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www.ildialogo.org IN MEMORIA DI ANTONIO MUSUMECI,di Sebastiano Saglimbeni

IN MEMORIA DI ANTONIO MUSUMECI

Recensione


di Sebastiano Saglimbeni

Un libro di Carmelo Duro


Da tempo, Carmelo Duro, cronista e scrittore, si occupa appassionatamente di Antonio Musumeci, un parroco trucidato dalla crudeltà nazista la sera del 14 agosto del 1943 nella comunità di S. Alessio dove era stato chiamato nel 1932 per curare, con la fiducia in Dio, le anime affidategli. Di recente, perché la memoria di quest’uomo di chiesa fosse conservata e divulgata alle nuove generazioni, ha pubblicato in proprio un libro intenso di vicende, di illustrazioni e di documenti.
Non poche le fonti, con le quali ha potuto costruire l’opera, tanto meditata e sofferta, dal titolo Antonio Musumeci/Parroco di S. Alessio. Oltre duecento pagine ci ricordano chiaramente la tragica stagione del secondo conflitto mondiale e ci fanno sapere di altro sulla comunità di S. Alessio, fervida di vita culturale. Nel 1943, questa comunità, come altre, si era svuotata. Vi erano rimaste le persone anziane e non autosufficienti. Il parroco era rimasto con loro per accudirle. Non aveva voluto - nonostante fosse stato sollecitato da parenti e sacerdoti a trovare rifugio - abbandonare la sua gente e la chiesa in balia dei ladruncoli proliferati, complice la fame e la disperazione di quel periodo. Era rimasto, in nome della sua missione, in S. Alessio, sulla riviera ionica, molto di transito e, come tale, non priva di insidie belliche, solo sostenuto dalla benefica e trionfante fede cristiana.
Una pattuglia di SS quella sera del 14 agosto si scontra con una coppia di civili conviventi, abitanti non distante dalla chiesa della comunità. La coppia si oppone perché i soldati delle SS non entrino nella propria abitazione. Il sacerdote dalla terrazza della chiesa si agita, grida perché la coppia si rifugi in chiesa. Lo scontro si acuisce, parte un colpo di pistola, i due si danno alla fuga, ma vengono feriti a morte. Tempestivamente, i soldati delle SS salgono in terrazza dov’era il parroco che, inerme, assassinano con una “mitragliata in faccia”.
Il parroco contava 43 di vita. Era nato ad Aci S. Antonio il 15 dicembre del 1899.. Giovane, da soldato, dal 7 novembre 1917 sino al 1918, aveva sperimentato le sofferenze che la prima guerra mondiale aveva generato, intenderà, già parroco di spicco, con la sua fine biologica, quelle della guerra successiva.
La fatica di Carmelo Duro comprende, oltre alla Presentazione e alla Prefazione, a firma di Calogero La Piana, arcivescovo di Messina, tredici capitoli con le pagine di una Postilla e delle Appendici. Non poche le ricerche, durate più anni. Non pochi nel lavoro i nomi di varia gente e di uomini di chiesa. Per questo, il libro, alla fine, avrebbe dovuto contenere un indice dei nomi, operazione preziosa.
Scrive, fra l’altro, Calogero La Piana, finemente ed acutamente, nella sua nota: “Anche la Sicilia pagò il suo prezzo di sangue e S. Alessio sperimentò la malvagità e il terrore. L’autore della monografia descrive in una maniera plastica e intrisa di mistero quel tempo e soprattutto quel “maledetto” 14 agosto del ‘’43 quando S. Alessio pianse il suo parroco e i suoi figli ammazzati. In quell’atmosfera di pericolo e di morte il paese si svuotava, la gente abbandonava i luoghi dove aveva lottato, vissuto, amato e sofferto per cercare riparo: tutto era perduto”.
E dell’altro nel libro sul sacerdote Musumeci. Si apprende che aveva creato una compagnia teatrale nel 1938, che aveva eseguito opere di rinnovamento nella chiesa e promosso eventi di varia cultura. Non sopportava il regime fascista, si doleva della crisi e della disoccupazione. Soccorse, per questo, delle persone bisognose facendole lavorare nelle estese campagne coltivate della sua famiglia benestante. Diede loro un alloggio, “un compenso in denaro”.
Ma il nostro autore, ligio alla professione di cronista, da diversi anni, non tralascia, tra le tante storie sul suo paese dove è nato e vive, una trista notizia sul parroco, ”benvoluto dalla stragrande maggioranza” della gente. Il parroco veniva, non apertamente, infamato. Avrebbe avuto un rapporto con una donna, che “svolgeva lavori di casa e che aveva partorito un bambino presto deceduto”. Il parroco “era totalmente estraneo al fatto e, davanti a queste velate accuse, rimase impassibile; apparentemente non diede alcun peso e continuò la sua vita con la normalità di sempre, ma il sospetto lo feriva atrocemente”.
Infine, in questa fatica, ancora una volta, Carmelo Duro ha voluto raccontare la vita del secolo scorso di S. Alessio, con dentro un protagonista della fede cristiana, la cui fine tragica ci rievoca una frase di Elio Vittorini che recita: “Uccidete un uomo; egli sarà più uomo”. Ma il parroco Antonio Musumeci sarebbe stato più uomo ugualmente se non fosse stato ucciso in quel modo: per la sua missione, la sua cultura e il suo coraggioso antifascismo partecipati alla gente, che gli fu vicina.



Lunedì 06 Gennaio,2014 Ore: 17:18
 
 
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