- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (291) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org ABBIAMO LETTO IL NUOVO ROMANZO DI SALVATORE CARACHINO,di Sebastiano Saglimbeni

Recensione
ABBIAMO LETTO IL NUOVO ROMANZO DI SALVATORE CARACHINO

di Sebastiano Saglimbeni

Ancora alcuni anni ed assisteremo, fra l'altro, non senza retorica, alle celebrazioni del centenario della Grande Guerra, osannata dalla maggior parte dei massoni, dagli studenti universitari di quell'inizio Novecento, dai futuristi capeggiati da Filippo Tommaso Marinetti che la valutava fanaticamente come un'esclusiva fonte di ispirazione degli artisti e come una necessaria purificazione morale, che avrebbe ringiovanito il nostro Paese. Certamente, per la circostanza delle celebrazioni, non verranno meno le curiosità delle nuove generazioni che vogliono scoprire quei luoghi che furono teatro di guerra, come l' Isonzo, il Piave, Caporetto, ove il numero dei morti in combattimento rimane tuttora non del tutto accertato, ma invero sterminato, dall'una e dall'altra parte, perché, come scriveva Virgilio Marone, oltre duemila anni or sono, non v'è alcuna salvezza in guerra (Nulla salus bello). Celebrazioni, possiamo dire, in nome della memoria. Pertanto, crediamo che già vi siano degli storici all'opera per scoprire fonti inedite e vagliarle; pure crediamo che alcuni editori divulgheranno altri libri di storia, non esclusi quelli di narratori che proveranno, tra fantasia e realtà, a dire di uomini e cose riguardanti quella guerra disumana, alla quale ne seguì un'altra a distanza di alcuni decenni.

Di recente, il meridionale(detto con onore) Salvatore Carachino, che ha studiato lettere a Milano e filosofia a Padova e ha insegnato sempre a Verona, ha pubblicato(L'Autore Libri, euro18.00), dopo Il professore di lettere Luigi De Santis, il romanzo dal titolo Teufelserenade (La serenata del diavolo), aperta metafora della guerra. L’editrice indica in prima copertina che trattasi di “una tormentata storia d’amore sullo sfondo delle Dolomiti”, mentre nel retro aggiunge che trattasi di un'opera originale in cui la storia e l’invenzione sono congiunte, ma su piani temporali diversi. Sorvolando sulla “struggente storia d’amore” che potranno, non senza diletto, scoprire i lettori, possiamo sintetizzarla come segue. Complice un grave male, il mitico e anziano professore universitario di storia Aldo Corradi è ricoverato per un lungo tempo al policlinico di Verona. Un primario, che oltre all' identità della professione, ne insegue un'altra, provando di fare l'attore, nel tempo libero, gli chiede sommariamente delle indicazioni di fonti per uno spettacolo sulla Grande Guerra che dovrebbe avere come tema di fondo i postriboli militari. Sarà, in realtà, il trentenne figlio di Corradi, Lucilio, insegnante precario di storia e filosofia nei licei della provincia e appassionato lettore di libri su quella guerra e sui postriboli ad accumulare e fornire alla compagnia teatrale del materiale storico dal quale verranno estratte le pagine che entreranno nel copione. Il giovane Lucilio incontra Clara Weber, un' avvenente giovane infermiera. Un arduo rapporto tra lui e lei assume via via un forte valore simbolico a specchio della rappresentazione in allestimento. La giovane, guarda caso, è originaria della Val Canale nel Tarvisiano, territorio austriaco, prima della guerra, ed è contesa da uomini di diversa estrazione sociale e culturale, “orizzonte di sogni e tormento di una memoria senza pace”. È lei, immaginaria crocerossina, idolo inquietante, a proporre ai membri della compagnia, attori, attrici, regista, escursioni sui monti dell’epopea alpina ai fini di una ispirazione che dovrà rendere credibile lo spettacolo. Così molte vicende impressionanti, assurte ormai a mito, vengono proposte al lettore in modo sempre diverso. Si tratterà di letture del protagonista, di flash di proposte, di prove, di ricordi legati alle escursioni in montagna, di recita finale davanti al pubblico, di ripensamenti nelle repliche e di quadri ampi come sulla Città di ghiaccio in Marmolada o sulla ritirata di Caporetto. E dall’insieme della narrazione, pensata e sofferta, dai dialoghi serrati di carattere teatrale emerge una filosofia laica della storia che si confronta con altre concezioni della vita e del mondo. In definitiva, nell’originale intreccio, che contempla il passato e il presente, la memoria si riverbera, in particolare sulla nostra grande tragedia italiana, nella paura oggi dilagante, come avverte l’autore, di un baratro sociale e politico nella nostra Italia e di una conseguente grave caduta di valori.

Da dire che non solo i monti dall’Ortles, dall’Adamello alle Tofane e al Carso fanno da sfondo al racconto, ma anche, a pieno titolo, la città di Verona, nei cui luoghi più suggestivi si muovono gli inquieti personaggi. Abbiamo letto questo nuovo romanzo di Carachino, che ci ha rifatto per la vicenda narrata e per la purezza linguistica.



Luned́ 26 Dicembre,2011 Ore: 18:02
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Cultura

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info