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www.ildialogo.org RICORDATO  GIUSEPPE AGNELLO,di Sebastiano Saglimbeni

RICORDATO  GIUSEPPE AGNELLO

di Sebastiano Saglimbeni

A parlarmi di Giuseppe Agnello,  figura di spicco della cultura letteraria, artistica e dell’antifascismo, apertamente professato, è stato il medico Salvo Agnello vivente a Verona. E’ stato per la circostanza di un convegno di tre giorni allestito, con massima cura, per  quest’ uomo  nei giorni 7, 8, 9 giugno di quest’anno a Canicattini Bagni, comunità che gli ha dato i natali, e a Siracusa. Così, quest’uomo, che fu docente di lettere, autore di saggi di architettura e altri scritti di vario genere, soldato durante la guerra 1915/1918, resistente, più volte minacciato e intimidito dagli sgherri del regime, ha potuto rivivere grazie ai suoi concittadini votati a curarne la memoria, in nome di tutta la sua azione umana e civile e delle sue opere, singolari capolavori, come, ad esempio, L’architettura sveva in Sicilia (Roma 1935), L’architettura aragonese-catalana in Siracusa (1942), Chi farà il processo al fascismo? (Siracusa 1947), L’architettura bizantina in Sicilia (Firenze 1952) e L’architettura civile e religiosa in Italia nell’età sveva (Roma 1961). 
    Quando Agnello venne punito dal regime fascista con un trasferimento forzato  in Emilia, a Cento, non valsero i parecchi interventi di un senatore, Paolo Orsi, perché fosse annullata la pena, tanto severa, che gli era stata inflitta e pure quella posizione presa da un religioso, l’arcivescovo di Siracusa, Carabelli. A questa sua amara esperienza  si aggiunge quella subita dal figlio colpito dal regime che lo l’aveva fatto arrestare ed  incarcerare a Firenze, dove resterà per circa un anno.
     Agnello era nato il 5 febbraio 1888 a Canicattini Bagni e morto nel 1976 a Siracusa, la città che l’aveva affascinato, alimentato della sua ricca inesauribile storia. Egli va accostato alla schiera illustre uomini della storia dell’antifascismo, ai siciliani Concetto Marchesi, Francesco Lo Sardo, che, deputato comunista, con l’immunità parlamentare, venne fatto arrestare, come Antonio Gramsci, dal regime fascista e fatto morire, per mancanza di cure,  dopo anni di detenzione, nel 1931 nel carcere di Poggioreale, a Girolamo Li Causi, che subì anni di carcere, a Carmelo Salanitro di Adrano, incarcerato per propaganda antifascista, che, alla caduta del regime, invece di essere liberato, venne consegnato dal direttore del carcere di Sulmona ai nazisti che lo internarono a Mauthausen dove venne assassinato nella camera a gas il 24 aprile 1945.
    Si accennava ad alcune delle opere di Agnello. E’ bene che oggi tutte trovino una adeguata ristampa e una divulgazione e potranno leggersi e studiate dalle nuove generazioni. 
   In conclusione, quella dittatura  mussoliniana, il cui epilogo si concluse a a Milano, a Piazzale Loreto, poté perseguitare, arrestare, uccidere i suoi avversari, distruggere l’Italia con una guerra, ma nella nostra storia resta una grande ignominia, mentre  gli uomini di cui sopra restano e vivono, simboli di libertà, che ogni terra oppressa vorrebbe avere. 



Venerdì 25 Agosto,2017 Ore: 22:38
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
domenico stimolo catania 26/8/2017 10.40
Titolo:
Una pregiata nota di memoria democratica, grazie
domenico stimolo

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