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www.ildialogo.org IL POETA ROCCO SCOTELLARO,di Sebastiano Saglimbeni

IL POETA ROCCO SCOTELLARO

di Sebastiano Saglimbeni

Se oggi il poeta lucano Rocco Scotellaro fosse ancora in vita - e non è improbabile che lo fosse, visto che questa si è parecchio allungata - sarebbe un dignitosissimo uomo di 91 anni con un suo ricco patrimonio di opere. Era nato nel 1923 a Tricarico e morto a Portici nel 1953. Una breve esistenza di 30 anni. Sin da giovanissimo si era distinto come uomo politico, un socialista puro, in nome del riscatto della sua Lucania in uno stato di secolare degradazione resa più grave dalla tragica dittatura fascista. Scotellaro, durante quella sua breve esistenza, aveva divulgato un indiscusso messaggio, che ci deriva pure dalle sue sillogi poetiche E’ fatto giorno, Margherite e rosolacci, quindi dalla sua prosa, il saggio-inchiesta, Contadini del Sud e dal romanzo, un abbozzo, L’uva puttanella. Opere postume che, dopo la sua morte, erano emerse, come altre, in prosa e in poesia, e che i suoi studiosi poterono curare e divulgare con pubblicazioni.
Tra questi suoi studiosi, l’autore di Cristo si è fermato a Eboli e de Le parole sono pietre, Carlo Levi, e Manlio Rossi-Doria. Quest’ultimo, a 25 anni dalla morte di Scotellaro, prefazionò e curò la corposa silloge Margherite e rosolacci editata nel 1978 da Mondadori per la collana “Lo Specchio”.
Si scrisse di Scotellaro, poeta e prosatore, con giudizi contrastanti: per quella sua attività politica e per quella sua posizione di intellettuale contestatore e cantore di miti ancestrali della cultura contadina lucana. A parte quelle valutazioni, oggi si può scrivere che la poesia ed altro di Scotellaro resta un esempio di scrittura di indiscusso valore, sotto il profilo tematico e stilistico. Si può scrivere e una prova restano le tante poesie di Margherite e rosolacci. Rossi-Doria l’aveva come certificato quando scrisse nel 1978 che erano passati ventiquattro anni da quando Carlo Levi aveva pubblicato la silloge E’ fatto giorno, silloge insignita del Premio Viareggio, fra critiche e polemiche. Poi, quando sembrava che fosse calato il silenzio sulla vita e l’opera di Scotellaro, era iniziata, a vent’anni dalla sua scomparsa, nel 1974, la riscoperta “sotterranea da parte dei giovani, specialmente meridionali, delle sue poesie e dei suoi scritti”. “Per iniziativa”, ci documenta il prefatore Rossi-Doria, “di alcuni - tra cui vanno ricordati Leonardo Sacco e Piero Lacaita - furono pubblicati, oltre ai racconti, alcuni volumi di scritti a lui dedicati”.
Si apprende dalla breve e concisa prefazione di Rossi-Doria delle infinite testimonianze degli uomini che erano rimasti al Sud e di coloro che erano emigrati. Il prefatore si riferiva alle testimonianze di un “ininterrotto interesse” nei confronti del “messaggio poetico ed umano” di Scotellaro.
Riprendendo il discorso sulla corposa silloge Margherite e rosolacci fa riflettere il titolo, ispirato da due esili nature botaniche, le margherite e i rosolacci, una metafora, per dire, in altri termini, delle belle e brutte erbe ovvero degli umani, umani e disumani. Le margherite piacciono, si raccolgono, profumano, i rosolacci, una sorta di papaveri, invadono i campi e si strappano al tempo che si pulisce dalle erbacce il frumento cresciuto. Scotellaro conosceva bene le campagne della sua Tricarico e la fatica sanguigna dei contadini. Alla silloge è stato dato il titolo di una poesia di tre versi, che recita:
 
“Ragazzi passano per la campagna
suonano in bocca la fisarmonica
sono tante zanzare nell’aria fitta dell’estate”.
 
Il titolo “Margherite e rosolacci” può considerarsi un verso, fuori dai tre versi.
La poesia risale al 1947 e - si sa dalle note al libro - è autografa in un foglio che registra, fra l’altro, un appunto di quella da data.
 
Tante poesie della silloge sono datate, tante non datate, ma si fanno risalire ad una data quasi certa. C’ una poesia datata che reca il luogo e la data di dicembre 1947. Si può nettamente capire che l’autore era in viaggio verso l’alto del Paese, sul treno, da Trento a Bolzano. Un suo ritorno a Trento, dove dal 1940 al 1941 aveva conseguito la maturità classica ed era iniziata per lui una formazione culturale e politica, che poi, con più preparazione, potrà esprimere nella sua terra, che all’età di ventitré anni lo vedrà primo cittadino di Tricarico. La poesia prende titolo “L’Adige scroscia”. Recita:
 
“Hai visto per le montagne trentine
gioca il vento le sue rapine
sugli uomini che parlano quieti
sotto i campanili.
Le strade sono lacere ferite.
l’Adige scroscia qua dalla barriera.
Questa è la terra straniera
dei monaci bianchi
che sono i monti di neve.
Qui può stancarsi la melanconia
perché mi sono disperso e il mio grido
s’agghiaccia nella gabbia della funivia”.
 
Scotellaro resta un poeta nel panorama delle nostre lettere italiane, al pari dei suoi corregionali, nati un po’ prima, Leonardo Sinisgalli e Albino Pierro. Le sue pagine, alla luce del tempo, hanno consentito nuove occasioni di lettura e di interpretazioni e non sono rimaste circoscritte a quel movimento neorealista e “alle ragioni civili e politiche di un meridionalismo appassionato”, secondo Rossi-Doria.
I rapporti con la poesia di Scotellaro si sono rivelati più intensi, non solo con la poesia in lingua ma anche con quella nel suo dialetto di Tricarico. Si può così rilevare un’aria surreale, di favola, di folclore, di idilli e di patimenti, quelli di sempre, dell’autore e di tutti i mortali.
 
E qui cinque versi della poesia “A Roma il 1948”. Il poeta ferma sulla carta:
 
“ Sono venuto a sentire gli uccelli
nelle gabbie delle vetrine.
Rivolto tazze di caffè per darmi pazienza.
Città, si può morire
in un finto giardino di begonie”.
 
E, per concludere, non vanno dimenticati, in nome di Scotellaro, i recenti ed appassionati interessi di studi di Maria Cera. Che, fra l’altro, ha richiamato dal tempo remoto la poetessa lucana Isabella Morra, di Favale, oggi Valsinni, Matera. Una poetessa del 1500, famosa per le sue vicende, tragiche, le cui rime, dal tono petrarchesco, sanno di malinconia e di meditazioni.



Mercoledì 10 Dicembre,2014 Ore: 16:40
 
 
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