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www.ildialogo.org NUOVA OPERA DI FRANCO CASATI,di Sebastiano Saglimbeni

NUOVA OPERA DI FRANCO CASATI

di Sebastiano Saglimbeni

Una nuova opera dello scrittore Franco Casati di cui seguo il percorso narrativo risalente all’inizio degli anni Settanta quando collaborava con testi di varia cultura al periodico letterario Mondo Nuovissimo. Questa nuova opera di Casati, dal titolo Breve Orizzonte, che si aggiunge alle altre prosastiche, Tema Astrologico del 1980, Pomeriggio del 1983 e Fragili colori della vita del 1910, è stata editata, con fine cura, dalla veronese “Officina grafica edizioni”. Trecento pagine occupa una nutrita silloge di racconti espressi con lindezza linguistica. I temi riguardano vicende quotidiane di personaggi della piccola media borghesia. Personaggi e loro vicende si fanno interamente leggere e rileggere, così come descritti e caratterizzati, sin dalla prima parte dell’opera che incorpora, come sfondo, le 12 stagioni dell’anno con le loro variazioni paesaggistiche che si godono come fossero pura pittura e poesia. Non racconti - va detto - che dicono delle tragicità e delle ignominie di questo nostro tempo, di cui non è immune la nostra opulenta terra scaligera. I personaggi, che sono tanti, dai conseguenti tanti nomi e dalle varie occupazioni, vivono la loro serenità e il loro malessere, spesso sorretto dalla fede cristiana, intesa dallo stesso autore, che pare intimo e ripiegato su se stesso.

Casati, il cui sapere si è intensificato con gli studi per un diploma di laurea e con l’insegnamento, ha potuto sperimentare il mondo della nostra Scuola con le sue vecchie e nuove problematiche, mai risolte. Nel secondo racconto, dal titolo “Febbraio”, ne parla mentre tesse la vicenda di una insegnante in solitudine dopo che il compagno l’ha abbandonata. E quindi il malessere di questa che si manifesta con uno stato di vessazione e depressione, che tuttavia, con l’esistere assieme ad un nuovo compagno e con la fede, si attenua.
Spigolando, nel sesto racconto, ecco il rientro dell’estate così descritta: “Finalmente giugno, finalmente la bella stagione! E’ stato come uscire da un lungo tunnel, questo inverno trascorso, per arrivare alla luce: quella luce che la mattina filtra col suo raggio luminoso attraverso le stecche della serranda, andando a colpire con un cerchio di fuoco la foto dei nonni appena sopra la cassettiera in camera da letto; primo segnale, inconfondibile, di bel tempo, per Andrea, non appena apre gli occhi uscendo dal torpore del sonno. E’ arrivata l’estate, sveglia! La bella giornata ti chiama….”. Il seguito dice della giornata di un pittore. E qui va ricordato che Casati scrive pure d’ arte, di cui continua a curare la conoscenza, da quella antica a quella complessa dei nostri tempi. Egli, altre volte, aveva raccontato, in Fragili colori della vita, di un altro pittore con le sue opere e la sua libertà e la sua inquietudine. Pure in Breve Orizzonte un altro pittore straniero, esemplare, con i suoi colori esemplari, sul lago di Garda, dove si confronta con altri artisti.
Il racconto che, a mio vedere, resta, diversamente dagli altri, un fiore di scrittura, si contempla nelle pagine di “Breve orizzonte”, da cui prende titolo la nuova opera. Trattasi di una memoria che l’autore ha sentito di esprimere ad un familiare, il nonno, che è stato “garibaldino delle Argonne, nel ‘14, e poi Cacciatore delle Alpi sul fronte italiano”. Un nonno degno di rispetto e, come tale, tanto amato dallo scrittore che nel testo lo ricorda, “col rantolo in gola”, mentre sconta “gli ultimi minuti della sua sofferenza”. Quindi qui come un tributo - consistente di fini parole, che prendono chi leggerà - al padre del padre dello scrittore devolto nipote. Casati scrive: “Scorgemmo un volto tetro, profanato dalla morte, con un fazzoletto legato sotto il mento, perché stesse composto e non spalancasse la bocca: in silenzio, col suo spavento, davanti all’estremo dono della vita”.
Prima si accennava alla fede cristiana che riemerge nel racconto, l’ultimo del libro, dal titolo “Giovanni”, un uomo segnato da un male, che travaglia e spegne l’esistenza. La compagna Milena al suo capezzale proferisce parole di fiducia consistenti nella medicina e nella preghiera. E in risposta, l’ammalato: ”La volontà di Dio è quello che succederà, che io guarisca o meno; prego solo che Lui non si allontani da me”.



Mercoledì 02 Dicembre,2015 Ore: 22:49
 
 
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