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www.ildialogo.org DANIELE COMBONI (1831-1881): L'AFRICA DEGLI ESPLORATORI E DEI MISSIONARI,DI CARLO CASTELLINI

DANIELE COMBONI (1831-1881): L'AFRICA DEGLI ESPLORATORI E DEI MISSIONARI

DI CARLO CASTELLINI

DI GIAMPAOLO ROMANATO, LE VITE, RUSCONI EDITORE 1998, PRESENTAZIONE DI RICHARD GRAY, PROFESSORE EMERITO DI STORIA AFRICANA ALL'UNIVERSITÀ DI LONDRA


CHI E' GIAMPAOLO ROMANATO?
Vive a Padova ed è docente nelle università di Padova, di Trieste, sede di Gorizia,dove insegna Storia contemporanea. E' autore e curatore di numerosi libri ta cui:”Cultura cattolica in Italia, ieri e oggi”, Marietti, 1980; “Religione Potere”, (Marietti, 1981); scritto in collaborazione con il noto storico delle religioni I:P: Culianu, tragicamente scomparso, Nemira, Bucarest, 1990;”Pio X un papa e il suo tempo”, (Paoline, 10989); “Religione e società nel Polesine di fine '800; Giacomo Sichirollo”; (Minelliana , Rovigo, 1991); “Istituti e congregazioni religiose nel Veneto”(Università di Padova, 1993). Con la Rusconi ha pubblicato nel 1992, “Pio X. La vita del Papa Sarto”. Questa biografia di Comboni, è frutto di diversi anni di studi e ricerche, condotte anche in Slovenia, in Africa e in America Latina.
IL GIUDIZIO CRITICO DI RICHARD GRAY, PROFESSORE EMERITO DI STORIA AFRICANA ALL'UNIVERSITÀ DI LONDRA.
“Questa biografia di Comboni scritta dal Prof. ROMANATO, è un lavoro obiettivo, intelligentemente innovativo. Egli non proviene dall'ambiente missionario ma dal mondo accademico, ed ha utilizzato con vigile senso critico, criteri selettivi, le ampie fonti documentarie che sono state raccolte con grande cura, nel corso degli anni, durante le ricerche finalizzate alla canonizzazione del Comboni. Il libro perciò colloca saldamente il missionario nel suo contesto storico, permettendoci di coglierne il contributo e le acquisizioni in forma vera, penetrante. Ma nel contempo è anche la ricostruzione di gran lunga migliore delle tormentate vicende della Missione in Africa Centrale fino alla morte di Comboni. La prima parte del libro tratta infatti degli inizi della missione: un capitolo di storia missionaria tragico, anche se eroico, che rappresenta il precedente indispensabile per capire l'operato di Comboni. Quando rinacquero l'interesse e il sostegno della Francia, per le missioni d'oltremare, minacciando di monopolizzare le iniziative cattoliche in Africa, Roma frettolosamente incoraggiò un eterogeneo gruppo di sacerdoti di varie nazionalità ad approfittare delle possibilità offerte dalla apertura del Nilo. Romanato, presenta ritratti avvincenti e convincenti, utilizzando documenti recentemente pubblicati in Slovenia; si sofferma sull'operato e sulla personalità del giovane Ignazio Knobleker, che praticamente da solo, avviò e sostenne un'impresa che rappresentava il maggior impegno missionario austriaco oltremare. Nel contempo però indica chiaramente le debolezze e gli ostacoli che a Roma e in Africa, causarono il fallimento quasi totale del tentativo”. (RICHARD GRAY).
I N T R O D U Z I O N E.
Hanno mostrato coraggio critico e saggia lungimiranza, le gerarchie dei Missionari Comboniani, allorchè chiesero al prof. GIAMPAOLO ROMANATO, di stendere una biografia scientifica del loro fondatore: DANIELE COMBONI. Durante gli anni della mia formazione liceale e filosofica, a Carraia di Lucca, prima, ed a Gozzano di Novara, poi, penso di avere letto tutte le biografie del missionario di Limone sul Garda: da quella di Michelangelo Grancelli, di Clemente Fusero, (caldeggiata, allora, da Luciano Franceschini, autentico animatore di studi e sommozzatore instacabile di archivi), quelle più recenti, giu' giù fino a quella di JUAN MANUEL LOZANO, edita dalla Emi di Bologna, dal titolo VOSTRO PER SEMPRE.
Ma quando mi fu regalato per lettura il ricco volume del docente patavino, le cose cambiarono in meglio. Poiché in questo volume del docente di Storia contemporanea, si avverte subito una diversa impostazione: sia come livello di approfondimento, che di copiosa documentazione, oltre a una precisa e scientifica narrazione laica; intesa non tanto come cambiamento dei fatti, che per forza di cose rimangono quelli che sono: ma per il modo dell'approccio e per il linguaggio usato, senza pregiudiziali ideologiche o incrostazioni agiografiche di altri tempi.
Sensazione presto condivisa anche da altri lettori, per la quale le altre biografie del missionario di Limone sembrano quasi superate o relegate ad un particolare momento storico della Chiesa e delle vicende peculiari della congregazione religiosa e missionaria da lui fondata; e quindi considerate da un angolo visuale ormai superato dal tempo ma anche dalla cultura nella quale siamo immersi.
Ma quali sono gli aspetti peculiari di questa biografia del prof. ROMANATO, che ci appare più completa e più rispondente ad un istituto missionario che si interroga continuamente sulla propria identità e collocazione nella Chiesa e nella società civile, di fronte a ciò che hanno scritto i biografi precendenti? Proviamo ad individuarne alcune.I biografi precedenti del fondatore provengono tutti dal mondo missionario e religioso, e quindi da una prospettiva culturale ben precisa che potrebbe anche caratterizzare e limitare l'approccio storico e metodologico nell'approfondimento della vita del fondatore; Il prof. Romanato invece, proviene dal mondo accademico patavino, con esperienze di studio e non poche edizioni di ricerche già riconosciute dalle cospicue edizioni dei suoi libri da parte di case editrici di vari orientamenti culturali; questa esperienza potrebbe fare la vera differenza rispetto agli autori ricordati sopra; sia per quanto riguarda il linguaggio, e la dovizia di documenti raccolti in queste sue ricerche, condotte in Africa, America Latina e in Slovenia, che gli hanno offerto la possibilità di organizzare meglio la materia a vantaggio di una maggiore scientificità e laicità della ricerca storica che risulta avvincente ma anche convincente.
Ma il vero salto di qualità è risultata essere la creazione all'interno della Congregazione dello STUDIUM COMBONIANUM, che è diventato il centro di raccolta delle lettere, dei documenti, delle relazioni di articoli, che riguardano la figura del Comboni, corredata da interessanti SCHEDE DI APPROFONDIMENTO.
Tutto questo materiale, ha costituito l'ossatura della nota POSITIO SUPER VIRTUTIBUS, che illumina in maniera oggettiva la storia personale di Daniele Comboni e della sua spiritualità genuina; registra i numerosi attriti che avevano travagliato la sua esistenza e complicato i rapporti con alcuni dei suoi stessi missionari. Il complesso di questi studi ha così individuato le fonti e chiarito le zone d'ombra, le indispensabili premesse perchè Comboni possa essere avvicinato senza pregiudizi e deformazioni agiografiche.
All'interno della Chiesa è così potuta partire la causa di canonizzazione, che è giunta a conclusione il 17 marzo del 1996, quando Comboni fu proclamato beato nella Basilica di San Pietro. Questo lavoro di ricostruzione ha avuto anche il contributo di tanti missionari che ha incontrato nelle sue ricerche condotte in altri continenti e che ringrazia nella pagina dei ringraziamenti, verso la fine della sua introduzione.
(Mi piace ricordarne i nomi, perchè tanti da me conosciuti durante gli anni della mia formazione. Ne elenco alcuni: Pietro Chiocchetta, docente prima e rettore poi dell'Istituto di Propaganda Fide, Z. Picotti, Aldo Gilli, Antonio Zagotto, P. Ravasio, M. Locatelli, B. Novelli, L. Fulvi, Camillo Ballin, P. Cisternino, G. Vantini, E. Frisotti, J. Martinez, L. Pretto, Adolfo Marx, G. Leonardi, Ndr). “Infine Richard Gray, oltre a mia moglie e a mio figlio. E dedico quest'opera alla memoria di mio padre” G.P.Romanato).
E' anche del tutto evidente come un uomo complesso come Comboni non può essere compreso soltanto attraverso lo studio. Per capirlo adeguatamente bisogna muoversi nell'ambiente nel quale è vissuto.
Ma qual è l'ambiente nel quale è vissuto e si è formato?
Risulta difficile per ogni lettore immaginare l'ambiente dov'è cresciuto e si è formato Daniele Comboni, un mondo privo di dubbi, guidato dall'assoluta certezza dell'ordine soprannaturale e da un'inconntrastata egemonia sociale del clero. Sulla costa bresciana del lago di Garda nacque Comboni, nel 1831. Oggi Limone è una rinomata stazione climatica, immersa nei ritmi profani di un turismo popolare ma anche di élite, delle classi olandesi e tedesche in specie.
Allora era un paese dominato dal rintocco delle campane, dagli orari delle messe e delle funzioni religiose. La vita associativa era qualificata dall'esistenza di due confraternite: quella del Rosario e del santissimo Sacramento. Limone faceva parte del Lombardo Veneto asburgico, in base all'ordinamento austriaco.
Il parroco aveva anche la responsabilità dell'istruzione primaria. Quindi il controllo sociale, morale e intellettuale della Chiesa sui circa cinquecento abitanti di Limone era dunque totale, assoluto.
Il piccolo Daniele visse in questo ambiente i suoi primi dieci anni di vita. Studiò da privatista andando a lezione da un prete. Era figlio del giardiniere di un possidente, una famiglia meno modesta, di quanto gli agiografi abbiano fatto credere, come conferma l'aspetto della casa natale ancora ben riconoscibile. Il ca, Limone non sappiamo praticamene nulla, di significativo. Come per molti sacerdoti anche per il Comboni, la famiglia, abbandonata da bambino, e mai realmente vissuta, è rimasta un ricordo idealizzato dalla lontananza fisica e spirituale.
Quando deciderà di andare in Africa sentirà un certo rimorso nei confronti dei suoi genitori, che resteranno senza il suo conforto, ma la decisione era già scelta.
Si recò a VERONA, alla fine del 1842 per frequentare il seminario Ma l'anno seguente fu accolto nell'istituto di formazione, fondato in città da DON NICOLA MAZZA, dieci anni prima. Non aveva ancora dodici anni. Per quindici anni seminario e collegio, rappresentarono per lui scuola, casa, famiglia, svago, affetti. L'ambiente era molto più raffinato e e stimolante rispetto a Limone. Ma l'orizzonte teologico e sacrale era lo stesso. In seminario percorse tutto il curriculum scolastico previsto dai programmi di istruzione austriaci. Cioè i corsi di grammatica, umanità, filosofia, teologia fino all'ordinazione sacerdotale che avvenne il 31 dicembre del 1853. I risultati testimoniati dalle pagelle semestrali, furono sempre di assoluta eccellenza. L'indirizzo di studi effettuato anche da un altro promettente seminarista e studioso nel seminario di Padova, non fu molto differente dal suo. Giuseppe SARTO, IL FUTURO PIO X (1835-1914). SARTO e COMBONI seguirono strade e vocazioni diverse. Ma furono segnati da un 'impostazione teologica ed ecclesiologica analoga. Autori di riferimento furono San Tommaso e sant'Alfonso Maria de' Liguori. Il primo offrì a Comboni una solida base razionale, il secondo conferì alla sua formazione morale una duttilità lontana da ogni rigidezza, senza la quale ben difficilmente avrebbe potuto affrontare la missione africana.
Do per scontata la conoscenza di altri fatti ed episodi significativi della vita di Daniele Comboni, i rapporti con i suoi missionari, le relazioni con Propaganda Fide, gli incontri con il card. Barnabo' o le valutazioni con il card. Massaia, per la conoscenza dei quali rimando al bel volume del docente di Padova, edito da Rusconi. Tenterò di tornare in un secondo momento su altre figure di uomini grandi della missione africana che possno senza dubbio meritare una biografia a parte come il nostro Doaniele Comboni: ad esempio Massimiliano Ryllo e Ignazio Knoblecherl.
Avremo ancora modo di approfondire l'apporto di idee e di testimonianze di collaboratori e amici che conobbero da vicino questo grande missionario, che potrebbe senza dubbio essere additato a tutte le chiese e comunità cristiane ed europee, per il grande rispetto che ha portato a tutte le popolazioni da lui incontrate e invitate alla conversione. (Carlo Castellini).
RIFLESSIONE CONCLUSIVA.
Risulta per me difficile, a fine lettura, presentare, commentare o recensire, questa opera storica e letteraria, di grande respiro, condotta a termine dopo anni di accurate ricerche, in Italia e all'estero, da parte del prof. Gianpaolo Romanato, il quale non è nuovo a queste brillanti indagini storiche, poiché l'ha arricchita di nuove documentazioni, rispetto alle precedenti biografie del missionario di Limone del Garda.
Ciò che colpisce subito non è tanto il numero di pagine o la grossezza del volume, quanto l'enorme capacità di citazioni, senza cadere nel feticismo del documento, la facilità con cui si collega ad altri autori e ad altre discipline, che riesce a fondere ed amalgamare nel linguaggio di storico e di letterato, avveduto, che tiene anche conto delle motivazioni e intuizioni del lettore cui è destinato in definitiva un testo storico di tal genere.
Questo fa sì che il suo libro diventi un'opera storica e letteraria a pieno titolo, di grande respiro e approfondimento tematico. In questo modo diversi capitoli,che trattano svariati temi, (la storia e la vicenda di Ali, Karthoum, la storia di Maximilian Ryllo, la testimonianza di Ignaz Knoblecher, lo schiavismo, la personalità del Comboni, etc.), vengono affrontati e discussi senza lasciare, zone d'ombra inesplorate.
Per queste caratteristiche, i capitoli cosiddetti tematici, che riguardano la vita del Comboni, se da una parte sono ben collegati da notizie storiche e cronologiche innegabili, dall'altra parte vivono anche una loro autonoma indipendenza, per un'eventuale lettura o consultazione di ricerca.
Alla fine, anche l'autore si chiede, con grande onestà intellettuale, quale possa. essere e come possa giustificare nel lettore, la motivazione, che lo porti ad affrontare una lettura, anche gradevole, e alla conoscenza di un personaggio così ricco, complesso e anche in parte contraddittorio, come Daniele Comboni.
Numerose sono le citazioni in caratteri più minuti, e le curiosità storiche e geografiche che rendono il testo più ricco e convincente e che conferiscono alla sua indagine storica un senso di completezza e approfondimento che gli hanno meritato un giudizio così lusinghiero, specie da parte di RICHARD GRAY, uno dei più grandi conoscitori della storia africana dei nostri tempi.
Non ultimo, il buon rapporto di vicinato e di amicizia con i missionari comboniani residenti in Italia e altri incontrati all'estero, e quelli conosciuti attraverso i documenti. Tutto questo però, tiene a precisare l'autore, non gli ha impedito di parlare e scrivere del fondatore dei Comboniani, “sine ira et studio”, cioè senza peli sulla lingua.
L'opera quindi diventa più leggibile e avvincente anche per questa parresia dello scritto, e anche più credibile il personaggio, cui la canonizzazione, non ha fatto lievitare i pregi né aumentato il peso dei difetti.
Ecco anche perchè, a mano a mano che il lettore procede nella lettura, ti trovi gradualmente coinvolto nella penetrazione umana e psicologica del personaggio (ma anche dell'epoca), che viene indagato e messo a nudo, nella sua interiorità psicologica ed umana, che viene evidenziata dall'autore; che riesce in tal modo, anche senza un artificio letterario, a trasmetterti, quasi per osmosi, con la sua scrittura motivata e sentita, quell'empatia nella lettura dei testi e quella simpatia verso il personaggio, senza per questo rinunciare allo spirito critico dello storico di professione. (CARLO CASTELLINI).



Sabato 02 Luglio,2016 Ore: 19:52
 
 
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