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www.ildialogo.org LIBRERIA CON CAFFE’ ED ALTRO,di Sebastiano Saglimbeni

LIBRERIA CON CAFFE’ ED ALTRO

di Sebastiano Saglimbeni

Una premessa. Si sa, fra l’altro di tanto inquietante, che nelle grandi e piccole comunità del nostro Paese non si fermano le involontarie serrate delle librerie, i luoghi, nei quali, acquistando un’opera, si può ricevere con “la lettura un aiuto”, come scriveva in tempi remoti il filosofo Seneca a Lucilio. Diverse le cause delle serrate delle librerie. Una, come esempio, riguarda l’occupazione del libro in luoghi che non possono chiamarsi librerie. Un libro, infatti, si può acquistare, oltre che nei supermercati, pure negli uffici postali. Nelle edicole si possono acquistare, a prezzi stracciati, le opere della collana Meridiani, le più curate, sotto ogni aspetto, della Mondadori, opere che contemplano il pensiero dei nostri grandi classici, antichi e moderni, e quelli stranieri. E tanti, che ancora leggono o, se non leggono, con poco, vogliono averle pure come pezzi ornativi in casa. Accade, conseguentemente, che nelle librerie si incrociano spesso le braccia e, ciononostante, c’è chi sa resistere, per essere, in nome del lavoro e della preziosità del libro di cui tanti vorrebbero essere autori per non passare per dei qualsiasi e invano su questa terra. Fine della premessa.
A Verona, alcune librerie hanno chiuso battenti. Fra quelle che sono rimaste attive, grandi, piccole, caratteristiche, frequentate, va guardata, ad esempio, Il Minotauro, in via Cappello, 35 /c.
In questa, di cui mi piace più soffermarmi, è stata ricavata un po’ di area per un Caffè e ristorazione. Si può, pertanto, entrare per godere qualche tratto di lettura dallo sfoglio di un’opera mentre si assorbe una bevanda o si fa colazione.
Ed uscirne, o con un libro o con il desiderio, ritornandovi, di acquistarlo.
Non solo a Verona un Caffè e una ristorazione nella grande libreria Feltrinelli, aperta da un paio d’anni, ma pure nella libreria Il Minotauro, in una via del centro storico molto popolata. Da quando questa, diversi anni fa, venne fondata continua a riscuotere notorietà e certa rinomanza. Il raffinato e ingegnoso fondatore, Pietro Gelatti, che promuoveva consistenti incontri letterari e presentazioni di opere, non c’è più. Da tre anni in questa libreria vita nuova che va ascritta a Franca Tosi, una formosa e solida lavoratrice. Ora sua questa area di vita e di lavoro, dove si possono leggere due quotidiani. Vi entrano degli anziani, più donne che uomini. Non manca il verde umano degli studenti universitari, che studiano e, seduti al Caffè, consumano. Acquistano qualche titolo usato, qualche classico e parecchie riviste. Franca Tosi, alla luce di un ventennio di chiara esperienza in questa libreria come lavoratrice, ha creduto fermamente ad un genere di lavoro molto delicato ed eseguito con costante pazienza.
E così con lei, la libreria Il Minotauro è mutata ab illa, ma sebbene i prodotti commestibili, che generano delle entrate, è rimasta il luogo della cosa scritta.
Certo, non è oro tutto quel luccica, perché anche se si lavora e si realizza certa economia, grazie ai prodotti commestibili, il libro, se non viene scelto dal lettore per il suo contenuto e per il suo linguaggio, rimane a giacere invenduto. Ma Franca Tosi, a prescindere da questo aspetto avverso, vorrebbe essere sempre una libraia nella sua, che ha saputo trasformare. Nella parte dei prodotti si notano allineate, come i libri, a guisa di pezzi di sculture multiple, delle bottiglie di vino, di varia qualità. Con il succo delle uve e con le scritture, si può recitare, con la lingua dei padri latini: “Vinum liberque vita sunt”.
Il libro, il libro. Che i nostri padri latini chiamavano “liber” o “volumen”. E se solo sentivano l’esigenza di sfogliarlo dicevano “librum evolvere” o “volumen explicare”.
Nell’immagine: la libreria Il Minotauro e Franca Tosi



Venerdì 30 Maggio,2014 Ore: 18:33
 
 
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