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www.ildialogo.org PER ROBERTO MORGANTE,di Sebastiano Saglimbeni

PER ROBERTO MORGANTE

di Sebastiano Saglimbeni

Roberto Morgante mi ha voluto parlare in un Caffè veronese della sua storia di uomo e di medico. Ho accettato che me ne parlasse in un luogo del genere, perché prediligo i Caffè come i luoghi dove si trascorrono ore diverse da quelle intra moenia. Per questo, in un mio agile libro, che ho intitolato Mal di Caffè, ho scritto dei Caffè che si frequentano e del caffè che si beve.
Nei Caffè, un tempo si ritrovava certa magia. C’è stato, ad esempio, chi l’ha sperimentata in un Caffè di Palermo come ispirazione, che gli ha fatto realizzare un grande romanzo. Voglio dire di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, di cui tanti hanno letto il suo romanzo Il gattopardo ch’egli non vide, mentre in vita, pubblicato, in quanto degli editori glielo avevano rifiutato.
Nei Caffè s’incontravano di più i letterati, i pittori, i poeti, gli attori, la gente della lirica e la gente di varia estrazione sociale. E si ascoltava, ci si confrontava e si apprendeva. Frequenta, nonostante certa crisi, ancora i Caffè tanta gente, giovane e carica di tempo. Carica di tempo come chi questa nota redige e come Roberto Morgante, una bella figura di Verona, della classe 1930, da anni in quiescenza dopo un lungo magistero professionale, durato 38 anni, di medico, specialista in neuropsichiatria, esercitata sempre nell’Ospedale di Borgo Trento con i professori Angelini, Poppi e Montanari.
Suggestivo il ricordo di questo emerito medico, che fu tanto prossimo ai suoi pazienti, soprattutto, a quelli umili. Dal suo memoriale, che apre con eleganza linguistica, rievoca i nomi di parecchi uomini dello spettacolo che ha conosciuto. Fra questi, che ha pure ospitato nella sua casa, sull’Adige, in via Ponte Pietra, n.14, Dario Fo e la sua consorte Franca Rame, Carlo D’Apporto e Paolo Poli..
Roberto Morgante conosce tre lingue, il francese, l’inglese e il tedesco. Ha potuto approfondire la lingua tedesca durante un anno trascorso in Germania, affascinato dal pensiero dei filosofi Fichte, Schelling, Hegel e degli scrittori, Goethe, Hölderling e Rilke.
C’è pure un Roberto Morgante con la passione del giornalismo. Ed ha scritto, non poco, in modo chiaro e semplice. I suoi servizi sono stati letti sui quotidiani, come L’Arena, Il Giornale di Vicenza, il Corriere della Sera, La Stampa, sui settimanali Oggi, e Grazia. Più specifici quelli apparsi su Civiltà del Bene, Il Fracastoro e Minerva Medica.
Con una dose di rimpianto, Roberto Morgante ricorda il suo inizio di autore di collaborazioni su L’Arena. Si era rivolto al giornalista Silvio Bertoldi, che poi, come Giulio Nascimbeni, si trasferirà a Milano, dove pubblicherà saggi di storia contemporanea.
Roberto Morgante ricorda che aveva spedito alcuni suoi articoli a Bertoldi perché li pubblicasse sul quotidiano scaligero. Non videro mai la luce. Accadde che in quel tempo in Verona era stato invitato un grande medico canadese, Hans Selye, per parlare, per la prima volta, sulla teoria dello stress. Bertoldi non aveva, in quella circostanza, collaboratori scientifici per una nota su quell’ospite famoso. Così, fortuna volle, che dovette rivolgersi a Roberto Morgante. Che, per quell’incarico, sperimentò una certa dose di paura folle. Comunque, scrisse sull’evento il suo testo. Che venne editato. Roberto Morgante, inaspettatamente, ricevette le congratulazioni dell’allora direttore de L’Arena, Galata, e un assegno di 25.000 lire. Una ricchezza, più che materiale, morale.
Ho chiesto a Roberto Morgante di esprimermi un suo giudizio sul reparto di neurologia, dove aveva lavorato. Ha risposto che, in vero, è il reparto tra i migliori d’Italia. Pure ha voluto esprimere una sua lode all’attuale neurologo Paolo Bovi. Roberto Morgante, tra le figure di grande prestigio a Verona, ricorda Licisco Magagnato, saggista d’arte.
A Roberto Morgante, la vita di uomo in quiescenza non trascorre duramente e, come tale, non lo tedia, perché legge libri di letteratura contemporanea, di storia e libri scientifici. Ma c’è un lasso di tempo che gli è assai godibile. Ѐ il lasso di tempo di alcune mattine trascorse al Caffè, dove incontra uomini del suo tempo. Tra questi, Gianbattista Ceni, che ogni tanto cura allegre occasioni di incontri nella sua casa, dove, in luogo del caffè, si beve del vino ottimo. Perché, come dicevano i latini, Vinum vita est.
Alla mia domanda, se oggi il fronte tanto intenso dei giovani senza lavoro riuscirà ad avere un futuro, Roberto Morgante risponde con amarezza ed incertezza, complici le guerre che imperversano e le conseguenti tragedie che oscurano le società umane sul pianeta terra.
Infine, si diceva prima delle collaborazioni sulla stampa di Roberto Morgante. Sarebbe una lodevole impresa se egli costituisse una scelta di queste e le ripubblicasse. Avremmo un titolo, una fonte di quanto è stato scritto, qualche tempo fa, sulla medicina.



Martedì 14 Ottobre,2014 Ore: 12:08
 
 
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