- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (412) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org LE COMETE PORTANO SFORTUNA… O NO?,di Daniela Zini

Va sfatata la leggenda che i corpi celesti dalla lunga coda preannuncino, sempre, apocalittiche sciagure.  
LE COMETE PORTANO SFORTUNA… O NO?

di Daniela Zini

Adorazione dei Magi [1481-1482] - Leonardo Da Vinci [1452-1519]

Le comete sono, infatti, apparse prima di memorabili fausti eventi.

Sotto il loro influsso, ebbero inizio l’era della meccanica, l’applicazione pratica del vapore a scopo industriale, l’epoca dei trasporti ferroviari e si produssero altre determinanti svolte del progresso, quali la vulcanizzazione della gomma da parte dell’inventore statunitense Charles Goodyear, l’avvento dell’elettricità e dell’elettronica.

a Giovanni Sarubbi e agli Amici-Colleghi della redazione de IL DIALOGO

Un grazie di cuore per ogni momento fantastico trascorso insieme.

Daniela

di

Daniela Zini

Durante il Medioevo le comete furono considerate annunciatrici di ogni sventura, dalla peste alle invasioni, dal crollo dei troni alle alluvioni, alle carestie, alle prolungate siccità. Quando al notturno orizzonte se ne affacciava una, il popolo – e non soltanto il popolo – correva con il pensiero alla fine del mondo: i santuari si riempivano di pellegrini carichi di doni e salmodianti nel parossismo del terrore.

Astronomi e filosofi hanno tentato, attraverso il tempo, di identificare la natura di questi portentosi “pianeti”, che pianeti non erano.

Aristotele li credette evaporazioni salite dalla terra e condensate dal calore del sole.

Seneca, il grande Seneca, vide più giusto:

Si alzerà, un giorno, un uomo,”,

scrisse,

che dimostrerà in quale punto dei cieli le comete inizino il loro cammino, perché percorrano rotte così lontane dagli altri pianeti, quae sia la loro natura e la loro dimensione…”

Disgraziatamente, l’astronomia europea rinnegò tale principio, brancolando, per secoli, tra le più bizzarre interpretazioni, con, in primis, quella delle emanazioni atmosferiche consolidate dal calore solare, sebbene fosse contraddetta dal fatto che le comete partecipano al moto quotidiano astrale, sorgendo all’orizzonte e tramontando, tali quali le stelle.

Fino al XVI secolo, chiunque desiderasse accedere a interpretazioni meno assurde doveva ricorrere alla scienza dell’antica Cina; studiando gli annali del Celeste Impero si possono rintracciare i complicati andirivieni di comete nel cielo fino al III secolo a.C.

Soltanto nella seconda metà del 1500, infatti, il grande studioso danese Tÿcho Brahe [1546-1601] – astronomo lucidissimo [gli si deve, tra l’altro, la scoperta della Nova Stella nella costellazione di Cassiopea] e astrologo in titolo, dapprima a Copenaghen presso Federico II, quindi, a Praga, alla corte dell’imperatore Rodolfo II – accertò che le comete distavano da noi più della Luna, per conseguenza, andavano classificate nella schiera dei corpi celesti.

Fu Tÿcho Brahe, dunque, l’uomo preconizzato da Seneca…

Oggi, la moderna astrologia tende a vedere nelle comete una specie di riserve di forze prorompenti, nel senso che, con il loro apparire e il loro spostarsi attraverso il firmamento, agirebbero come la carica detonante di un ordigno a orologeria. Insomma, eventi memorabili, concernenti sia l’umanità intera, sia qualche individuo isolato – ma in alta posizione e potentissimo – prenderebbero l’abbrivo grazie proprio all’energia cometaria. Vale a dire, a esempio, che una guerra, già preparata dalle condizioni etniche e storiche di un dato Paese o governo, avrebbe maggior possibilità di scoppiare sotto l’influsso di una data cometa; ma vuole anche dire che tale influsso può provocare – o meglio rendere attuabili – le grandi innovazioni sociali, le riforme a vasta portata, le scoperte scientifiche, le vittorie e le sconfitte civiche.

Ci narra l’apostolo Matteo:

1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano: 2 ”Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo.” 3 All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5 Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6 E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà, infatti, un capo che pascerà il mio popolo, Israele.”

7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga a adorarlo.”
9 Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti, poi, in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro Paese.”

La cometa che guidò i Santi Baldassarre, Melchiorre e Gaspare, con i mistici doni dell’incenso, dell’oro e della mirra, fino alla culla del Redentore non apparteneva, tuttavia, al numero delle comete periodiche: in tale categoria va annoverata, invece, quella che ha preso nome dal suo scopritore, l’inglese Edmond Halley [1656-1742]. Era, già, apparsa molte altre volte, quando, nel 1682, Halley la riconobbe, la identificò e ne previde il ritorno – che si verificò con precisione – nel 1758. A dispetto di queste nozioni, quando, nel 1910, riapparve all’orizzonte, i popoli atterriti furono, ben presto, convinti che la terra – dovendo passare attraverso la sua immane coda – sarebbe stata colpita da esalazioni del “gas più terribile esistente”, il quale avrebbe, senza dubbio, annientato tutta l’umanità. Nulla di tutto questo si avverò; ma, come aveva predetto l’astrologia, la cometa in quelle circostanze annunciò un prossimo conflitto armato. E si ebbero vari episodi bellici in diverse parti del mondo, quali la nostra guerra in Libia, seguita, a breve distanza, dalla carneficina del 1914-1918.

Ma quanti allora, a eccezione, appunto, degli astrologi e degli astronomi, ricordarono che la medesima cometa aveva incoraggiato quasi un millennio prima, Guglielmo il Conquistatore per piantare i suoi vessilli in terra anglosassone?

A Roma, nel 64-65 d. C., la comparsa di una cometa fu prodromo della persecuzione di Nerone contro la nascente Cristianità. Gli annali cinesi ricordano il celeste fenomeno, l’agiografia cristiana ci tramanda le epistole in cui San Pietro, dopo aver parlato della terribile epurazione in corso, rivela di essere lui stesso nell’attesa della morte.

A Londra, nel 1664, l’avvento trascorse in un clima di terrore: l’attenzione del popolo e della nobiltà era calamitata dall’imminente comparsa di una gigantesca cometa. La vigilia di Natale, finita la cena, Carlo II si fece portare il cannocchiale e restò fino all’alba a contemplare il cielo.

Ho veduto, questa sera, la stella cometa”,

scrisse, poi, Samuel Pepys [1633-1703], nel suo diario,

ma temo sia troppo lontana. Non so perché, manca di coda e differisce dalle altre stelle solo perché è più opaca e più grande. Si è levata all’ora del tramonto; il mattino, era arrivata in tutt’altro punto del firmamento. Spero di poterla meglio osservare in una notte più limpida…”

Il panico popolare non era provocato soltanto dalla cometa: molto tempo prima del suo affacciarsi all’orizzonte, William Lilly [1602-1681], l’astrologo principe del secolo, aveva previsto in Astrological Judgements, catastrofi terribili per il 1665 e il 1666, basandosi sull’esame delle configurazioni astrali per quel periodo, in specie di Saturno, considerato allora il “Grande Malefico”, poiché non si conoscevano ancora né Nettuno, né Urano, né Plutone e tanto meno i calamitosi pianeti transplutoniani!

Febbri strane e degeneranti in frenesie e follie.”,

aveva predetto Lilly,

Epidemie, pestilenze. Fuoco. Aria Corrotta. Venti apportatori di contagio.”

Come tutti sanno, Londra, nel 1664, fu visitata dalla “Morte Nera” e, nel 1665, vide distrutti dal fuoco quattro quinti dei suoi edifici.

Assai più benigna, la straordinaria cometa dalla coda sestupla, che si presentò nel 1774: il 5 settembre, a Filadelfia, il Congresso Americano dibatteva, per la prima volta, la possibilità e l’opportunità di creare una Nazione autonoma, sottraendosi al giogo coloniale imposto dalla “madre-patria”, l’Inghilterra. E, mentre i sudditi di oltremare della Corona Britannica meditavano sulla prossima riscossa, una grande innovazione sopravveniva a sollevare gli uomini di tutto il mondo dalla schiacciante fatica manuale: aveva inizio l’era della meccanica, con la messa in azione dei primi telai automatici.

La memorabile cometa del 1769 salutò insieme la nascita di un bimbo corso dal nome di Napoleone Bonaparte e l’applicazione pratica del vapore a scopi industriali. Fu in quell’anno, infatti, che James Watt [1736-1819] ottenne il brevetto per la sua rivoluzionaria invenzione; nel 1812, un’altra cometa segnò la sconfitta, in Russia, di Bonaparte e la rivolta operaia contro le macchine in Gran Bretagna: tra rottami, macerie, lutti, officine date alle fiamme, la collera degli uomini passò e si spense. Durante quel medesimo periodo, tuttavia, Robert Fulton [1765-1815] costruiva il primo vascello da guerra a propulsione a vapore: dovremo, quindi, dedurne che la cometa del 1812 influisse, particolarmente, sulle cose attinenti alla guerra; mentre, nel 1825, in concomitanza con la comparsa di una luminosa cometa, George Stephenson [1781-1848] apriva l’epoca dei trasporti ferroviari, inaugurando una breve strada ferrata da Stockton a Darlington.

Il passaggio di una cometa, nel 1843, accompagnò la richiesta di un brevetto per la vulcanizzazione della gomma, fino allora usata soltanto per cancellare, da parte dell’inventore statunitense Charles Goodyear [1800-1860].

Nell’anno 1879, sotto l’influenza della medesima cometa, videro la luce Albert Einstein [1879 – 1955] e Joseph Vissarionovich Stalin [1879-1953] [1]: nato in Pesci il primo, ricco di un genio matematico di portata sconfinata eppure incapace di riempire un modulo fiscale; nato in Capricorno l’altro, ambizioso, crudele, pieno di senso pratico e di oculata energia politica. Sotto un altro punto di vista, quella cometa resta memorabile, poiché segnò il trionfo di Edison Thomas Alva Edison [1847-1931]. A Menlo Park, la notte di San Silvestro, il Mago accolse i suoi invitati con il fantastico spettacolo di decine di lampadine risplendenti: iniziava l’era dell’elettricità.

La tristemente famosa cometa del 1906 precedette il terremoto di San Francisco, ma presiedette anche alla richiesta del brevetto da parte di Lee de Forest [1873-1961], per quella che, poi, dopo le successive applicazioni, avrebbe preso il nome di valvola termoionica a tre elettrodi.

Sorgeva l’alba dell’era elettronica…

A San Pietroburgo, nel gennaio del 1905, durante l’esatto passaggio di una cometa, i fucilieri, colti da spavento nel veder avanzare verso il Palazzo d’Inverno dello Zar le miserande schiere degli affamati, condotti dal pope Georgij Apollonovič Gapon [1870-1906] a chiedere, fiduciosi, l’aiuto del Piccolo Padre, persero la testa e falciarono decine di infelici. Nicola II Romanov [1868-1918] era asceso al trono, il 1° novembre 1894, accompagnato da una violenta scarica di energie cometarie.

L’inventore del motore a scoppio, Rudolf Christian Karl Diesel [1858-1913], Pesci come Einstein, era nato sotto l’influsso della cometa del 1858 e ottenne il brevetto nell’anno della Cometa Barnard, il 1892; poi, mentre un’altra cometa appariva all’orizzonte, scomparve misteriosamente in mare, insieme con i suoi progetti, durante una traversata a bordo della Dresden.

Madame Curie [1867-1934], soggetta all’influenza della cometa del 1867, che aveva presieduto alla sua nascita, vide i suoi sforzi coronati da successo, nel 1898, al passaggio della Cometa Tempel I.

Nell’ottobre del 1881, a distanza di neppure un mese dall’apparizione di una cometa tra le più lucenti, circa un milione di cinesi venne travolto dall’alta marea, salita improvvisamente; nel 1882, mentre una cometa di dimensioni inconsuete compariva in cielo, si verificava una eclissi di sole, e, a Bombay, il 5 maggio successivo, un’altra mostruosa ondata, causata dalla marea, risucchiava circa 100mila esseri umani.

Abbiamo, già, parlato della Cometa Holmes, che, nel marzo del 1906, precedette il “disastro di Frisco”; il 10 dello stesso mese, una esplosione sotterranea, in Francia, uccise più di 1000 minatori; il 5 aprile vi fu una eruzione del Vesuvio; il terremoto di San Francisco sopraggiunse la notte del 5 aprile; il 9 settembre dello stesso anno, il ciclone di Hong Kong causò oltre 50mila vittime.

Nell’ottobre del 1908, apparve la Cometa Tempel-Swift: due mesi dopo, in dicembre, ebbe luogo la catastrofe di Messina e di Reggio Calabria, con l’orrendo concorrere del maremoto agli effetti fatali del sisma.

Ma che dire della cometa che segnò la nascita di Dante nel 1265?

E dei movimenti spirituali che hanno il loro punto di partenza proprio al sorgere di comete?

Nel 1531, emersero Calvino e Ignazio da Loyola, ambedue destinati a lasciare una così immensa traccia nelle anime dei posteri.

Che conclusione trarne?

A molti parrà, forse, meglio accettare l’opinione di Vincenzo Monti, il quale ne La bellezza dell’Universo, tentò di disperdere l’aureola fatidica che avvolge le comete, più vivida ancora della loro coda stellante:

[…]

Tu coronasti di sereni lampi

Al sol la fronte; e per te avvien che il crine

Delle comete rubiconde avvampi,

Che agli occhi di quaggiù, spogliate alfine

Del reo presagio di feral fortuna,

Invian fiamme innocenti e porporine.

[…]

Note:

[1] In realtà, Joseph Vissarionovich Stalin nacque il 18 dicembre 1878, ma, dopo la ascesa al potere, spostò la sua nascita al 21 dicembre 1879.

Assunta Daniela Veruschka Zini

Copyright © 24 dicembre 2012 ADZ




Mercoledì 26 Dicembre,2012 Ore: 20:56
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Cultura

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info