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www.ildialogo.org L'ORA DI LEZIONE: "PER UN'EROTICA DELL'INSEGNAMENTO”,di Carlo Castellini

Recensione
L'ORA DI LEZIONE: "PER UN'EROTICA DELL'INSEGNAMENTO”

di Carlo Castellini

MASSIMO RECALCATI, EINAUDI, TORINO, 2014, ALLA MAESTRA RAFFAELLA CENNI, CHE HA SAPUTO AMARE CHI IMPARA; “ACCENDERE IL DESIDERIO”: RICCARDO MASSA. PRESENTAZIONE E COMMENTO DI CARLO CASTELLINI.


Ci vuole tanto coraggio e grande coerenza intellettuale ed umana per scrivere libretti di questo tipo. Ricchi di spunti e di umani sapori, come questo di MASSIMO RECALCATI, uno dei più noti psicoanalisti italiani, giustamente considerato e apprezzato.
Lo stimolo alla lettura è stato propiziato dall'ascolto delle parole pronunciate nella rubrica de IL PANE QUOTIDIANO, programma ideato da CONCITA DE GREGORIO, a cui ha partecipato il nostro in qualità di ospite. Ha reso testimonianza delle idee ed esperienze contenute nel libretto, che ha sminuzzato, ridotto, davanti agli occhi di tutti, con una perizia e una pazienza certosina.
Questo opuscolo della Einaudi, che porta un titolo da registro scolastico, si fa leggere avidamente e si configura, soprattutto nella terza parte, come un poemetto d'amore, verso alcuni insegnanti che lui ha incontrato nella sua formazione scolastica, sofferta ed umana, che hanno saputo incentivare e far nascere il lui l'amore al sapere, alla lettura, alla ricerca.
Su tutti spicca la bella figura di GIULIA TERZAGNI, la mitica docente dell'Istituto Agrario Statale di QUARTO OGGIARO, che ha saputo tenere sempre vivo in lui il fuoco e il desiderio di sapere.
RECALCATI piace subito, perchè non si presenta al pubblico come l'alunno perfetto, il bambino prodigio della scuola: anzi esattamente il contrario; poiché in famiglia era stato stigmatizzato come il ritardato, l'IDIOTA. In seconda elementare era stato fermato e bocciato. Ma la madre, con felice intuito protettivo, lo aveva incoraggiato ad andare avanti, facendolo sentire eguale agli altri.
Ma sulla sua strada incontrerà OMBRE ( docenti incapaci ), LUCI (docenti bravi ), che sapranno toccare, questi ultimi, le corde giuste per farlo decollare verso orizzonti nuovi, aprendo mondi nuovi. Lo testimonia lui stesso infatti:”Qualche tempo fa incontrai, al termine di una mia conferenza su LACAN, un mio vecchio professore di filosofia, che mi abbracciò dicendomi:”Allora è vero quello che ho sentito dire di te, che sai spiegare LACAN, anche ai sassi !”.
Fu un complimento che gli rivelò una verità che solo in quel momento gli balzò agli occhi in tutta la sua evidenza. Perchè riusciva a spiegare LACAN , anche ai sassi?
Risponde lui stesso:”Ero stato un bambino considerato idiota. Fui bocciato in seconda elementare, perchè giudicato incapace di comprendere. Quando parlo, cercando di insegnare qualcosa, è sempe a lui che mi rivolgo, al BAMBINO IDIOTA che sono stato. E' per lui che riduco, sminuzzo, mastico le cose fino all'osso. Nelle persone alle quali mi rivolgo mentre insegno, cerco sempre il volto annoiato e un po' ebete del bambino che sono stato. Io parlo a lui che è il mio testimone...”.
Questa è la chiave di lettura per capire l'uomo e lo studioso che è diventato RECALCATI, ed anche per penetrare i contenuti dei suoi libri che si muovono spesso nella stessa direzione, con titoli significativi:”CHE COSA RESTA DEL PADRE?”, oppure “L'UOMO SENZA INCONSCIO”, e ancora “ELOGIO DEL FALLIMENTO”.
Un incontro gradevole e gradito, il suo! Perchè attraverso un libro tu riesci a conoscere una persona, anzi più persone, che ti appaiono lì, vicine, in carne ed ossa e interloquiscono con te. Una testimonianza molto umana, la sua, prima che scolastica e culturale. Cioè fare cultura a partire dalla persona e per arrivare alla persona. E' questa cifra che arricchisce le sue righe, che attraversa i suoi episodi, che non sono tanti, ma molto efficaci e significativi che dànno spessore al testimone di questa nostra epoca.
E questo è lo stile affascinante con cui ha parlato agli ascoltatori della rubrica di IL PANE QUOTIDIANO. Così mi è apparso RECALCATI, con il fascino della sua pacatezza, dotato di una chiarezza non affettata, con una parola pesata, ma non quella dell'attore, bensì quella dell'uomo che vuole parlare a tutti, perchè tutti vuole includere, con una parola che si carica di erotismo.
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Nella sua introduzione ricorda la situazione attuale in sui si trova la nostra scuola, umiliata ed offesa, economicamente, socialmente culturalmente, ma soprattutto dimenticata dal punto di vista politico.
Con la crisi della scuola viene anche ricordata la crisi della famiglia. In queste due istituzioni viene contestata l'autorità dell'insegnante nella prima, e del padre nella seconda. Insegnanti e padri si trovano disorientati e soli, per tutti i condizionamenti che subiscono dentro e fuori l'istituzione della scuola e della famiglia.
E dentro queste due istituzioni RECALCATI racconta la sua storia, di scolaro e di figlio, le sue crisi, i suoi insuccessi, ma anche le persone che ha incontrato, le sue battute di arresto ed i suoi entusiasmi ed innamoramenti. Agli anni passati della scuola applica le sue categorie di psico-analista, che per facilità di comprensione riassume in tre tipi scuola:
LA SCUOLA DI EDIPO, LA SCUOLA DI NARCISO E LA SCUOLA DI TELEMACO.
Non Si tratta solo di etichette, ma di vere griglie di interpretazione. Le quali, a partire dalla mitologia ti fanno capire che cosa significa oggi fare queste affermazioni. EDIPO, il personaggio della mitologia greca, che in maniera non cosciente uccide il padre LAIO, e finisce per sposare pure inconsciamente la madre GIOCASTA.
QUALE TIPO DI SCUOLA SI VUOLE INDIVIDUAE CON QUESTA FIGURA?
Un tipo di scuola che si fonda ancora sull'autorità del Padre nella famiglia e dell'insegnante nella scuola. Il modello pedagogico prevalente – a detta del nostro – era quello correttivo repressivo. Il rapporto con l'allievo è molto autoritario L'apparato istituzionale è quello che tanti hanno conosciuto era di tipo disciplinare. L'insegnane rappresenta l'autorità indiscussa e il prolungamento della figura paterna; l'allievo è il figlio istruito ed educato come cera da plasmare.
Questo genere di scuola registra un'alleanza tra docenti e genitori. Il sapere tramesso è un sapere senza soggettività. MA ATTUALIZZATO NELLA NOSTRA EPOCA COSA CI VUOLE DIRE?
Le contestazioni del '68 e del 77, ci fanno ricordare storie di figli che contestano i genitori e di allievi che si scontrano con i docenti: il desiderio con la legge. La differenza tra generazioni provoca conflittualità che attraversa la contestazione che rivendica il proprio desiderio di cambiare.
Ma la scuola Edipo cambia e si trasforma in SCUOLA NARCISO.
Con questo termine si definisce una nuova alleanza tra genitori e figli. NARCISO, quello della mitologia vide per la prima volta, la sua immagine riflessa nell'acqua di una fonte; e se ne invaghi' a tal punto, che non volendosene più allontanare, vi si consumò sopra e fu mutato nel fiore che da lui prende nome. Questo PIACERE E DOLORE, gli furono procurati dalla scoperta della sua bella immagine. Fuor di metafora: Il mondo qui viene ridotto all'immagine del proprio io.
MA COSA RIMANE DI QUESTA SCOPERTA?
I genitori si alleano con i figli ed i docenti sono lasciati in una grande ed emarginante solitudine. Si esige l'abolizione della fatica e dell'ostacolo, del limite, della storia. La formazione diventa prestazione; il fallimento non viene tollerato; il pensiero critico non esiste.
Prevale in questo tipo di scuola il principio dell'OMOLOGAZIONE, una concezione efficientista della DIDATTICA. La scuola è assimilata all'azienda, in cui prevale un ideale di prestazione. IL CORPO DOCENTE viene emarginato, e viene vissuto come corpo estraneo, viene visto come nemico da combattere. I figli si confrontano con i padri. La parola perde peso e viene sopraffatta dal peso della cultura delle immagini. Ciò favorisce una un'acquisizione passiva e senza sforzo. Questo genere di scuola polverizza il libro, enfatizza la tecnologia dell'informatica; insegna l'illusione di un sapere illimitato e disponibile senza fatica; la tentazione è quella di fare a meno della parola, della lingua e della sublimazione; Lo schermo del PROPRIO PC o iPad rischia di diventare uno specchio vuoto che, anziché aprire mondi nuovi, li richiude in una autoreferenzialità mortifera. In questo tipo di scuola è difficile per i genitori fare i genitori, che in questo modo rinunciano alle loro responsabilità formative.
Parole,parole, parole, staccate dalla vita di cui hanno perduto il nesso. A scuola è diventata azienda; l'importante è riempire le teste, i sacchi vuoti., le conoscenze del computer e l'ordine della produzione. Prevale il CULTO INDIVIDUALISTA della prestazione, manca un senso autentico del VALORE SIMBOLICO DELL'ISTITUZIONE; da qui derivano l'indisciplina, la svogliatezza, la difficoltà a rendere continuativo il proprio impegno; il RISPETTO PER GLI INSEGNANTI.
MA PER FORTUNA ESISTE ANCHE LA SCUOLA TELEMACO.
QUALI SONO LE ATTESE DELLE NUOVE GENERAZIONI?
CHI ERA TELEMACO?
Figlio di ULISSE E DI PENELOPE; durante l'assenza del padre cerca di difendere ITACA dalla prepotenza e la reggia dalle invadenze e devastazioni dei Proci usurpatori. Il Padre lontano vive le sue avventure. Il figlio TELEMACO è costretto a crescere da solo, insieme con la madre, e riesce a compiere un viaggio alla ricerca delle orme paterne.
Quali sono le attese delle nuove generazioni? Assistiamo ad una domanda inedita di PATERNITA'. Gli adulti, genitori e insegnanti, devono ancora poter esercitare funzioni educative, che rendono possibile l'URTO che è alla base di ogni FORMAZIONE per favorire il SOGNO.
Telemaco, fuori dal mito, non vuole uccidere il padre, come EDIPO, Non vuole contemplare la propria immagine come NARCISO; Telemaco ATTENDE il ritorno del PADRE,
CHE COSA SIGNIFICA ALLORA UNA SCUOLA-TELEMACO E IN CHE CONSISTE IL SUO COMPLESSO?
Questo genere di scuola si configura come desiderio e ricerca della propria identità; in questo modo ricostruisce la figura dell'insegnante a partire dai piedi. Questa scuola si identifica con il VALORE DELLA PAROLA, la quale non si riduce solo a SAPERE, ma un SAPERE CHE SI PUO' AMARE. ULISSE non tornerà il PADRE DI PRIMA; ma solo un RESTO DEL PADRE. Nella scuola di questo genere il docente diventa TESTIMONE che ti apre nuovi mondi;Telemaco vive l'assenza del padre si confronta con questa assenza; il padre cioè si dà nella forma dell'ASSENZA.
Mi fermo qui. Queste sono le coordinate essenziali che MASSIMO RECALCATI offre per comprendere la storia della nostra scuola di questi ultimi decenni. Cosa mi rimane di questo opuscolo?
Un bel ricordo, una lezione di vita. Rimane dentro quasi tutto. L'autore non cerca il pelo nell'uovo, non applica le sue categorie di docente universitario e poi se ne va per la sua strada. Ti rimane accanto.
Perchè le sue parole non sono idee astratte, parche' parte dalla fatica della ricerca del soggetto, difende la STORTURA DELLA VITE; accetta l'INCIAMPO DELL'INSEGNANTE, immagine e metafora del limite dell'uomo da cui è necessario partire per poi ritornare.
Ti rimane una sensazione gratificante, che ti comprende come uomo, come ex-alunno di qualsiasi scuola di ogni ordine e grado. Allora è vero, un'ora di lezione d questo tipo ti può cambiare la vita, Parola di psico-analista. (CARLO CASTELLINI)



Mercoledì 22 Ottobre,2014 Ore: 18:44
 
 
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