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www.ildialogo.org Il nuovo museo della guerra bianca, Conduzione di Fabio Fogliaresi, documenti di Walter Belotti, John Ceruti, Marco Ghizzoni, Antonio Trotti.,di Carlo Castellini

Il nuovo museo della guerra bianca, Conduzione di Fabio Fogliaresi, documenti di Walter Belotti, John Ceruti, Marco Ghizzoni, Antonio Trotti.

di Carlo Castellini

Indisposta ALESSIA, che aveva ideato il programma turistico, culturale della gita dei soci della Coop del 21 Giugno scorso, aveva preso in mano le redini del coordinamento GABRIELLA BIGNOTTI, la decana del comitato direttivo dei soci coop, che con la sua esperienza collaudata ha condotto a termine nei termini e modalità previsti gli impegni assunti in precedenza.

E' stata a detta di tutti una gita significativa e partecipata quella effettuata alla visita del MUSEO DELLA GUERRA BIANCA DI TEMU', splendido paesino della Valcamomonica in provincia di Brescia, olezzante di fiori e di abetaie e arricchita dda ipianti sciistici.
Uno brillante e motivato giovane operatore FABIO FOGLIARESI, ci conduce per mano nei vari settori, i cui è stato diviso il Museo ed apre alle nostre menti, una cinquantina di persone adulte, e ci introduce alla conoscneza e all'analisi combinata dei vari reperti bellici trovati, e raccolti in alta montagna, collegandoli a momenti di vita, di guerra e di quotidianità dell'epoca e della situazione.
Lo scritto che mi ha lasciato FABIO, quale ricordo documentato e elaborato porta il titolo IL NUOVO MUSEO DELLA GUERRA BIANCA, a cura della Commissione tecnico-scientifica WALTER BELOTTI, JOHN CERUTI, MARCO GHIZZONI, ANTONIO TROTTI, nomi di esperti che documentano in maniera adeguata, le immagini che avremmo visto subito dopo la visita guidata ai reperti bellici, bene sposti ed illustrati nelle varie vetrine del percorso didattico pensato e preordinato. Sul foglio illustrativo, per introdurre i visitatori al tema in questione, viene spiegata brevemente una premessa storica generale per far comprendere come la guerra sia salita ad alte quote.
“Dopo un anno di neutralità, venendo meno al patto di alleanza sottoscritto nel 1882, il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Impero Austro-ungarico. L'insensatezza del conflitto portò i rispettivi esserciti a insediarsi e combattere – per quasi quattro anni, sino al 3 Novembre 1918 – fin sulle più alte creste dei massicci dell'Ortles-Cevedale e dell'Adamello-Presanella, luoghi che, fino ad allora, erano stati frrequentati solo da rari alpinisti ed esploratori”.
Migliaia di soldati italiani ed austriaci furono costretti ad affrontare immani difficoltà per sopravvivere e per combattere, in estate come in inverno, a quote spesso superiori a 3.000 metri. I più duri e temibili nemici non furono i soldati avversari, bensì l'asperità dei monti, il freddo intenso, il vento, il ghiaccio, e la neve; quando il gelo era mitigato da un po' di tepore, alle abbondanti nevicate conseguivano terribili e micidiali valanghe.
L'asprezza dei luoghi rese ogni trasporto un'immensa fatica; ogni uomo e ogni oggetto necessario alla sua esistenza e al combattimento, dovette risalire le valli e i fianchi delle montagne. E così si muovevano, dal basso veso l'alto, le tavole e le putrelle d'acciaio per la costruzione dei ricoveri, i viveri, la legna da ardere, le armi leggere e l'artiglieria con con le loro munizioni, gli equipaggiamenti, il vino e persino l'acqua; ogni cosa costava enormi sacrifici..
Le sterminate carneficine della guerra di pianura erano lontane, ma tra gli uomini che vi presero parte, invero poche migliaia, anche la GUERRA BIANCA, ebbe il suo trofeo di morte e sofferenza. Il fronte d'alta quota, per la grande difficoltà di stanziare e muovere uomini e mezzi in montagna, fu decisamente marginale nel contesto della Grande Guerra.
Ciò non ostante sulle motagne dell'Alta Valtellina e della Valle Camonica furono combattute diverse battaglie aventi quale obbiettivo, per entrambe i contendenti, il dominio dei Valichi del TONALE E DELLO STELVIO, e l'apertura delle didrettrici di transito verso la Lombardia, per gli austro-ungarici, e in direzione del TIROLO, per gli Italiani.
Per questo nell'impossibilità di superare direttamente le difese organizzate sui due Passi, furono svolte diverse azioni nelle aree glaciali e i massicci montuosi dell'ADAMELLO-PRESANELLA e nell'ORTLES-CEVEDALE. Data la natura particolarmente difficile dell'ambiente glaciale, le azioni furono caratterizzate da grandi sforzi di preparazione logistica, con il trasporto in quota di grandi quantità di equipaggiamento, artiglieri e munizioni, sebbene poi siano state svolte da reparti combattenti molto piccoli, soprattutto rispetto a quelli impegnati nelle battaglie del fronte di pianura: le azioni più impegnative furono anzi, affidate a piccole pattuglie formate addirittura da pochi uomini.
Le battaglie più importanti videro il coinvolgimento di poche centinaia o, al più, migliaia di soldati, obbligati ad agire anche alle quote più elevate; si ricordano le azioni sulle distese glaciali di CONCA PRESENA (a quote tra i 2.500 e i 3.000 m s.l.m.), le battaglie delle VEDRETTE DEL MANDRONE E DELLA LOBBIA (tra 3.000 E 3.400 M), e le azioni del CORNO DI CAVENTO (3.402), del MONTE CRISTALLO (3.434 M), di PUNTA TUCKETT (3.469 M). di CIMA DI TRAFOI (m. 3.559) e del Monte SAN MATTEO (3.678 m): quest'ultima cima fu teatro delle azioni organiche combattute alla quota più elevata di tutta la Grande Guerra. Oltre a queste a azioni importanti, le vicende di guerra del fronte d'alta quota, sono costellate da una lunga serie di scontri tra pattuglie e costanti bombardamenti d'artiglieria ma non vanno dimenticati gli immani sforzi fatti per presidiare con reparti armati e artiglierie, tutte le vette e le creste esistenti tira il PASSO DELLO STELVIO E LA VALLE DEL CAFFARO. Il record assoluto spetta ai reparti austriaci che presidiarono costantemente la vetta dell'ORTLES, a 3.905 metri, piazzandovi persino pezzi d'artiglieria di montagna.
Ma come è perchè è nato il MUSEO DELLA GUERRA BIANCA?
R. Con lo spirito di “non dimenticare” le vicende storiche sopra descritte, nel 1974 nasce a TEMU' (BRESCIA) IL MUSEO DELLA GUERRA BIANCA IN ADAMELLO. Da allora il Museo, si dedica alla conservazione ed alla valorizzazione del patrimonio storico-militare della Grande Guerra in Lombardia.
Quali idee progettuali vi hanno guidato in questa costruzione?
R. Due considerazioni fondamentali guidano l'impostazione delle attività svolte dal Museo: 1. la nostra storia ed i beni che essa ci ha lasciato in eredità sono irrinunciabili beni della società: il Patrimonio storico e culturale, unico, deteriorabile e non rinnovabile, è infatti il fondamenbto su cui si costituisce l'entità culturale di un territorio; il Museo deve dunque fare sì che il patrimonio sia percepito e riconosciuto da tutti come valore sociale da tutelare e rispettare, poiché oggi più che mai, la sua corretta conservazione e valorizzazione può rivelarsi un 'inesauribile fonte di progresso culturale e di sviluppo economico.
Oggi ha senso parlare di Museo solo come struttura integrata con il territorio e le istituzioni, una struttura nella quale possa confluire l'intero patrimonio di risorse culturali, materiali, umane e strutturali che il territorio mette a disposizione, al fine di una loro razionale ottimizzazione ed equa gestione.
Mi suona nuuova questa idea di Museo come struttura integrata......ancora qualche parola.
R. L'attività del Museo consiste nel censimento, recupero, catalogazione, classificazione, conservazione e valorizzazione di beni storico- militari, siano essi mobili (oggetti, reperti, beni archivistici, manoscritti, documenti stampati, fotografici e cinematografici, ecc.), oppure immobili (fortificazioni e manufatti militari permanenti e campali, strade e sentieri militari, cippi e iscrizioni, ecc.) esistenti sul territorio d'interesse o comunque provenienti da esso.
La vs specifica attività in che cosa consiste? Qualcosa hai già detto in generale...
R. L'attività del museo, attraverso il lavoro volontario e professionale di decine di soci,operatori interni e collaboratori esterni,e attraveso il partenariato con numerose istituzioni pubbliche e private, si svolge sull'intero territorio lombardo e, in particolare, due vaste aree rivestono un particolare interesse culturale per la ricchezza di beni storico-militari in esse presenti:
a) Il territorio del Fronte della GUERRA BIANCA, ed il territorio della FRONTIERA NORD. Ricco di testimonianze dei combattimenti e opere campali è il tratto di fronte esteso per circa 170 km dal Passo dello Stelvio al Lago di Garda: questo fu il teatro di combattimento più elevato di tutto il fronte della Prima Guerra Mondiale, e qui dove la neve e il ghiaccio erano l'elemento dominante del paesaggio, la guerra prese il nome di GUERRA BIANCA.
b) Ricco di strade militari e opere difensive permanenti ed in caverna è il territorio compreso tra il Lago Maggiore e il passo dello Stelvio, dove venne realizzata la FRONTIERA NORD, il sistema difensivo esteso per 220 km posto a guardia del lungo confine tra Lombardia e Svizzera.
Ma quali sono le linee ispiratrici per la costruzione di un nuovo Museo della Guerra Bianca?
R. “Dal luglio 2011 è aperta al pubblico la nuova sede espositiva di Temù: qui sono esposte molte centinaia di oggetti recuperati direttamente sul terreno, presentati con testi e immagini storiche aiutano il visitatore a comprendere gli elementi più caratteristici della Guerra vissuta e combattuta in alta quota: il muoversi e l'abitare, la sopravvivenza la clima, l'uso delle armi, dell'artiglieria, dei sitemi di trasporto e delle diverse attrezzature per la montagna, la vita di trincea, in condizioni estreme, la sofferenza e infine, la morte.
Ma qual è il vs specifico in questo è progetto di costruzione che vi distingue?
R. “Alla base della realizzazione del nuovo stabile e del nuovo percorso espositivo c'è uno specifico è progetto scientifico sviluppato dalla Commissione Tecnico-Scientifica del Museo, si aper valorizzare al meglio le peculiarità delle collezioni del Musaeo; sia per soddisfare gli standard di qualità regionali e ministeriali relativi ai servizi museali, in particolare “L'ATTO DI INDIRIZZO SUI CRITERI TECNICO-SCIENTIFICI E SUGLI STANDARD DI FUNZIONAMENTO E SVILUPPO DEI MUSEI” (D.Lgs. N. 112/98, ART. 15O, Comma 6 del Ministero per i Beni e le attività culturali).
Allora la vostra missione specifica come si configura?
R. La missione specifica cui tende il progetto scientifico del nuovo allestimento consiste nella valorizzazione degli elementi caratteristici della Guerra Bianca, “guerra di uomini, animali e materiali, combattuta per quattro anni sulle più alte quote di tutti i fronti della Prima Guerra Mondiale”. Tale assunto di base è stato il criterio informatore delle innumerevoli scelte fatte nel corso dell'attività progettuale sia per quanto riguarda il percorso espositivo sia per l'organizzazione della nuova struttura operativa.
Singolare mi sembra anche questo percorso di visita al museo: è vero?
R. “La presentazione al pubblico di beni musealizzati non può prescindere dallo studio approfondito del loro contesto originario. Anche alla luce delle espperienze espositive innovative di altri musei storici europei, il percorso di visita è stato realizzato in modo che risulti didatticamente coinvolgente nell'ambito di un corretto rapporto spazi-immagini-suoni: esso deve infatti facilitare al visitatore la comprensione delle valenze associate agli oggetti senza distorcerne la realtà in rappresentazioni coreografiche troppo spinte. A questo è stata associata la necessità e imprescindibile della corretta conservazione dei beni attraverso opportuni sistemi di sicurezza e di controllo ambientale.
In conclusione che cosa offre la nuova sede del Museo della Guerra Bianca?
R. “La nuova sede offre.
  • un'esposizione museale permanente siluppata secondo i massimi criteri di qualità dedicata alla Guerra Bianca;
  • un'ampia sala per le esposizioni temporanee e per il collegamento tra l'esposizione museale permanente e il patrimonio diffuso sul territorio della Lombardia;
  • una biblioteca archivio specilizzata sul patrimonio e sulla storia della grande guerra in Lombardia; con sala di consultazione;
  • un'aula didattica per lo svolgimento di laboratori e altre attività con le scuole e per il supporto alle attività di formazione interna ed esterna;
  • una sala conferenze da 99 posti per lo svolgimento di conferenze, video-proiezioni, seminari, attività di formazione interna ed esterna e attività per le scuole;
  • un book-shop dedicato alla vendita di libri e prodotti multimediali relativi alla storia della Guerra Bianca, al patrimonio storico-militare della Lombardia e al parimonio ambientale, culturale e paesaggistico di Valle Camonica e Valtellina;
  • una reception per l'accoglienza dei visitatori del Museo destinata a funzionare anche dafront-Office ed, eventualmente, da punto informtaivo per le realtà degli enti Parco presenti sul territorio.
La visita è terminata, non è stata la solita pizza, ma siamo stati coinvolti: ora il bravo pilota ALFREDO, del Gruppo LA VALLE, che viaggia per il mondo, ma si destreggia bene anche sulle strade strette della Valcamonica, ci conduce al Bar Ristorante Hostaria LA CORTE DI BACCO. Personale e vivande sono sati all'altezza della situazione. Qui la cultura storica si è sciolta e abbinata ad una cultura culinaria di alta eccellenza di marca lombarda e camuna in specie. (CARLO CASTELLINI).



Mercoledì 01 Luglio,2015 Ore: 18:24
 
 
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