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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org SUAVIS DOMINA,di Franco Casati

Recensione
SUAVIS DOMINA

Recente poesia di Sebastiano Saglimbeni


di Franco Casati

Nella sua recente pubblicazione “Suavis Domina” (QuiEdit, Verona) Sebastiano Saglimbeni raccoglie la produzione poetica che va dal 1990 al 2009, più una silloge di traduzioni da Virgilio. Acuta e colta l’introduzione di Mario Geymonat, che pone in giusta luce il valore della poesia di Sebastiano Saglimbeni. Questo ultimo lavoro si presenta come un felice coronamento di una attività letteraria lunga quanto una vita, che ha visto l’autore impegnato sul fronte della poesia a partire dai primi anni sessanta. Saglimbeni vive con orgoglio il senso di appartenenza a quel folto gruppo di poeti e scrittori che sono emigrati dal Sud al Nord dell’Italia, definiti “poeti della diaspora”; tanto per citare alcuni nomi illustri basti pensare a un Quasimodo o a un Vittorini. Di radici meridionali si nutre ancora la poesia di questa raccolta, con accenti di malcelata nostalgia per la terra d’origine, per la sua natura (“Non dovevo salpare dalle acque/ioniche, ove, sopra l’Agrò/ebbi la tana”); dove affiora anche il ricordo della antica e mitica cultura della Sicilia (“E già, lo so, l’Isolamondo è il canto/purissimo di fuoco, che sentiamo,/noi dolcemente illusi, figli veri”). Della parola poetica, creativa, e anche della parola colta (attraverso la sua intensa attività di saggista e di pubblicista) l’intellettuale immigrato ha fatto la sua arma di difesa, contro un certo disagio esistenziale che avverte nella terra che lo ospita, e anche come un pungolo a volte mordace contro certi atteggiamenti, pure culturali, del Nord, non concedendo tuttavia alcuno sconto nemmeno ai propri conterranei.

Nella sezione “Spartito di dediche”, Saglimbeni si rivolge a diversi amici, per la maggior parte letterati o artisti, con i quali si sente di condividere determinate esperienze, per lo più creative; cui sembra tuttavia chiedere una certa solidarietà e partecipazione nei suoi stessi confronti. A volte, come risposta, si avverte il peso del silenzio o della solitudine, in contrasto con le tante parole spese. In questi, e in altri componimenti, l’andamento del verso è vicino alla prosa, quasi colloquiale, differenziandosi da quei testi dove l’impianto appare decisamente ispirato alla misura della classicità.

“Suavis Domina”, l’elegante titolo di tutta la raccolta, allude all’esito finale della morte, ampiamente evocata in un senso allargato nella sezione “Fiori di peste”, dove essa infierisce nella storica Peste, nelle guerre, e nella legge del profitto selvaggio. Ricordando lo spirito vitalistico che animava le prime raccolte di poesie, o anche certe prose del Saglimbeni, questo epilogo tristemente luttuoso dà la misura di quanto abbia meditato e sofferto il poeta nei lunghi anni della sua esistenza, per giungere a una vecchiaia dove l’esito naturale viene legato all’amore che egli ha da sempre nutrito verso la donna, alla quale dovrà oramai arrendersi come a una “Suavis Domina” (“… Suavis Domina,/prendimi/il corpo, prostralo infine mentre/imbocco una via al paese/con quella nota brezza/estrema sul volto/che congeda la collina”). Nostalgia per l’ultima donna fatale, che si lega ancora una volta a quella verso la terra d’origine, sempre rievocata.

Temi ispiratori diversi appaiono in questa significativa raccolta (i Miti, l’esaltazione di grandi uomini politici siciliani come Francesco Lo Sardo, l’amore apprensivo verso l’amata figlia e altri ancora), ma voglio lasciarli alla curiosità del lettore. Aggiungo solo che una sottile vena ironica e certi accenti realistici tengono sempre desta l’attenzione nel corso di questa piacevole lettura.

Gli scampoli di traduzioni dall’Eneide e dalle Georgiche, che suggellano l’opera (unitamente a una versione in latino di una poesia del Pascoli), testimoniano della perizia letteraria dell’autore, del suo amore per Virgilio, di una vena espressiva autentica, soprattutto lirica, che sa personalizzare il solido impianto classico del testo.



Mercoledì 25 Aprile,2012 Ore: 22:27
 
 
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