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www.ildialogo.org Diego Siragusa, IL TERRORISMO IMPUNITO.,di Laura Tussi

Recensione
Diego Siragusa, IL TERRORISMO IMPUNITO.

Perché i crimini di Israele minacciano la pace mondiale, Zambon Verlag, Francoforte 2012


di Laura Tussi

Il Terrorismo impunito. Perchè i crimini di Israele minacciano la pace mondiale
Il Terrorismo impunito. Perchè i crimini di Israele minacciano la pace mondiale
IL TERRORISMO IMPUNITO.
Perché i crimini di Israele minacciano la pace mondiale
Libro di Diego Siragusa
Prefazione di Fulvio Grimaldi
Recensione di Laura Tussi
Editore Zambon Verlag, Francoforte 2012
Nuova impresa storica e letteraria per Diego Siragusa, Autore del libro “Il terrorismo impunito. Perché i crimini di Israele minacciano la pace mondiale”. L'opera è un monumentale dossier, una raccolta di articoli di denuncia, edito da Zambon Verlag, con sede a Francoforte, di quasi 700 pagine, contro il “terrorismo di stato”. È uno studio documentario, molto dettagliato, efficace ed esaustivo, riguardante il complesso scenario e l'attuale situazione sociale e politica in cui imperversa il mondo mediorientale, con un approccio critico all'operato del governo di Israele. Diego Siragusa rovescia l’assunto per cui la strategia terroristica sia solo appannaggio di gruppi estremistici e pone sul “banco degli imputati” il governo di Israele, i cui crimini, secondo l'Autore, minacciano la pace mondiale. Infatti il volume tocca un tema caldo che è sempre alla ribalta della cronaca. Se nel luogo comune, il termine terrorista sembra avere una connotazione precisa e immediata, uno sguardo, un poco più analitico e approfondito, fa emergere una rete intricata di contraddizioni, non solo terminologiche. Siragusa adotta, senza dubbio, un approccio forte, che ha fatto e farà discutere, e attraverso cui vuole evitare, al popolo palestinese, con la forza della verità, della ricerca, della documentazione e della denuncia, oltre al massacro che subisce da un governo più potente, anche l'”oltraggio della menzogna”. Il volume esamina, in profondità, attraverso un ampio arco di tempo, una realtà inesplorata dalla maggior parte dell'opinione pubblica e spesso travisata, perché implica un governo che detiene armi termonucleari ed è in grado di farne uso ed è, per questo, molto preoccupante per la sicurezza globale.
“Questo libro è utile, prezioso, necessario, perché disfa tabù e assegna responsabilità inderogabili. Diego Siragusa lacera le nebbie dell'ipocrisia collettiva, frutto di codardia, ipocrisia, opportunismo, collusione”, come sostiene Fulvio Grimaldi, ex giornalista di RaiTre -nella prefazione del volume - noto per i suoi corrosivi servizi sia in campo ambientale che politico e da sempre grande sostenitore della causa palestinese. L'imponente dossier di Diego Siragusa pone in causa, in un maxi processo, i protagonisti del terrorismo di Stato istituzionalizzato e diffuso nel mondo come paradigma di nuove dominazioni, colonizzazioni e violenze.
Il volume, inoltre, riporta alla luce la verità e la memoria storica, una realtà rovesciata nel suo contrario, e codifica così la differenza tra la violenza di chi aggredisce a torto e di chi si difende a ragione. L'Autore ha iniziato a scrivere questo libro nel 2006, impressionato dalla guerra di Israele contro il Libano e dal gran numero di assassinati tra la popolazione civile. In seguito, sopraggiunse l'aggressione israeliana alla striscia di Gaza, con l'operazione “piombo fuso”, dove l'esercito e il governo di Israele commisero crimini orrendi contro la popolazione civile e soprattutto uccisero un gran numero di bambini.
“L'estrema facilità con cui Israele massacra e uccide i nativi palestinesi non si può spiegare senza esaminare l'imponente apparato informativo, che, puntualmente, si piega davanti agli atti più abominevoli dello Stato ebraico e ne giustifica i crimini più nefandi - sostiene Siragusa - Quando un popolo è massacrato per far posto ad un altro più potente e subisce, in aggiunta, l'oltraggio della menzogna, in realtà esso è massacrato due volte: prima dai suoi carnefici e poi dalle menzogne che essi e tutti i loro complici propagano nel mondo per isolarli, screditarli e distruggerli”.
La questione palestinese diventa comprensibile solo tramite questa spietata “cornice di riferimento”, dove il popolo palestinese vive una straziante solitudine, un ingiusto isolamento, per cui diventa impossibile comprenderne i comportamenti, i metodi di lotta, causati dalla disperazione, dal dolore, dalla psicosi collettiva. Esiste però una parte della società israeliana, rappresentata anche in Parlamento, ma senza dubbio minoritaria, che non condivide la politica dei vari governi succedutisi dal 1948 ad oggi e sostiene la possibilità della convivenza dei due popoli all'interno di uno stesso Stato multietnico e non più etnocratico: si tratta di movimenti pacifisti coraggiosi, sostenuti da intellettuali, giornalisti e semplici cittadini non più disposti a vivere in uno stato militarizzato, che impone una condizione di conflitto armato costante e che da oltre sessant'anni impegna enormi risorse economiche e militari nella guerra, senza vie di uscita e con il rischio permanente di una snaturalizzazione, nella retorica di Stato, dei valori dell'ebraismo e del patrimonio morale ereditato con la tragedia della Shoah.
Note:
su PRESSENZA - International Press Agency:
pressenza.com



Mercoledì 09 Aprile,2014 Ore: 20:14
 
 
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