“Questo solo importa nella vita: avere una fede e improntarla del proprio spirito e cercare quel che possa giovare al confronto della comune esistenza, e non essere passati invano su questa terra”. Così si esprimeva l’umanista Concetto Marchesi in un suo testo “Resistenza come Risorgimento”, che fa parte dell’opera Liberate l’Italia dall’ignominia, a cura del sottoscritto e con una testimonianza di Norberto Bobbio. La bella citazione qui riportata come incipit alla nota che riguarda l’opera L’altra letteratura siciliana contemporanea (La Medusa editrice, Marsala 2013) dell’insonne poeta e saggista Carmelo Aliberti, già autore di 32 volumi di poesia e 30 di saggistica sul ‘900 siciliano e italiano. Nelle parole dell’umanista Marchesi si può rispecchiare l’uomo Aliberti che ha svolto tanto lavoro creativo in nome della propria identità, ma riversato nella scoperta e valutazione di chi si eleva resistendo con la parola. Lontani quegli anni splendidi giovanili quando egli esordì come poeta e subito dopo come saggista per l’editore siciliano Ugo Mursia.

Ultimamente, Aliberti ha voluto rileggere gli autori siciliani, narratori e poeti: Maria Messina, Nino Savarese, Francesco Lanza, Giuseppe Antonio Borgese, Pier Maria Rosso di San Secondo, Ercole Patti, Angelo Fiore, Antonio Pizzuto, Beniamino Joppolo, Mario Rappazzo, Stefano D’Arrigo, Gesualdo Bufalino, Pasqualino Fortunato, Vincenzo Consolo, Melo Freni, Emilio Isgrò, Andrea Genovese, Matteo Collura, Nino Famà, Giuseppe Bonaviri, Andrea Camilleri, Silvana Grasso, Angelina Lanza Damiani, Ignazio Buttitta, Guglielmo Iannelli, Lucio Piccolo, Vann’Antò, Nino Pino, Angelo Maria Ripellino, Bartolo Cattafi, Dino D’Erice, Giovanni Occhipinti, Antonino Grillo, Sebastiano Saglimbeni, Aldo Gerbino, Lucio Zinna, Nino De Vita, Iolanda Insana, Mirella Genovese. Solo due donne. Una scelta sofferta, avendo egli scartato, con colto rigore, nomi di autori, pur celebrati, ma di non eccelso valore. Il saggio storico letterario L’altra letteratura siciliana contemporanea, un atto d’interpretazione nuova, con esaurienti profili tracciati su linee orizzontali e verticali, che mancava su scrittori e poeti siciliani che, dal 1800 ad oggi, hanno inteso la scrittura qualitativamente, con dentro la storia umana e sociale brillantemente contestualizzata per ciascun autore dal nostro saggista. Il lavoro si compone di testi, scritti in un lungo periodo di anni e ripresi dallo stesso Aliberti con ulteriori inserimenti e rimaneggiamenti di autori come riporto. Aliberti esplora tutto il percorso creativo, attraverso le opere di ogni autore esaminato con ricchezza di esaustivo approfondimento. Il volume è corredato di adeguate citazioni e di una ricchissima bibliografia.

Ma che cosa si può evincere - ci si chiede - di diverso rispetto ai comuni manuali scolastici? Sicuramente un taglio interpretativo originale per il nuovo lettore di oggi, che può scoprire, in questa sofferta fatica di Aliberti, la diversificazione di un patrimonio culturale di siciliani dal pensiero universale, e non isolano e isolato.

Infine, si può considerare la fatica di Aliberti una sorta di singolare tributo reso alla cultura, in nome della Sicilia sofferente, complici uomini affatto irresponsabili e captati dall'assillo dell’abietto profitto, malessere in tutte le plaghe della terra e da tanto. Difatti, secondo Niccolò Machiavelli, “il mondo fu sempre ad un modo habitato da uomini che hanno avuto sempre le medesime passioni”.