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www.ildialogo.org L’ ARTIGIANO LO SCONOSCIUTO AL FESTVAL DELLA FILOSOFIA,di Beppe Manni

L’ ARTIGIANO LO SCONOSCIUTO AL FESTVAL DELLA FILOSOFIA

di Beppe Manni

Gazzetta di Modena - 23 settembre 2017
Argomento del Festival della Filosofia del 2017 era le “Arti”. I relatori hanno disquisito su moda, oggetti ricordo, cinema, musei, creatività, manufatti di alta qualità. Si è parlato anche di lavoro e di Homo faber. Speravo che almeno in questa lezione Galimberti parlasse di artigiano e di artigianato. Ma ha dissertato solo su etica e tecnologia.
Arte etimologicamente significa abilità nel produrre un oggetto. E' vero che oggi la tecnologia avanzatissima, ci fa dimenticare chi era l'artigiano e sta cancellando il lavoro manuale. Modena ha inventato il primo villaggio artigiano d’Italia nel 1951: ospitò lavoratori del ferro, del legno, della tipografia, del tessile che attraverso piccoli laboratori, grande intelligenza, esperienza e manualità fondarono le principali industrie meccaniche della provincia.
Al Festival fatto a Modena la capitale dell'artigianato meccanico, non si è accennato a questo. Nessun artigiano è stato chiamato a parlare della sua esperienza. Gli illustri relatori mentre parlavano all’ombra della cattedrale di Lanfranco, non si sono ricordati delle memorie di pietra che Wiligelmo ha fissato sulla facciata e sulle pareti del Duomo dove è rappresentato lo scalpellinio-scultore, il fabbro-fonditore, il falegname-intagliatore, il muratore-affrescatore. O nella Porta di Pescheria che racconta il lavoro sapiente del contadino che semina, che vinifica, che concia il maiale. Nemmeno il buon Bianchi che parlava della genesi, si è ricordato di Wiligelmo e del lavoro di Adamo e Eva.
L'artigiano è un artista: ha ereditato tecniche e conoscenze dalle antiche botteghe, ha fantasia, inventa e costruisce cose utili e belle. Gli oggetti che creava l’artigiano erano costruiti a regola d’arte rispondevano alla necessità dell’uso, ma anche a canoni estetici. Un buon manufatto era sempre anche bello. L’Artigiano trovava soluzioni originali amava sorprendere il cliente e il suo pubblico. Il suo lavoro non era fine a se stesso come un ragionamento filosofico, un quadro o una poesia. L’artigiano sa usare le mani e il cervello, trova soluzioni pratiche. Se vogliamo citare i filosofi, l’homo habilis è il vero continuatore della creazione che trasforma la materia dando forma alle idee.
Le sue capacità ci permettono di vivere bene. Lo sperimentiamo quando si rompe un tubo, rimaniamo al buio, cade uno sportello della cucina o rimaniamo a piedi sull'autostrada. O se tentiamo di curare un piccolo orto domestico; oppure rattoppare uno strappo e cucinare un avanzo. E' vero che oggi tutto viene pre-costruito e ci viene venduto già confezionato.
L'uomo è diventato homo sapiens attraverso le mani: si è distinto dall’animale diventando prima homo faber; senza l'uso delle mani l'uomo è destinato a regredire ad uno stadio di stupidità intellettuale e di dipendenza dalle macchine computerizzate. I nostri bambini ad esempio regalati di oggetti elettronici, libri parlanti, chiusi in casa davanti al blu elettrico dello schermo, sono destinati a non sviluppare una intelligenza completa.
Oggi il lavoro e l'abilità manuale è relegata all’hobbistica; si stanno perdendo secoli di esperienza trasmessa nelle mille botteghe artigiane del passato.
Nelle riforme del lavoro si potrebbe contemplare grazie alle ore liberate dalle macchine, come lasciava intravvedere Bodei, un nuovo tempo per l’artigianato “tradizionale”.
Per costruire di nuovo dei ‘manufatti’, i ‘fatti dalla mano’.



Sabato 07 Ottobre,2017 Ore: 18:07
 
 
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