- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (484) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org UNA RAGAZZA ADOLESCENTE PACHISTANA DI GRANDE FORZA E DI GRANDE CORAGGIO,a cura di Carlo Castellini

UNA RAGAZZA ADOLESCENTE PACHISTANA DI GRANDE FORZA E DI GRANDE CORAGGIO

a cura di Carlo Castellini

LA RAGAZZINA PACHISTANA MALALA YOUSAFZAI CHE SFIDO' I TALEBANI CHE LA VOLEVANO MORTA, E' PIU' VIVA CHE MAI, NELLA SUA BATTAGLIA PER LA LIBERTA' E L'ISTRUZIONE DELLE DONNE, DI MARIA TATSOS, A CURA DI CARLO CASTELLINI.
A poco più di un anno dall'attentato, la ragazzina pachistana che sfidò i talebani, pubblica un libro in cui racconta la sua storia e assicura che la sua lotta per il diritto all'istruzione delle bambine non è ancora conclusa. Ora non è più sola, la voce di questa giovane eroina, dei diritti femminili, proprio grazie a chi la voleva morta, si è amplificata.
“Il 9 ottobre 2012, i TALEBANI mi hanno sparato......(....)...Pensavano che le pallottole ci avrebbero ridotto al silenzio. Ma hanno fallito. Da quel silenzio sono uscite migliaia di voci. I terroristi hanno pensato che avrebbero cambiato i nostri obiettivi e fermato le nostre ambizioni. Ma niente è cambiato nella mia vita, ad eccezione della debolezza, della paura, dello scoramento, che sono svaniti. Sostituiti da FORZA, POTENZA, CORAGGIO. Io sono la stessa MALALA. LE MIE AMBIZIONI SONO UGUALI. LE MIE SPERANZE SONO UGUALI. I miei sogni sono uguali”.
Questo è uno stralcio del Discorso che MALALA YOUSAFZAI, ha tenuto alle NAZIONI UNITE, il 12 LUGLIO 2013, giorno del suo sedicesimo compleanno. Piccola come uno scricciolo, coraggiosa come una leonessa, la ragazzina avvolta nel suo velo rosa è diventata il simbolo della lotta per garantire a tutti, soprattutto alle bambine, il DIRITTO ALL'ISTRUZIONE. In particolare nel suo paese d'origine, il PAKISTAN, dove i TALEBANI, rappresentano ancora una minaccia in molte regioni, gli edifici scolastici continuano a saltare in aria e il desiderio di studiare spesso si paga con la vita.
A QUETTA, nel giugno scorso, un terrorista kamikaze si è fatto esplodere in un autobus pieno di ragazzine dirette ad una scuola femminile. Quattordici di loro sono rimaste uccise. Ed è solo un episodio di una lunga lista. Il tentativo di spegnere la voce di MALALA, si è rivelato per i TALEBANI un autentico autogol. La ragazzina si è salvata miracolosamente e da quel giorno, da personaggio noto ai pochi che si interessavano di diritti umani, è diventata un'EROINA PLANETARIA. Il mese scorso è stata ad un soffio dal vedersi attribuire il PREMIO NOBEL PER LA PACE.
Ma ha ricevuto comunque il prestigioso PREMIO EUROPEO SAKHAROV PER LA LIBERTA' DI PENSIERO.
QUANDO I PADRI FANNO LA DIFFERENZA.
Dal 15 ottobre 2012, quando un aereo concesso dalla famiglia reale degli EMIRATI ARABI UNITI l'ha portata dal Pakistan a Birmingham per essere curata dopo l'attentato, MALALA, vive con la sua famiglia - la madre TOR PEKAI, il padre ZIAUDDIN, e i fratelli KHUSHAL e ATAL – in INGHILTERRA. Qui studia e cerca di condurre una vita prudente. Lei e la famiglia hanno creduto per anni, che i TALEBANI, non avrebbero mai osato colpire una bambina. Invece l'hanno fatto, e possono ripeterlo. Le minacce continuano. La ragazzina coraggiosa che in Pakistan teneva COMIZI e raccontava ai giornalisti che l'istruzione era un suo diritto, e nessuno l'avrebbe fermata, ha deciso di affidare la sua storia alle pagine di un libro, uscito lo stesso giorno in diversi Paesi.
Il testo la cui edizione italiana s'intitola IO SONO MALALA. LA MIA BATTAGLIA PER LA LIBERTA' E L'ISTRUZIONE DELLE DONNE, rappresenta un'occasione non solo per conoscere questa adolescente tenace, ma anche per tentare di comprendere l'aggrovigliata situazione pachistana.
Grazie al supporto della giornalista CHRISTINE LAMB, MALALA intreccia la sua breve vita agli eventi più recenti: l'inarrestabile ascesa dei TALEBANI, il ruolo del governo e dei servizi segreti, il lavaggio del cervello subito dalla gente, la paura e l'ostilità verso l'America.
La morte di BIN LADEN non ha messo la parola fine all'incubo dei TALEBANI. I quali per altro, non sono confinati al vicino AFGHANISTAN, ma continuano ad agire in buona parte del territorio pachistano.MALALA YOUSAFZAI, è una PASHTUN, etnia maggioritaria in Afghanistan, presente anche in PAKISTAN.
Tra di loro vige il codice d'onore il PURDAH, che limita la libertà delle donne e le relega al focolare domestico. In pubblico, dopo la pubertà, il VISO femminile deve essere VELATO. Non la pensa così il padre di Malala ZIAUDDIN. Un uomo colto e aperto, fondatore della scuola in cui la figlia ha studiato fino al momento in cui è stata ferita. Un attivista impegnato nella promozione dell'istruzione per tutti e del rispetto per l'ambiente.
La famiglia YOUSAFZAI è infatti originaria dello SWAT, una valle paradisiaca, minacciata però dall'inquinamento. Contrariamente a qualsiasi padre pashtun, ZIAUDDIN, ha esultato alla nascita della sua primogenita, anche se femmina. Secchiona, per sua stessa ammissione, e molto intelligente, la bambina è sempre stata l'orgoglio del suo papà. Fin da piccola Malala era al suo fianco a conferenze e incontri nei quali partecipava come relatore. Buon sangue non mente. MALALA non si è mai vergognata a parlare in pubblico e a gareggiare a scuola con spirito competitivo.
LA FORZA DELLE PAROLE
NEL 2007, lo spirito fondamentalista iniziava a diffondersi nello SWAT. I Talebani devastano dapprima negozi i DVD E CD, costringendo la gente a rinunciare al ballo ed alla musica. Poi si insinuano in ogni aspetto della vita quotidiana. Attaccano le scuole soprattutto quelle femminili. Alla fine del 2008 ne avevano distrutte 400. Ma non basta.
Lanciano un ultimatum: le rimanenti avrebbero dovuto chiudere entro il 15 gennaio 200. Secondo loro, le buone musulmane, dovevano restar segregate tra le mura domestiche. Malala aveva già rilasciato varie interviste, spinta da ZIAUDDIN, sempre impegnato nella via civile. Quando la scuola chiudei i battenti, tramite il padre le viene proposto di tenere un BLOG PER LA BBC, con lo pseudonimo di GUL MAKAI.
Doveva raccontare cosa provava, una ragazzina sotto il regime talebano, diventare una specie di ANNA FRANK mussulmana. Per Malala è l'occasione per fare sentire la sua voce. “L'istruzione è un nostro diritto . L'Islam prescrive che ogni ragazzo e ogni ragazza vadano a scuola”. E' l'inizio della sua battaglia.
Chi diventa un simbolo è un facile bersaglio. Negli anni la famiglia YOUSAFZAI aveva ricevuto parecchie minacce. Ma erano dirette per lo più a ZIAUDDIN, per la sua ostinata difesa dei diritti delle studentesse. Appena era stato possibile aveva riaperto la sua scuola. Ma quel mattino del 9 ottobre 2012, il talebano salito sullo scuolabus voleva proprio uccidere MALALA, e quanto rappresentava.
“MALALA è stata colpita per il suo ruolo preminente nella predicazione del secolarismo....E' giovane, ma ho promosso e diffuso la cultura occidentale nelle regioni pashtun – recitava la rivendicazione dell'attentato contro i Talebani e ha sempre detto che il presidente OBAMA era il suo idolo”.
Per fortuna la mano del killer ha tremato. Dei tre colpi sparati, solo uno ha ferito la ragazzina, gli altri due hanno raggiunto senza danni gravi, due compagne. Il libro racconta anche il difficile momento trascorso tra la vita e la morte, le operazioni subite, il sorriso ritrovato dopo una lunga convalescenza.
“La penna e le parole possono essere molto più potenti delle mitragliatrici”, scrive Malala. E questa ragazzina caparbia, con la stoffa da leader, darà ancora del filo da torcere ai Talebani e a quei Pachistani, che in nome di una visione distorta dell'Islam, calpestano i diritti delle bambine e delle donne. Il suo libro si chiude con una promessa:”IL MIO MONDO E' CAMBIATO, MA IO NO”. (MARIA TATSOS).



Mercoledì 15 Gennaio,2014 Ore: 19:01
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Cultura

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info