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www.ildialogo.org L’UMANISTA MARCHESI IN MEMORIA,di Sebastiano Saglimbeni

L’UMANISTA MARCHESI IN MEMORIA

di Sebastiano Saglimbeni

Quando, all’inizio del 1950, a Messina rinasce, dopo un lungo silenzio obbligato, il periodico politico Il Riscatto, alcuni esponenti della sinistra comunista informano Concetto Marchesi che, in risposta, scrive una bella pagina di cui vale citare alcuni tratti che recitano: “Risorga Il Riscatto di Noè e di Lo Sardo e denunci la malavita che fermenta in questa Repubblica clericale (…). Ricordo gli anni lontani di Messina. Francesco Lo Sardo dalle trincee della prima guerra mondiale tornava con tutta la foga generosa all’altra battaglia, a quella che si combatte ancora in ogni angolo di terra dove l’iniquità indossa l’abito della giustizia e il delitto assume il nome di civiltà(…). Seguivo molte volte quell’uomo che non conobbe mai stanchezza…”. Marchesi così ha ricordato gli anni quando insegnava a Messina, anni struggenti di fede e battaglie condotte assieme ad uomini come Francesco Lo Sardo, politico, eletto deputato al Parlamento nel 1924 ed arrestato nel 1926, lo stesso giorno che viene arrestato Antonio Gramsci, pure deputato. Si può, da questi tratti di scrittura, come premessa, rilevare, a parte il linguaggio luminoso e caustico, l’uomo combattivo Marchesi, il medesimo che ora si rileva dall’opera di Emilio Pianezzola, Concetto Marchesi/gli anni della lotta, non una biografia, come si legge nella Premessa, ma un’opera, intesa con acribia, di un umanista di spicco, dedicata ad un altro umanista. In questa rifioriscono diversi nomi, immagini fotografiche di personaggi, come lo stesso Marchesi, Leonardo Severi, Carlo Alberto Biggini, Carlo Anti, Egidio Meneghetti, Silvio Trentin, Manara Valgimigli, Giovanni Gentile, Ezio Franceschini, Diego Valeri, Otello Pighin, Mario Todesco, Luigi Cosattini, Eugenio Curiel, Flavio Busonera, Luigi Pierobon, Giorgio Diena, Francesco de Vivo, Attilio Agostini, Novello Papafava dei Carraresi, lo stesso con la moglie Bianca Emo Capodilista e Concetto Marchesi. Altre immagini fotografiche sono riprodotte nell’opera, come il Palazzo Liviano e due interni della prestigiosa libreria Draghi Randi. Pianezzola, emerito professore di Letteratura latina all’Università patavina, si è rifatto, soprattutto, alla consistente fonte Concetto Marchesi. Linee per l’interpretazione di un uomo inqueto di Ezio Franceschini. Nell’opera di Pianezzola in memoria l’’umanista siciliano degli anni padovani, il suo insegnamento, la clandestinità a Milano, il passaggio in Svizzera, l’intellettuale impegnato, l’antifascista, la sua emarginazione, la sua cospirazione, il suo rettorato a Padova, il suo famosissimo discorso inaugurale del 722ᵒ Anno accademico, le sue dimissioni e il suo famosissimo Appello agli studenti e i mesi del suo esilio. Nell’opera, edita a Padova da Il Poligrafo con un’ introduzione di Mario Isnenghi, si leggono riprodotte pagine, che sono di Gentile, autore del testo Ricostruire, pubblicato sul Corriere della Sera il 28 dicembre 1943, e, in risposta, il testo, Lettera aperta al senatore Giovanni Gentile del gennaio 1944 di Marchesi e dell’altro. Quella Lettera di Marchesi, ogni qualvolta si parla o si scrive di lui, suscita polemiche riguardanti la morte tragica del filosofo Gentile. Ma sentiamo la lingua del latinista Pianezzola: “In Marchesi l’aspirazione alla libertà non si esaurisce con la sua partecipazione alla lotta della Resistenza, ma fu aspirazione e speranza perseguita costantemente nella sua azione politica di membro della Costituente e di parlamentare del Partito comunista”. Marchesi comunista, come Lo Sardo e Gramsci. E, a proposito della Costituente, va ricordato che Marchesi viene eletto deputato nella Circoscrizione di Verona con 9574 preferenze. Sarà ancora parlamentare ma eletto nella circoscrizione di Venezia, sino al 1957, data della morte. Si accennava all’ Appello agli studenti. Norberto Bobbio, allora giovane docente, presente in quell’ l dicembre 1943, l’aveva ascoltato e ne scriverà alcune pagine nelle quali affermerà che “è uno dei documenti più famosi della Resistenza italiana”. Infine, vivissima oggi la figura di Marchesi, di cui voglio ricordare dei suoi numerosi scritti la seguente frase che recita: “La borghesia che si è spostata alla Banca ed è posseduta dal demone della grande industria vuole produrre di più anche a mezzo di sacrifici umani”.




Lunedì 14 Marzo,2016 Ore: 21:29
 
 
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