- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (532) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org LA VITA NON E' IN ORDINE ALFABETICO, DI ANDREA BAIANI, EDITRICE EINAUDI, 2014, PRESENTAZIONE E COMMENTO,DI CARLO CASTELLINI

LA VITA NON E' IN ORDINE ALFABETICO, DI ANDREA BAIANI, EDITRICE EINAUDI, 2014, PRESENTAZIONE E COMMENTO

DI CARLO CASTELLINI

Mi è piaciuto subito questo titolo, del piccolo libriccino della Einaudi editrice, che ho trovato citato in un libro di Massimo Recalcati, edito di recente, e dedicato all'analisi psicologica della scuola italiana che abbiamo costruito in questi anni. Mi ha sollecitato nel desiderio di acquistarlo e leggerlo. Così la gentile signorina IVANA, della libreria FERRATA mi ha soddisfatto subito con le sue rapide ricerche editoriali. Il volumetto si fa leggere senza troppi problemi. Ma qual è il senso di queste trentotto storielle moderne, pressappoco una per ogni lettera dell'alfabeto?
La vita ha un suo ritmo ed una sua filosofia che non sempre corrisponde ai canoni e alle categorie con cui abbiamo tentato tante volte di ingabbiarla frenando le sue dinamiche: (imprevisti, viaggi, malattie inattese, incidenti, separazioni, anoressie o bulimie fisiche ma anche psicologiche, amori sospesi e poi ripresi). Questo vogliono significare queste storielle moderne, brevi, ma piene di leggerezza, qualche volta ironiche e portatrici anche senza volerlo di qualche riflessione e messaggio critico per tutti coloro che le leggono. Ti fanno sorridere ma anche riflettere e ti aiutano a leggerti dentro; ed anche a scoprirti in qualche atteggiamento quotidiano con cui siamo tentati di mostrarci per quello che non siamo. Ci costringono in ultima analisi ad essere più sinceri con noi stessi e con gli altri.
Un racconto per ogni lettera dell'alfabeto. I racconti comunque non sono mai banali. Mi piace ricordarne alcuni. Tra questi sceglierei quello del professore che dopo avere acquistato alcune cosette in un negozio, si sente dire dalla cassiera che la sua carta moneta di dieci euro risulta falsa. Arrossisce un attimo il docente sorpreso, si scusa, e paga con la moneta buon e valida. Ma uscito dalla botteguccia incontra alcuni giovani e tra essi un suo alunno; al quale si rivolge e chiede il cambio di due da cinque euro. E così riesce a barattare la sua carta moneta falsa. Hanno fregato me ed io frego te. Una logica abbastanza diffusa, all'italiana, come direbbe Roberto Benigni, commentando il settimo comandamento “Non rubare”.
E' arrossito davanti alla cassiera, ma davanti al suo alunno è diventato calcolatore come una volpe. Purtroppo sì, l'occasione fa l'uopmo ladro; in questo caso invece lo ha reso bugiardo e ladro; ma da un professore ci saremmo aspettati ben un altro atteggiamento. (Carlo Castellini).

Titolo del racconto: VOLPE.
Adesso come farai – è questa la prima cosa che hai pensato di fronte agli occhi con cui ti ha guardato la signora – a ritornare in quella panetteria? Sono sei anni che ci entri ogni giorno, alle sei e dieci, uscendo dal lavoro: cinque panini e due pizzette per i bambini. I bambini nel frattempo sono diventati ragazzi e le pizzette sono aumentate di numero, anche se spesso se le comprano da soli. Ma la signora ogni volta ti avvisa - “Le pizzette le hanno già ritirate i suoi ragazzi, professore”, e poi prende cinque panini dalla cesta di vimini te ne mostra la fragranza alla pressione delle dita.
“Che dice professore ? Vanno bene così? E li infila in un sacchetto di carta.
Però adesso ti guarda con quegli occhi pieni di so, come una nuvola nera arrivata di colpo sopra un lago. In mano ha la banconota con cui l'hai appena pagata, e te la sventola davanti alla faccia:”Professore, questi soldi sono falsi”. Non ti ricordavi nemmeno più com'è una faccia che arrossisce. E invece adesso hai cinquant'anni, sei tu che per mestiere fai arrossire le altre persone – la faccia che avvampa è la tua. Ti riprendi la banconota da dieci euro con un gesto stizzito, la fai sparire nel portafoglio, e poi dici alla signoras che opvviamente non sapevi - “Ma scusi, secondo lei volevo ingannarla?” - che tu per primo sei stato vittima di una truffa. Però il rosso dalla faccia non se ne va, e ti volti per vedere quant'è popolata quella gogna a cui la signora ti ha sottoposto. Ma ci sono soltanto una suora e un ragazzo, e entrambi non dicono nulla, il ragazzo è nascosto sotto il cappuccio di una felpa e la suora parla al telefonino. Quindi tiri fuori un'altra banconota e con sprezzo la dai alla signora. Lei la prende, la sfrega tra le dita per verificarne l'autenticità – il rossore aumenta senza ragione – ti dà il resto sempre con gli occhi sospettosi. Esci dalla panetteria e pensi che no, che in quel posto non ci vuoi più entrare. Fuori fa freddo per fortuna, e prendi lungo il viale per dare il tempo all'inverno di raffreddarti la faccia. Però ti brucia lo stesso, e ancora di più forse ti brucia l'idea di avere dieci euro di meno. Incroci una donna che va di fretta – e due ragazzi che camminano annoiati. E poi fai una cosa che non avresti mai immaginato di fare: fermi i due ragazzi – lui potrebbe addirittura essere un tuo studente, ti accorgi mentre gli parli – e gli chiedi se per caso hanno da cambiare una banconota da dieci perchè hai bisogno di spiccioli per le sigarette. I due si frugano nelle giacche e scusandosi riescono a darti qualche moneta e una banconota da cinque – sì, dev'essere proprio un tuo studente, adesso che lo vedi arrossire – e s'infilano in tasca quella da dieci. E poi si riallacciano, e tu li guardi andar via, con la faccia di una volpe.
(ANDREA BAIANI).



Mercoledì 17 Dicembre,2014 Ore: 19:21
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Cultura

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info