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www.ildialogo.org PAPA GIOVANNI, ANTONIO FOGAZZARO E LA MONTANINA DI VELO D’ASTICO,di Mario Pavan

PAPA GIOVANNI, ANTONIO FOGAZZARO E LA MONTANINA DI VELO D’ASTICO

di Mario Pavan

Papa Giovanni, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli , nativo di Sotto il Monte, paesino in provincia di Bergamo, veniva alla Montanina di Velo d’Astico, la villa liberty di Antonio Fogazzaro , che fu al centro di restauri e ristrutturazioni dopo il grande conflitto mondiale e scelta poi da mons. Francesco Galloni per l'opera da lui fondata, la famosa Pro Oriente dell’Annunciazione, in Bulgaria.
E in Bulgaria, nella sede di Sofia, fu nunzio apostolico, a suo tempo, pure il suo amico, mons. Roncalli ,che poi salirà al soglio di Pietro con il nome di Giovanni XXIII .
Amicizia ed ospitalità antiche nel segno della fraternità umile dei confratelli, dopo essere stati al fronte tra gli anni 1915 e 1918.Mons. Francesco Galloni sul Pasubio, tra gli alpini e decorato di tre medaglie, due d’argento e una di bronzo.
E alla Montanina di Velo, in provincia di Vicenza, quand’era patriarca a Venezia, negli Anni Cinquanta, il futuro papa Roncalli veniva, di tanto in tanto, ad ossigenarsi. Nel verde del paese di Velo, ai piedi del Salto del Granatiere, con il contorno dolce e ameno del Summano, del Pria Forà e del colletto di Velo.
Quasi un ponte tra il nostro vicentino Antonio Fogazzaro, colpito decenni prima dalla condanna ecclesiastica della messa all’indice dell’opera sua più riuscita sul piano della riflessione a tutto campo tra la letteratura e la problematica filosofica .
Il papa che lo condannò, nel lontano 1905, fu un veneto, santo tra l’altro, Pio X, di Riese, in provincia di Treviso.
Ma nulla avviene a caso. La Storia è maestra di vita e procede in passi di lenta giustizia.
E adesso possiamo dire che la Montanina di Velo, le passeggiate, la preghiera e la meditazione del futuro Giovanni XXIII, l’incontro riannodato con il sacerdote che aveva conosciuto ai tempi della Bulgaria e di cui aveva benedetto l’opera missionaria , fecero un primo miracolo o ,quanto meno, cominciarono a rompere il ghiaccio in un’ottusità di una Chiesa allora ancora ferma. Una Chiesa che continuava a procedere contro lo spettro che andava sotto il nome di modernismo. La corrente, ritenuta in maniera esagerata e spesso acritica , diabolica e che aveva pure fatto soffrire lo stesso Fogazzaro, vittima di essere un esponente di tale corrente di pensiero. Ma, forse i frutti del Concilio Ecumenico Vaticano II sbocciarono qui, in questa terra di collina, nelle intuizioni di un Antonio Fogazzaro profeta e poeta che Papa Giovanni cominciava a capire, nella sua rivoluzione copernicana di dare atto alla lettura dei segni dei tempi. In un mondo che era cambiato, dopo un'altra seconda guerra devastante e in un mondo diviso da inutili assoluti ideologici.
Di questi soggiorni-ritorni a Velo d’Astico del patriarca Roncalli, la Montanina è testimone, ancora oggi. Molti lati suggestivi parlano della sua presenza, i più anziani rimasti ricordano nei segreti dei loro cuori le sue passeggiate, le sue soste al parco, le preghiere recitate insieme con mons. Galloni, le sue sane abitudini frugali di prete ancorato alla fede e ai valori dell’essenzialità evangelica.
E tutto accadeva qui a Velo d’Astico.
Si può dire che fin da quei momenti ancora ben impressi in alcune religiose che hanno vissuto quei giorni di grazia, probabilmente già spirasse il vento dello Spirito del futuro annuncio del Concilio !
E che il mondo e anche la Chiesa con tutte le altre Chiese sorelle non sarebbero stati più gli stessi. E fu davvero così…ora papa Giovanni è santo, il generoso angelo del Pasubio mons. Francesco Galloni riposa alla Montanina e Antonio Fogazzaro, esempio di un laicato avanzato, è più che mai vivo. E comincia anche nelle scuole ad essere letto.
Ben oltre i suoi romanzi: nel suo impegno concreto di quella congiunzione autenticamente evangelica tra fede e opere.
Mario Pavan, Vicenza.



Sabato 18 Gennaio,2014 Ore: 19:03
 
 
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