAGGIO DELLA MODERNITÀ, DI CLAUDIA FANTI

DI CARLO CASTELLINI

DAL LIBRO OLTRE LE RELIGIONI, L'AMORE, EDITO DAL SEGNO DEI GABRIELLI, DI SAN PIETRO IN CARIANO VERONA


CHI E' CLAUDIA FANTI?
L'ho sentita per telefono alcune settimane fa, per un veloce scambio di vedute, e non sono rimasto deluso. Perchè mi sono accorto subito che alcuni dei suoi scritti da me consultati, erano pensati e voluti come del resto le parole scelte per esprimerli, venivano da lontano ma soprattutto si avvertiva che dentro, non c'era solo la sua mente, che dava ordine logico alle sue idee, ma c'era anche il suo affetto e il suo cuore. Ed allora, quando uno scritto si presenta con queste credenziali, ti penetra dentro la mente e muove che il cuore. Insieme con FERDINANDO SUDATI, ha curato l'edizione del libro moderno OLTRE LE RELIGIONI, alla ricerca di una nuova epoca per una spritualità umana, edito dal Segno dei Gabrielli di San Pietro in Cariano (Verona). E' redattrice di ADISTA, esperta di movimenti ecclesiali e sociali dell'America Latina, e autrice di numerosi articoli e saggi. (Carlo Castellini).
E' all'ambiziosissima impresa di esprimere la fede unica ed eterna in Gesù Cristo e nel suo Dio nel messaggio della modernità, nella consapevolezza che il monumento grandioso della vecchia chiesa istituzionale finirà come l'imponente statua dai piedi di argilla sognata da NABUCODONOSOR che si è dedicato il gesuita belga ROGER LENAERS, che dal 1995, dopo il pensionamento, ha scelto di fare il parroco a VORDERHORNBACH, tra le motagne tirolesi.
“Se, scrive il gesuita, a partire dal libro IL SOGNO DI NABUCODONOSOR. LA FINE DI UNA CHIESA MEDIEOVALE, per l'essere umano occidentale del terzo millennio, il linguaggio della tradizione cristiana è diventato un idioma estraneo, “un linguaggio per affiliati compreso solo da una residua parte in rapido calo di fedeli che hanno ancora familiarità con l'immaginario del passato”, diventa improrogabile il compito di tradurre il messaggio cristiano in un linguaggio in cui l'uomo e la donna moderni possano riconoscersi”.
Certo questa formulazione moderna della fede, riconosce l'autore, si distanzia a tal punto dalla tradizione, da suscitare necessariamente il sospetto di eterodossia. “Ma non è affatto così”. Del resto, molte delle rappresentazioni tradizionali, non sono così antiche come per lo più si affema e per tanto non appartengono alla buona novella originaria.
La confessione della DIVINITÀ DI CRISTO – ricorda LENAERS – ha impiegato vari secoli per entrare a far parte del deposito della fede. Tre secoli sono trascorsi prima che lo SPIRITO DI DIO venisse visto come una persona divina. Ce ne sono voluti quattro per la dottrina del PECCATO ORIGINALE EREDITARIO. E mille per riconoscere il MATRIMONIO COME SACRAMENTO. E molti di più per l'INFALLIBILITÀ PAPALE E I DOGMI MARIANI.
Era forse impossibile essere veramente cristiani nei tempi precedenti a queste formulazioni? C'è poi un altro elemento determinante su cui fa leva LENAERS: non abbiamo ricevuto la nostra fede per tenerla sepolta nel campo del passato,
ma per spargerla e seminarla. Solo se verrà tradotta nel linguaggio della modernità, la buona novella potrà continuare a essere tale per le donne e gli uomini di oggi.
In uno stile semplice e chiaro, LENAERS si accinge ad una REVISIONE TOTALE DEL CATECHISMO CATTOLICO, rileggendo uno ad uno i temi della dottrina nella chiave del passaggio dall'ETERONOMIA ALLA TEONOMIA, intesa come riconciliazione tra l'autonomia dell'essere umano e la fede in Dio.
ETERONOMO, secondo l'autore, è l'universo mentale delle appresentazioni cristiane tradizionali, secondo cui il nostro mondo sarebbe completamente dipendente dall'altro mondo e dalle sue prescrizioni, da una istanza eterna e superiore al cosmo, che tutto sa e conosce e si degna di comunicare qualcosa a un deteminato numero di eletti. Un universo mentale comune a tutto l'ANTICO E NUOVO TESTAMENTO, a tutta l'eredità dei Padri della Chiesa, a tutta la scolastica, ai concili, compreso il Vaticano II alla liturgia, ai dogmi e alla loro elaborazione teologica, tutti basati sull'assioma dei due mondi paralleli.
Gesù stesso e gli apostoli e i profeti, su cui si fonda il credo cristiano – precisa LENAERS – hanno pensato in forma eteronoma. Ma l'essere umano moderno ritiene impensabile che un potere esterno al mondo intervenga nei processi cosmici, convinto com'è che esista solo un mondo, il nostro, che è un mondo santo, in quanto “autorivelazione del sacro mistero che chiamiamo Dio”, un dio che non è mai fuori ma che è stato sempre al centro, un Amore che genera tutto, che si esprime sotto forma di cosmo e si rivela in modo sempre più chiaro nel corso dell'evoluzione cosmica. Non dunque un concetto freddo e distante, ma un TU che solo ama, che non è descrivibile, e a cui si può dire soltanto sì nella sua trascendenza. Un dio che attrae a sé gli essei umani molto prima che essi vengano a lui, il Dio della loro salvezza, intesa come compimento delle necessità umane più profonde.
Il COSMO, nella visione TEONOMA, sarebbe allora l'autoespressione limitata dell'essere ineasauribile di Dio, rendendo visibile quel mistero che supera la nostra conoscenza e che mostra il suo volto nella figura di un universo in continua gestazione e in marcia verso una configurazione sempre più intensa dell'amore. E se l'amore è la forza motrice dell'evoluzione cosmica, allora è anche la direzione che deve prendere l'umanità come vertice dell'evoluzione cosmica, in modo che l'essere umano esca sempre più liberamente da se stesso per volgersi verso gli altri.
Una visione, questa, ben riassunta dal titolo del libro che rappresenta il seguito ideale de IL SOGNO DI NABUCODONOSOR. BENCHE' DIO NON STIA NELL'ALTO DEI CIELI. Un titolo che evoca la celebre frase di DIETRICH BONHOEFFER, il teologo protestante, vittima del nazismo, sulla necessità di “vivere nel mondo etsi deus non daretur”, come se Dio non ci fosse, che a sua volta richiamava un'espressione del giurista e teologo olandese UGO GROZIO, a proposito del diritto naturale, che rimarrebbe in vigore etiamsi daremus deum non dari, anche qualora si ammettesse che Dio non esiste, (prima implicita formulazione dell'autonomia della dimensione intramondana).
Se, tuttavia, quello “credente moderno” o intramondano, in cui risulta impensabile che un potere esterno al mondo intervenga nelle vicende umane.
Per qui deve passare il messaggio confessionale tradizionale: per una verifica del suo grado di adesione alla realtà intramondana e, per l'uomo e la donna di oggi.
L'abbandono DELL'ETERONOMIA A FAVORE DELL'AUTONOMIA non può però non avere delle ricadute decisive anche per l'ETICA: se l'etica premoderna, di cui l'autore evidenzia nel libro i limiti e le contraddizioni (che si tratti di sessualità, d'indissolubilità del matrimonio, di possesso dei beni, di obbedienza e libertà, di eutanasia) – ha fatto il suo tempo, per lo meno in Occidente, e l'etica dell'umanesimo moderno non è esente da componenti potenzialmente distruttive, LENAERS individua la TERZA VIA di un'etica moderna ma credente, che, “da una parte, trovi la sua fonte d'ispirazione nel Vangelo, e, dall'altra, riconosca pienamente l'autonomia dell'essere umano e del cosmo”. Derivando i principi del comportamento umano non di fuori, da un'autorità infallibile, ma dall'essenza autentica dell'essere umano, inteso come scintilla di un Amore originario assoluto. In questo quadro l'ETICA CREDENTE, moderna è un'etica dell'amore, in cui ciò che si deve fare, è quanto “di regola” - quindi non necessariamente e dovunque, perchè nessuna legge è assoluta, “promuove il processo di umanizzazione”, e cio' che non si deve fare è quanto, “di regola”e , lo danneggia.
Un'etica che ci permette di inconrare Dio, non come nell'etica premoderna,, solo in certi momenti, quando ci s'imbatte in qualche suo comandamento, ma ogni qualvolta ci si chiede se ciò che facciamo fa del bene a noi, agli altri e alla natura.
Quale sarà invece, nell'ambito del PENSIERO CREDENTE MODERNO, il ruolo delle Scritture? Che ne è della Bibbia nel momento in cui si cessa di considerarla la parola di un Dio nell'alto dei cieli? Dei fenomeni imposssibili e i certo non è più possibile continuare a ritenerla come il “deposito ispirato dei messaggi divini”_: “lo si può accettare in buona fede” – spiega LENAERS – perchè altri lo dicono. Ma loro come lo sanno? Certamente solo perchè gliel'ha confermato Dio. E dove l'ha confermato? Certamente nella Bibbia o nel Corano. Ma questa è una pura “petitio principii”, in cui si usa come prova proprio ciò che deve essere dimostrato”.
E ciò senza nemmeno considerare il problema appresentato da quei comportasmenti inumani e ingiusti che, lungo le pagine della Bibbia, vengono ordinati, promossi o approvati, come, per fare solo un esempio, la distruzione dei MADIANITI, (in Numeri 31), “un genocidio al confronto del quale SREBRENICA è nulla”.
O il problema delle contraddizioni, dei fenomeni impossibili, e di qualche affermazione eticamente discutibile presenti anche nel Nuovo Testamento. Eppure, una rivalutazione della Bibbia, è, secondo LENAERS, chiaramente possibile nel quadro del pensiero moderno credente, a partire dalla considerazione el VANGELO come “il fondamento del nostro incontro personale con Gesù di Nazareth” e della nostra professione di fede in lui, come la massima, la più ricca la più pregnante autoespressione di Dio e, in questo senso, sì, “parola” di Dio, “tra virgolette”, nella misura in cui quel resoconto dell'incontro con Gesù riesce a destare in noi un'esperienza di luce, di liberazione, di gioia, di pace”.
(ROGEWR LENAERS, a cura di Carlo Castellini).



Lunedì 12 Dicembre,2016 Ore: 21:47
 
 
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