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www.ildialogo.org ANTONIO GRAMSCI ALLA FONDAZIONE CORRENTE DI MILANO,di Sebastiano Saglimbeni

ANTONIO GRAMSCI ALLA FONDAZIONE CORRENTE DI MILANO

di Sebastiano Saglimbeni

La copiosa scrittura di Antonio Gramsci, ogni qualvolta che viene discussa, suscita riflessioni, dibattiti, non esclusa la convinzione - da parte di non pochi che prediligono il valore delle lettere -, di una grande forza espressiva destinata a durare nel tempo e a riscuotere interessi di studi critici. Redatta in un carcere del regime fascista viene oggi riproposta nel nostro Paese poco fervido di ideali, senza una sinistra resistenziale, senza il Partito comunista, ancorché alcuni, orgogliosamente, tentino di ricostruire. Il 17 gennaio, alle ore 16.30, nella sede della Fondazione Corrente di Milano, via C. Porta, n.6, si parlerà di quell’uomo che nacque in Sardegna 1891 e si completò culturalmente nel capoluogo piemontese. Una volta assurto a parlamentare, venne fatto arrestare a Roma dal regime la sera dell’8 novembre del 1926. In questo medesimo anno e giorno venne pure fatto arrestare a Messina il parlamentare siciliano Francesco Lo Sardo che morirà nel maggio del 1931 nel carcere di Poggioreale, dove era stato trasferito, distrutto, da Turi di Bari. Due isolani – mi si consenta che lo ricordi – temibili nemici del duce fra i 21 eletti nel 1924 nella lista Pcd’I.
Un insigne docente, Marzio Zanantoni, sarà colui che parlerà di Gramsci e discuterà, soprattutto, dell’opera Quaderni del carcere, il cui materiale, è stato scritto, venne ordinato in sei volumi. Indovinata la scelta della prestigiosa sede Fondazione Corrente, che dal 1978, data della nascita, grazie all’instancabile e indimenticabile artista Ernesto Treccani, alla sua combattiva compagna Lidia De Grada e ad altri, poeti, scrittori ed artisti, può invero vantare molti eventi di varia cultura. Dal discorso di Zanantoni emergerà certamente il valore storico e culturale della sopraddetta opera, che resta, assieme alle Lettere del carcere, un capolavoro, editato nel nostro Paese da Giulio Einaudi. Tre punti saranno sviluppati; vale a dire: “Quando vengono scritti i Quaderni, quanti sono i Quaderni, perché Gramsci scrive i Quaderni”.
Può valere, data questa circostanza, ricordare che nel I volume dell’edizione einaudiana del 1975, il valoroso curatore Valentino Gerratana, a pagina XXVII, riporta un tratto di una delle missive di Gramsci. In questa, il condannato a 20 anni di carcere, scriveva: “Sono giunto a un punto tale che le mie forze di resistenza stanno per crollare completamente, non so con quali conseguenze”. Lo scriveva, l’uomo tanto offeso, all’amabilissima cognata Tania il 29 agosto del 1932. Da 6 anni era in prigione, dove incominciava a ravvisare una “frenesia nevrastenica”, che un anno dopo, si manifesterà con deliqui e stati di allucinazione. Detto, questo, per non scordare in quale stato si era generato quel dovizioso pensiero scritto di un condannato. Una sorta, si può scrivere, di efficace terapia, tutta la copiosa scrittura, dettata da una ferrea volontà, capace di fare esistere un uomo distrutto e di consegnarlo alle future generazioni.
Sia le sue Lettere, sia i Quaderni, restano un capolavoro. Se n’è parlato e scritto tanto, se ne parlerà ancora. Sicuramente, il 17 gennaio, Zanantoni contribuirà a farci conoscere dell’altro, del nuovo, su quell’uomo politico e scrittore che in tanti abbiamo amato ed ameremo. Lo ameranno altre generazioni future? Si spera di sì.



Giovedì 05 Gennaio,2017 Ore: 22:06
 
 
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